Se si pensa ad Arcinazzo Romano vengono in mente subito gli Altipiani che negli anni 80 erano al centro della vita mondana della capitale: tutti in estate venivano a trascorrere le giornate al fresco di questa ‘piccola Svizzera’.
Noi ci veniamo ogni estate per le gare internazionali di completo nel bellissimo campo di equitazione e passiamo almeno un week end fra i boschi degli altipiani.
Il borgo antico è sempre passato quasi in secondo piano.
Arcinazzo non ha avuto feudatari famosi e non si trovano maestosi palazzi ma tante piccole case che lo fanno sembrare un presepe. Il suo borgo antico potrebbe essere preso come simbolo della architettura spontanea medievale.
Ma Arcinazzo ha un cuore pulsante molto forte, come quello del suo giovane sindaco Luca Marocchi.
Per noi della zona, Arcinazzo Romano è stata Giacomo Troja, uno dei politici italiani più longevi che per anni è stato il sindaco di questo borgo. Così in una elezione, Arcinazzo è passato dal sindaco più vecchio al più giovane d’Italia.
Arcinazzo è viva e piena di giovani intraprendenti, me ne accorgo subito entrando al Punto a capo: uno stile moderno, il sorriso accattivante di Floriana e un caffè su una terrazza sulla Valle dell’Aniene che non dimenticherò (per inciso, il nome di questo bar è bellissimo ma anche quello della pizzeria vicino la porta della città: ‘404 name not found’).


Luca ha già nominato il suo Town Ambassador, Antonio Donsanti che vive a Parigi e di cui racconteremo la storia prossimamente, ma sono venuta per conoscere meglio la vitalità di questo borgo.
Nel progetto dei Town Ambassador dell’area metropolitana di Roma vogliamo coinvolgere gli ‘ambasciatori’ nella promozione del territorio e dobbiamo capire le singole realtà.
Se dovessi riassumere la mia prima impressione direi che Arcinazzo è giovane.
Non solo per Luca, ma per l’aria che si respira.

Floriana mi ha fatto vedere tre birre artigianali che alcuni ragazzi hanno realizzato con prodotti del territorio: una Blanche con farro monococco, una Irish Red Ale con miele di castagno e una IPA con mais Agostinella.
Non solo birra, il ritorno dei giovani all’agricoltura è inarrestabile tanto che il sindaco ha nominato Vanessa Troia consigliere delegato all’allevamento e all’agricoltura. Hanno appena conferito un encomio a Matteo Dehoratis come prima azienda nata per la lavorazione del castagno. Ma Arcinazzo è Benedetto Callori e altri che hanno seminato il farro monococco, è Maria Tocca che produce ottimo miele e poi una decina di aziende di allevamento e di produzione di formaggi.
Viene voglia di assaggiare tutto, ma è mattina e un caffè mi basta.
Oggi se dovessi dire la maggiore vitalità di Arcinazzo direi che è il modo di concepire la relazione con la storia e di rendere vivo quello che altrove è spento: mi riferisco all’area archeologica della Villa di Traiano agli Altipiani di Arcinazzo.
Da qualche mese il comune ha autorizzato la celebrazione di matrimoni civili all’interno delle rovine e la notizia si è rapidamente sparsa.
Per noi italiani le rovine fanno parte della quotidianità e ogni borgo ha qualcosa di speciale, ma per tutti gli abitanti del resto del pianeta questi sono luoghi magici.
Così la notizia è arrivata fino in Kenya e la scorsa settimana Caterina e Amos sono venuti a sposarsi alla villa di Traiano insieme ad una trentina di altri invitati che sono rimasti una settimana a soggiornare nei nostri territori e in Italia.
Lascio Arcinazzo Romano con l’immagine di vita, di giovani e di cose buone.


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