Montecarotto


Stemma di Montecarotto
Montecarotto è uno splendido borgo medioevale delle Marche, posto su un pendio a 380 metri slm da dove si arriva a vedere il Mar Adriatico con Jesi da una parte, e le montagne dell’Appennino Umbro-Marchigiano dall’altra.

È inserito nel Parco del Trabocco, un’area naturalistica con una natura rigogliosa grazie ai numerosi piccoli corsi d’acqua, e fa parte dei Castelli di Jesi.

Non si hanno molte notizie della storia antica, si può dire che questo è stato a lungo un territorio di confine fra Umbri e Piceni e nel IV secolo tutta l’area era stata conquistata dai Galli Senoni.

Intorno al 300 a.C. i Romani conquistato tutta l’area e stabiliscono una colonia nella vicina Jesi, che era anche un importante centro doganale lungo la strada Salaria Gallica che collegava la Via Salaria con la Via Flaminia.

Dopo la prima ondata di Ostrogoti, questa zona delle Marche è stata riconquistata dall’Impero Romano d’Oriente e divenne un esarcato di Bisanzio. Le persone iniziarono a lasciare le valli e a rifugiarsi in fortezze o monasteri sulle alture e, contemporaneamente, la chiesa cattolica stabilì una diocesi con un vescovo a Jesi nel 680.
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L’area poi è passata sotto il dominio dei Longobardi che entrarono in contrasto con il papato fino a che il papa si alleò con i Franchi che scesero in Italia conquistando i territori e donandone una parte al papa, compresa questa zona delle Marche.

Ricordi dei longobardi si trovano soprattutto nel nome delle contrade e nel culto di santi a loro particolarmente cari.

Ma la storia di questa parte della Marche è sorprendente perché nel 1194 a Jesi nacque il grande Federico II di Svevia, Stupor Mundis, in una tenda in piazza e Jesi divenne la ‘città regia’ e il centro di una piccola repubblica che comprendeva anche Montecarotto.

L’imperatore Federico II aveva concesso a Jesi dei privilegi particolari che rimasero anche dopo il declino degli Svevi, quando tutta l’area tornò sotto il controllo del papato. Ed è stato proprio Re Enzo, figlio di Federico II, a donare Montecarotto a Jesi.

Dopo aver superato pestilenze e terremoti, nel XV secolo Montecarotto ha avuto un periodo di splendore e diventò una delle chiese e dei Castelli principali di Jesi. La sua cinta muraria fu disegnata da Albertino Giacomo da Cremona nel 1509 e le chiese si arricchirono di opere d’arte.

Il suo santo patrono divenne San Placido e si venerava San Floriano, il patrono dello stato di Jesi. Lo stato diventò una piccola repubblica nel XVII secolo Montecarotto ha avuto un nuovo periodo di splendore con palazzi signorili, la collegiata e altre chiese come la Madonna delle Grazie e la Madonna del Popolo. 

Jesi con i suoi Castelli sono sopravvissuti con alcuni compromessi con la chiesa fino all’arrivo di Napoleone e dell’esercito francese. I francesi elessero Montecarotto capoluogo del distretto del Metauro. 

Una delle iniziative da raccontare è la costruzione del teatro, un vero gioiello realizzato nel 1861 grazie ad un lascito di Alessandro Baldoni.

Il suo nome deriva da una antica rocca andata distrutta sui cui resti è stata edificata la chiesa principale del paese. 

Montecarotto fa parte dei paesi del Verdicchio, uno dei migliori vini bianchi italiani conosciuto in tutto il mondo.






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