Il teatro è passione, ma anche un modo di sentirsi liberi mostrandosi su un palco per quello che si è realmente. Forse per questo in Italia esistono oltre 5.000 compagnie teatrali (la metà delle quali aderisce alla FITA – Federazione Italiana del Teatro Amatori) e il numero dei praticanti è in continuo aumento.
Così dopo aver goduto di tutte le manifestazioni estive ad Anagni, la scorsa settimana sono stata molto felice di esser tornata al Teatro Golden di Roma per assistere alla consegna del Premio Mecenate 2023.
E anche questo anno, la cerimonia di consegna dei premi è stata preceduta dallo spettacolo teatrale vincitore dell’edizione internazionale del 2022: ‘A furgoneta’ della compagnia portoghese Teatro de Balugas.
Lo spettacolo è stato recitato in lingua portoghese. Siamo entrati nello spettacolo grazie ad una attenta scenografia e al linguaggio del corpo, ma certo non ci ha aiutato il linguaggio. Infatti la compagnia Teatro de Balugas è responsabile UNESCO della salvaguardia del teatro in lingue minore, e ho la strana sensazione che abbiano utilizzato un qualche dialetto del nord del Portogallo.
E non mi voglio soffermare sul fatto che il prossimo anno lo spettacolo sarà in armeno perché il vincitore del premio internazionale di questo anno è stata una compagnia dell’Armenia!
A parte la stranezza di usare il femminile per indicare quello che in italiano è maschile (a furgoneta), lo spettacolo ha riassunto in modo molto poetico il divario sempre più attuale tra i pochi che continuano a vivere nei territori ‘minori’ e quelli che vivono nella tecnologia delle città.
In tutto il mondo lo spopolamento delle zone di montagna è sempre più attuale e a parte dove si è riusciti ad avere attrazioni turistiche anche in inverno, molti villaggi sono abitati da anziani e vengono abbandonati. In Portogallo come in Italia, in America come in Cina.
Non mi soffermo su questo, ma la storia dei due fratelli che continuano ad andare in giro con il loro furgoncino improbabile a vendere oggetti nei paesini di montagna ha qualcosa di surreale e contemporaneamente di eroico.
Dopo i meritati applausi, sono iniziate le premiazioni condotte con ironia da Fiammetta Fiammeri, Andrea Papale (suo figlio che ha rubato il piglio ironico e la presenza scenica alla madre) e l’imperturbabile Gianni Uda.
La premiazione è stata tutta caratterizzati da ovazioni e applausi da parte dei sostenitori delle singole compagnie e la parte istituzionale è stata affidata al consigliere regionale Nazareno Neri e a Luciano Crea, presidente della commissione cultura della Regione Lazio.
I loro non sono stati discorsi di circostanza, ma parole da chi ama il teatro nel profondo e non vedo l’ora di andare ad assistere al Papa Re che arriverà in scena in primavera grazie alla compagnia di Fiammetta e del consigliere Nazareno!
La chiusura è stata affidata ad un toccante monologo di Eleonora Mariella Mele, anche vincitrice della sezione letteraria, che ha toccato i temi dei rapporti violenti con un brano autobiografico e ci ha fatto lasciare la sala con il piacere del vero senso del teatro. Soprattutto quando tocca temi delicati.
Premio Mecenate 2023: i vincitori
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA: Sabrina Sgarra – Palcoscenici – Ti amo, non mi ami, viceversa: “Una attrice giovane che riempie la scena con la sua verve interpretando e donando spessore e credibilità a un personaggio ingenuo e divertente. Sabrina Sgarra si rivela la coinquilina che tutti/e vorremmo avere come amica preziosa”
MIGLIORE ATTORE CARATTERISTA: Cristiano Ilardi – ScanSonati – Caciara Prenestina: “All’interno di uno spettacolo frizzante e brioso, in una colorita campagna prenestina, Cristiano Ilardi spicca come vera e propria maschera di commedia dell’arte, divertente, ironico, buffo. Dimostra indubbie qualità mimiche e recitative, ben governando anche gli eccessi macchiettistici che il personaggio richiede”
MIGLIORE ATTRICE CARATTERISTA: Isabel Hernandez Barcia – Teatro Popolare di Tarquinia – Non è vero … ma ci credo: “Caratterista vuol dire quell’ attrice che riveste un carattere umano, che incarna un personaggio vivo, quell’attrice attrice che non è la protagonista, ma che è dotata di eccezionale forza interpretativa, con o senza sottolineature tipiche. Ecco Isabel Hernandez Barcia è tutto questo e anche di più perfettamente nel solco tracciato dalle grandi caratteriste italiane del cinema e del teatro”
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