Ortona dei Marsi


Stemma di Ortona dei Marsi
Ortona dei Marsi è un piccolo comune montano della Marsica all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Si trova a mille metri di quota nella valle dove scorre il fiume Giovenco ed è circondato da montagne che superano anche i 2000 metri di altezza in un valico che collega la Valle del Sagittario con l’Altopiano del Fucino. Lo stemma di Ortona dei Marsi presenta una quercia in campo azzurro.

L’origine del suo nome indica proprio la sua posizione e sembra che venga dal latino ‘orto del sole’ oppure da una lingua dell’antica popolazione locale che significa ‘orto sacro’.

Il termine ‘marsicana’, invece, è un omaggio ai Marsi, un popolo che viveva questi territori sin dal neolitico intorno al mille a.C. nei pressi del lago del Fucino, dove oggi si trova la piana del Fucino. Nella Valle del Giovenco sono state trovate sepolture dell’età del ferro e resti di mura megalitiche.

I romani arrivarono qui la prima volta nel IV secolo a. C.  guidati da Marco Valerio Corvo e, nel 294 a.C., durante la terza guerra sannitica, distrussero l’antica città che, allora si chiamava Milonia o Miliona, facendo disperdere gli abitanti nel territorio limitrofo.

Nel I secolo a.C., i marsi divennero poi cittadini romani dopo la Guerra Sociale che avevano in gran parte ispirato e la città entrò amministrativamente a far parte della Regione IV Sannio (Regio IV Samnium).

Intanto la nascita della chiesa cristiana portò alla costruzione dei primi luoghi di culto e delle prime chiese con una organizzazione sul territorio diviso in vescovati. Ortona faceva parte della diocesi di San Benedetto dei Marsi.

Con la caduta dell’impero romano, la regione venne invasa dai Longobardi e la popolazione si spostò su una altura in un centro fortificato che poi diventò il castello di Ortona all’interno del quale si trovava anche la chiesa di Sant’Onofrio.

I longobardi regnarono per molti secoli fino al 926 quando la famiglia Berardi arrivò nella Marsica. Si dice che fossero discendenti di Carlo Magno e diventarono Conti dei Marsi, un piccolo regno indipendente fino all’arrivo in Italia degli Angioini.
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Nel 1273, Carlo d’Angiò conquistò tutta questa parte d’Italia, allontanò definitivamente gli Svevi con la battaglia di Tagliacozzo e divise amministrativamente l’Abruzzo in due parti: Abruzzo Citra e Abruzzo Ultra. Ortona dei Marsi era posta proprio al confine delle due parti.

In questo periodo venne rinforzato il castello che assunse la sua conformazione nel XIII secolo. Il castello era organizzato con un dongione, la torre meno accessibile che rappresentava l’ultimo baluardo fortificato, e un centro abitato circondato da mura di cinta.

Con l’arrivo degli spagnoli Aragonesi, la situazione cambiò e nel 1454 Alfonso d’Aragona diede il castello di Ortona alla famiglia Cantelmo, una famiglia nobile napoletana di origine francese ma da secoli molto attiva nella corte reale. A loro, nel 1579 subentrò la famiglia D’Afflitto, duchi di Alfedena e Barrea, che dovettero cederla per debiti ai Fibbioni e, poi, a Francesco Paolini. Infine, nel XVIII secolo arrivò per matrimonio alla famiglia Massimi.

La torre centrale del castello venne aggiunta nel XVI secolo proprio per poter controllare le rivolte interne della popolazione. Anche perché l’amministrazione spagnola era esosa e sottoponeva la popolazione a grandi tasse per mantenere tutto il suo apparato militare.

Nel 1580 la sede vescovile passò a Pescina e dopo il Concilio di Trento, tutti i vescovi furono obbligati ad andare a visitare le loro chiese. Dai racconti e resoconti di questi viaggi del vescovo, sappiamo che in questi anni il territorio era molto povero e bande di briganti assalivano i pochi viaggiatori tanto che il vescovo riunì tutte le rendite sotto quelle della sola chiesa collegiata di San Giovanni. Non erano solo briganti, ma anche capitani di ventura, sbandati dei numerosi eserciti che si contendevano i territori.

La peste del 1656 arrivò anche qui ma risparmiò Ortona.
Il Settecento portò un periodo di benessere e in tutta l’area vennero sistemate le chiese grazie al vescovo Giuseppe Baroni, come si legge anche in una lapide all’interno della chiesa di San Giovanni Battista.

Nel 1756 la popolazione chiese a Papa Benedetto XIV di poter avere le reliquie di San Generoso Martire, il santo patrono, che si trovavano ancora nelle catacombe di San Sebastiano a Roma.

Dopo l’unità d’Italia è iniziata una prima grande emigrazione, continuata dopo il terribile terremoto di Avezzano e della Marsica del 1915.

Le frazioni di Ortona dei Marsi sono Aschi Alto, Carrito, Cesoli, Santa Maria Sulla Villa.

All’interno della chiesa di Sant’Antonio sono state girate alcune scene dello sceneggiato televisivo Vino e Pane, tratto dall’omonimo romanzo di Ignazio Silone.

La Chiesa Parrocchiale è dedicata a San Giovanni Battista e risale alla seconda metà del XIV secolo. La facciata in stile romano gotico è impreziosita da un rosone centrale e, al suo interno sono conservati preziosi affreschi, un altare maggiore realizzato con un pregiatissimo marmo intarsiato, un coro ligneo del XVIII secolo e un prezioso organo realizzato nel 1752 da Domenico Antonio Fedeli.

La Valle del Giovenco rappresenta un prezioso “corridoio ecologico” con il fiume che scorre nel fondovalle e le montagne ammantate da una magnifica vegetazione, con boschi di faggio e quercia e con animali selvatici come l’orso, il lupo e il cervo. 

Numerosi sono i luoghi dove è possibile ammirare le bellezze naturali dei luoghi e, fra tutte, merita una citazione la “Quercia del Colicillo”, un vero monumento arboreo, un patriarca di roverella, le cui dimensioni ne fanno uno degli alberi più vecchi di tutto l’Abruzzo.






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