

La caduta dell’impero romano e le invasioni barbariche hanno poi distrutto il tessuto sociale di questo territorio che rinasce nell’VIII secolo grazie ai Benedettini di Montecassino. Con l’avvento dei Normanni e le successive leggi feudali imposte da Federico, Fontechiari entrò a far parte della Contea di Sora e fu data in possesso a grandi famiglie feudali.
I primi sono stati i D’Aquino, di origine longobardache consolidarono le mura medievali e costruirono la torre, a cui seguirono i Cantelmo, venuti al seguito dei francesi che proseguirono la loro opera.
Con la dominazione spagnola arrivarono i Della Rovere legati e infine i Boncompagni che, ponendo la loro sede ad Isola del Liri, governarono per circa 200 anni questo territorio.
Le leggi feudali lasciarono i contadini all’ultimo grado della scala sociale. I contadini non potevano avere terre in proprietà ed erano costretti a lavorare le terre riservata alle famiglie baronali. L’arrivo di Napoleone portò all’abolizione delle leggi feudali, ma la Francia aveva bisogno di soldi per le guerre. Terre e beni della chiesa furono messi all’asta per far cassa e vendute alle solite famiglie baronali.
A Fontechiari una sola famiglia di Casalvieri riuscì a riscattare l’80% delle terre coltivabili e il paese divenne un grosso latifondo gestito dalla famiglia Agostini secondo il sistema della ‘Mezzadria’.
Veniva costituito un fondo, il padrone dava al contadino casa e attrezzi agricoli e questi impegnava nel lavoro dei campi tutta la sua famiglia. Il raccolto veniva poi diviso a metà.
Laddove i terreni erano fertili e irrigui, tale sistema riusciva a dare suffi ciente sostentamento alla famiglia colonica ma nei terreni collinari portò solo miseria. Nel 1860 Garibaldi sbarcò in Sicilia promettendo la terra ai contadini e sconfi sse il re Francesco II consegnando a Teano il Meridione a Vittorio Emanuele II.
L’Unità d’Italia fu realizzata ma il nuovo stato sposò gli interessi dei proprietari terrieri del sud. Le terre ancora una volta non furono date ai contadini: fu istituita la tassa sul macinato e la coscrizione obbligatoria che andò a colpire ancor di più la classe contadina.
Questa si ribellò e diede origine al Brigantaggio post Unitario, una vera guerriglia contro l’Unita d’Italia che infi ammò i territori per oltre 10 anni.
Molti suoi contadini di Fontechiari parteciparono alla resistenza antiunitaria e l’episodio più importante fu l’assalto al paese del capo Brigante Luigi Alonzi, detto Chiavone, e la sua banda il 9 maggio 1862.
Sconfitto il brigantaggio iniziò per molti contadini la dolorosa via della emigrazione.
Fontechiari in 100 anni ha avuto oltre 5.000 emigranti con un vero spopolamento delle campagne e la formazione all’estero di comunità di Fontechiaresi che, anche alla terza generazione, continuano ad essere molto legati al loro paese di origine.
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