Il viaggio per i Town Ambassador della Valle dell’Aniene mi ha portato a Jenne, il più ‘selvaggio’ dei borghi del Parco dei Monti Simbruini.
Avevo trascorso una intera estate a Jenne quando avevo 11 anni, con il cinema di Bud Spencer e Terence Hill in piazza e le serate alla rocca con le prime palpitazioni del cuore. Con mia cugina sperimentavamo nuove acconciature ed il risultato fu che dovetti tagliarmi i capelli perché non riuscivamo più a districarli. Jenne è sempre rimasta nei ricordi come il tentativo di arricciare i capelli.
Per questo aspettavo con ansia di tornarci e quando il sindaco Giorgio Pacchiarotti mi ha dato un appuntamento sono stata veramente trepidante.
La strada che da Subiaco arriva a Jenne e attraversa i boschi dei Monti Simbruini è una delle più belle d’Italia, con le sue alte gallerie scavate nella roccia il secolo scorso. La condivido con molti ciclisti e motociclisi che sono un segnale inequivocabile di qualità (come i camion davanti alle trattorie).
L’arrivo in piazza mi lascia senza parole per l’imponenza della chiesa di Sant’Andrea, e il ritardo del sindaco mi da modo di girare in solitudine. Tutti in paese sanno che il sindaco non è il massimo della puntualità perché ama camminare nei boschi e perde il senso del tempo. E come non essere d’accordo su questo modo di prendere la vita.
Credo sia la migliore pubblicità per Jenne.


Mi incammino verso la rocca andando a memoria e mi ritrovo ad entrare nella mostra dell’artigianato, due locali pieni di oggetti di ceramica, quadri, maglieria per bambini fatta a ferri e scialli. Mi accolgono tre signore e la più espansiva è Angelica, quella che realizza capolavori di maglia. Mi racconta come siano tutte tornate a fare corsi e che sono diventate un punto di riferimento del paese ma anche della valle. Con orgoglio mi fanno notare una targa dedicata allo scrittore Antonio Fogazzaro che era rimasto colpito da Jenne, ma le lascio per andare verso la rocca.
I vicoli sono puliti con le case ben curate e mi sembra di camminare in una fiaba. Quando arrivo alla rocca non la riconosco quasi. In questi anni è stata curata come un gioiello: la chiesa in roccia si staglia contro uno splendido cielo azzurro ed il verde delle montagne. Perfetta per le fotografie!
Vedo una statua dedicata a papa Alessandro IV che era nato a Jenne e mi giustifico se non me lo ricordavo: non doveva essere la mia priorità a 11 anni.

Torno al comune per incontrare Giorgio Pacchiarotti e il vicesindaco Cristiano Lauri e racconto loro del progetto voluto da Pierluigi Sanna per promuovere i borghi con chi li ha lasciati. Con Alessia Pieretti stiamo cercando di mettere a punto un modello di sviluppo che possa essere utilizzato anche in altre parti d’Italia.
Inizio dicendo che cerchiamo persone che hanno a cuore Jenne e il sindaco mi ferma: “è una bella coincidenza che abbiamo creato un evento che si chiama proprio Jenne nel cuore. Usiamo sempre questa definizione ed in questo momento stiamo vivendo un momento particolare”.
Il Covid ha riportato nuove famiglie a vivere a Jenne, come quella dell’ingegnere Massimi di Milano. Tutta la famiglia era stata ricoverata in condizioni gravi e durante la malattia avevano avuto modo di riflettere sul significato della vita. Tornati a casa avevano cominciato a produrre biscotti seguendo le ricette della nonna di Jenne ed infine, un anno fa, si sono proprio licenziati e trasferiti a Jenne aprendo una attività di biscotti. Sono loro che gestiscono l’antico forno comunale.
Ma le sorprese non finiscono.
È l’ora di pranzo e andiamo tutti ad assaggiare gli 'ndremmappi, la pasta tipica di Jenne, al centro Il Lescuso dove parcheggiamo le macchine vicino una radura. Con mia grande sorpresa vengo spiata dagli occhi curiosi di un potente cavallo dalle forme perfette.
All’uscita mi soffermo per inserire la posizione sul telefono ed arriva un ragazzo su un trattore con del fieno. Non riesco a trattenermi e scendo ad incontrarlo.
Si chiama Andrea Benedetti e fa l’elettricista ma ha la passione per i cavalli. Questo è il suo giovane stallone di appena 2 anni e a settembre lo porterà al concorso dei CAITPR - Cavalli Agricoli Italiani da Tiro Pesante Rapido.
Sono cavalli così grandi che intimoriscono, eppure hanno un cuore d’oro e hanno sempre aiutato l’uomo nel lavoro nei campi e nel trasporto delle merci: “Questo stallone è lontano dal branco perché lo voglio far crescere bene e portarlo in gara. Ma il mio vero problema sono i lupi che amano attaccare i puledrini. Oggi mi è nato un cavallino ma so che ha poche possibilità di sopravvivenza. Il problema del parco è proprio il rapporto con gli animali predatori con i quali è difficile la convivenza”.
Mi fa vedere l’orto del ristorante: “per coltivare un orto dobbiamo scavare e fare un cordolo di cemento contro i cinghiali e poi fare una recinzione alta due metri contro i cerbiatti che saltano per mangiare le verdure. Amo moltissimo i cavalli, ne ho circa 15 che curo con grandi sacrifici ma sono stanco.”
Roberto si è avvicinato ai cavalli con suo zio e una transumanza Jenne-Anzio fatta quando aveva 19 anni. Gli occhi gli brillano di amore e vorrei proprio tornare durante la prossima transumanza. Ma mi rendo conto che non abbiamo proprio capito in che modo uomo e animali possono convivere, ed anche a Paliano i raccolti sono distrutti dai cinghiali ormai fuori controllo.
Nel frattempo, speriamo che Jenne trovi il suo Town Ambassador perché ha tante cose da raccontare e da mostrare. Ed io ci voglio tornare!

Seguici sui social