Corigliano Calabro


Stemma di Corigliano Calabro
Corigliano Calabro è uno dei borghi più belli d’Italia con un centro storico su un colle, una parte del territorio che fa parte del Parco Nazionale della Sila, e arriva fino a quota 1723 metri slm, e una parte costiera con 13 km di splendida spiaggia e un porto sul Mar Ionio in Calabria.

Dal suo castello si domina la piana di Sibari, ricca di agrumeti e soprattutto delle famose Clementine. Oggi Corigliano si è unita con Rossano e sono diventate uno dei centri più grandi della Calabria.

La sua storia parte molto lontano e se ne trovano tracce ovunque, dai resti neolitici fino ai richiami bizantini nella frazione di Cantinella dove una storica minoranza albanese mantiene vivi i riti ortodossi e la lingua. Il nome stesso della città potrebbe derivare dal greco ‘giardino dell’olio’ oppure dal greco-bizantino ‘chorion’, ossia paese.

Il territorio calabrese ha una lunga storia di conquistatori, e i primi abitanti sono state le popolazioni italiche che fondarono Ausonia. Poi sono arrivati gli insediamenti Greci lungo la costa. 

Infatti allora la Calabria era ricca di miniere di ferro e rappresentava un territorio strategico per aumentare la potenza di chi le controllava. I greci arrivarono nella fertile piana di Sibari già nell’VIII secolo a.C. e costruirono una grande città portando la loro arte.

L’arrivo dei Romani guidati da Coriolano portò grandi cambiamenti: una parte dei cittadini accolse i romani e si spostò in collina dopo la distruzione della città greca. Per la loro fedeltà il nome della città divenne Ausonia civitas Coriolanesium e per secoli la vita si svolse seguendo l’organizzazione romana.

Con la caduta dell’impero, questa parte della Calabria passò sotto il controllo dell’Impero Romano d’Oriente di Bisanzio che portò le sue nuove tradizioni e la lingua. Poi, iniziarono ad arrivare nuovi popoli via terra, la chiesa iniziò una evangelizzazione con la costruzione di piccoli monasteri che continuavano a mantenere le tradizioni agricole locali e, dal X secolo, iniziarono anche attacchi dei saraceni dal mare.

La prima vera conquista è arrivata con i Normanni di Roberto il Guiscardo che, nel 1064, iniziò la costruzione dell’attuale magnifico castello per scopi difensivi e di controllo del territorio. Questo nucleo iniziale è ancora testimoniato dalla torre mastio. I normanni si opponevano ai bizantini e avevano il supporto della chiesa di Roma che voleva sostituire il rito ortodosso con quello cattolico.

Con i francesi degli Angioini, il castello iniziò anche ad essere anche abitato ma, la prima organizzazione amministrativa vera, la diedero gli Svevi di Federico II. Questi avviarono un controllo del territorio attraverso propri signori, i feudatari, e si formò un vero nucleo urbano con l’apertura di mercati e fiere e l’arrivo dei primi ebrei.
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Nel 1299, Ruggero Sangineto venne nominato primo conte di Corigliano e la sua famiglia governò a lungo la città. Secondo una antica leggenda, nel 1354 nel castello nacque Carlo d’Angiò, il futuro Carlo III re di Napoli.

Nel XV secolo arrivarono gli Aragonesi di Spagna e con loro la famiglia Sanseverino, che venne nominata anche ‘Principe di Bisignano’, e che rimase fino alla sua estinzione agli inizi del Seicento. 

Nel 1487, un membro della famiglia Sanseverino fu accusato di tradimento ed il castello passò per 8 anni sotto il diretto controllo del re che lo fece restaurare e rinforzare.

Intanto nel 1475, per Corigliano passò San Francesco da Paolafondatore dell’ordine dei Minini, che fece edificare un convento e un acquedotto in stile romano che ancora è visibile.

Le opere di rinforzo continuarono negli anni e fecero la fortuna di Corigliano.
Infatti nel Cinquecento si intensificarono gli attacchi dei turchi su questa parte della Calabria e Corigliano ha potuto resistere alla grande incursione del pirata saraceno Barbarossa (Kahyr er-D’in) nel 1538.

Agli inizi del Seicento, si estinse la famiglia Sanseverino e il castello tornò alla corona che lo amministrava attraverso la Regia Camera Sommaria e nel 1647, Corigliano con il suo castello resistettero con onore all’attacco delle armate repubblicane del duca di Guisa.

Per questo, nel 1649, Filippo IV assegnò il feudo di Corigliano a Giacomo Salluzzo di Genova, che era stato il presidente della Regia Camera Sommaria, e investì la famiglia con il titolo di Duca di Corigliano. Con loro il castello iniziò ad assumere sempre di più l’aspetto di palazzo signorile perdendo parte del suo originario scopo difensivo.

Nel 1659, la popolazione fu decimata dalla peste nera e parte della piana di Sibari divenne paludosa obbligando un ripensamento dell’economia locale.

Salluzzo dovettero impegnarsi un una grande opera di bonifica e di costruzione di una rete di strade e anche alla sistemazione del porto e della vicina area fieristica.

Grazie al prestigio del castello, nel 1735 re Carlo III di Borbone sostò a Corigliano.
L’unico che riuscì a saccheggiare e incendiare la città è stato l’esercito di Napoleone, che ha portato grandi distruzioni e l’abolizione temporanea del feudalesimo.

L’ultima famiglia di feudatari sono stati i Compagna che arrivarono nel 1828 e che abbellirono il castello con affreschi e con la trasformazione del fossato in un giardino botanico.

Dall’800 in poi, tutta la zona della piana di Sibari è diventata sempre più famosa per gli agrumeti e per la liquirizia.

Dopo l’Unità d’Italia, anche re Vittorio Emanuele III di Savoia soggiornò nel castello di Corigliano e vi passarono Umberto di Savoia e Maria Josè. Oggi il castello è di proprietà del comune.

Dal 1863 è stata aggiunta la parola Calabro per distinguerlo da un paese della Puglia. Con la ferrovia del 1871 iniziò la distribuzione degli agrumi e la zona è diventata l’importante centro agricolo e turistico che tutti conosciamo.

A Corigliano Calabro è nato il calciatore Gennaro Gattuso, detto Ringhio, che nel 2006 è stato campione del mondo con la nazionale italiana e che è uno dei più fieri promotori di Corigliano e della Calabria.







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