Pierluigi Sanna e Alessia Pieretti
Pierluigi Sanna e Alessia Pieretti

Una rete di Town Ambassador, un innovativo progetto dell’Area Metropolitana di Roma

Roma, Roma e ancora Roma. Roma è una delle città più belle del mondo ma è anche il fulcro delle dinamiche sociali di tutti i comuni della regione e oltre.

Una città che nel dopoguerra aveva meno di 1,5 milioni di abitanti e che oggi ha circa 2,8 milioni è chiaro è che è stata un grande attrattore per tante persone che dalle campagne hanno inseguito il mito della grande città.

Si potrebbe quindi pensare che Roma non abbia connessioni con il fenomeno dell’emigrazione all’estero eppure non è così. Diciamo che se la grande città è stata in gran parte un attrattore per l’emigrazione interna, i piccoli comuni della provincia hanno subito uno spopolamento che in parte è andato anche all’estero.

Tra i comuni della cinta romana e quelli del sud del Lazio cambiano le dinamiche migratorie, mentre al sud si spostano intere comunità, nell’area intorno Roma si muovono singoli individui, ma quello che non cambia è l’amore che ognuno conserva nel proprio cuore per il proprio paese da cui è partito.

Da queste premesse nasce il progetto fra il Premio Town Ambassador e l’Area Metropolitana di Roma per costruire una rete di 20 Town Ambassador partendo dai piccoli comuni.

Promotore di questa iniziativa il vicesindaco dell’Area Metropolitana Pierluigi Sanna che conosce sulla sua pelle le dinamiche e i sentimenti che provano le seconde e terze generazioni di emigrati.

Suo padre è infatti originario di Orune, un borgo sardo nella provincia di Nuoro, e come tanti suoi amici è venuto in continente a cercare opportunità di lavoro. In queste famiglie le tradizioni e la cultura delle radici si intrecciano con quelle del territorio in cui si vive e donano una ricchezza di sentimenti a tutti i componenti: si vive nel presente senza mai dimenticare il paese che si è lasciato.

“Capisco le dinamiche e i sentimenti di chi ha lasciato il paese di origine, li vivo nella mia famiglia e penso che tutti noi possiamo considerare questa ricchezza come una opportunità. In particolare, tutti quelli che sono andati fuori dall’Italia ma che hanno mantenuto legami con il borgo di origine possono essere coinvolti in progetti di promozione del territorio e di internazionalizzazione delle piccole imprese locali.”

Nelle fasi creative e operative che inizieranno in questi giorni, abbiamo avuto la fortuna e il piacere di collaborare con Alessia Pieretti, consigliere dell’Area Metropolitana di Roma delegata allo Sviluppo Economico, Sviluppo Tecnologico, Transizione Digitale, Energia, Sviluppo del Turismo e amministratore di Monterotondo.

La sua storia di sportiva di altissimo livello, la ha portata a contatto con migliaia di sportivi di origine italiana: “Non avevo idea del fenomeno della emigrazione fintanto che non ho iniziato a competere in gare sportive internazionali e a ritrovarmi accanto atleti di origine italiana che mi chiedevano informazioni del loro paese di origine.

Le famiglie italiane si sono sempre distinte nei loro nuovi paesi cercando il riscatto dal dispiacere di aver abbandonato il proprio paese e per questo è sorprendente il numero di giovani sportivi di origine italiana che potrebbero contribuire a costruire nuovi ponti con l’Italia.”

Pierluigi Sanna e Alessia Pieretti

Ma veniamo allo scenario da cui è partito il progetto

I piccoli comuni hanno subito un processo di spopolamento e di emigrazione (in Italia e all’estero) e oggi la maggior parte ha una popolazione molto anziana, poche imprese che rendano vivo il centro storico dove spesso si percepisce una discreta malinconia dovuta all’assenza di giovani che con la loro vitalità animino il paese.

Non di meno, l’effetto della pandemia è stato quello di un nuovo interesse verso gli spazi aperti e i piccoli borghi di origine in cui ci si sente sicuri. I sindaci hanno ricevuto telefonate da persone che volevano riaprire la casa nel borgo e che avrebbero preferito trascorrere la pandemia in un piccolo paese piuttosto che in una grande città.

Un altro fenomeno molto interessante è quello delle richieste di naturalizzazione e di cittadinanza italiana da parte di moltissimi discendenti italiani. Questi da una parte vogliono riscoprire le proprie radici e dall’altra sono in cerca anche loro di un piano B in caso di nuova pandemia con un punto di appoggio in un'altra nazione in cui si sentono di appartenere per la loro storia familiare.

Basta chiedere informazioni ad un sindaco di un piccolo borgo per avere una idea della dimensione di questo fenomeno che sta accadendo in tutta Italia.

Michael Cavalieri Town Ambassador

Rete dei Town Ambassador

Da queste premesse è nata l’idea di provare a rianimare i borghi riportando per un viaggio o un soggiorno i discendenti di chi lo ha lasciato. E magari fra queste persone che hanno una visione onirica del loro borgo di origine, si possono trovare possibili nuovi imprenditori.

Queste persone, che sono vissute fuori dal contesto locale, sono portatori di una mentalità imprenditoriale nuova e di una rete di relazioni che può favorire la rinascita del borgo come già è accaduto in alcuni di questi (vedi il caso di Picinisco).

Il Premio Town Ambassador non solo è un omaggio all’amore di chi ha mantenuto vivo il collegamento con il proprio borgo di origine, ma può essere il catalizzatore da cui far nascere nuove positive relazioni e nuovi sogni di rinascita.


Scritto da
Claudia Bettiol

Ingegnere, futurista e fondatrice di Discoverplaces. Consulente per lo Sviluppo Turistico dei Territori, specializzato nella sostenibilità e nella promozione culturale dei piccoli territori e delle...

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