Pamparito di Vignanello
Pamparito di Vignanello

Il Pamparito, il pane di Vignanello da provare nei periodi di festa

Paese che vai tradizioni che trovi, tantissime di queste passano attraverso i piatti e i prodotti tipici che vengono tramandati di generazione in generazione e che grazie all’inventiva delle nuove generazioni continuano a vivere e ad essere…gustate. Per Vignanello, piccolo paese della Tuscia di circa 4000 Anime questo è il Pamparito, un pane locale molto saporito, che in giornate di Festa cambia look e diventa Pampaburger, una creazione gastronomica che si può gustare solamente in alcuni periodi dell’anno, ad esempio durante la Festa del Vino di Vignanello.

L’Italia è la patria del carboidrato, pasta, pizza, pane, e che pane! Solo nel Lazio abbiamo una tradizione fornaria incredibile, con oltre 10 tipi di pane locale, riconosciuti come prodotto tipico, dalla Provincia di Latina fino al Nord del Lazio, nella Tuscia, dove vi vogliamo portare alla scoperta di un tipo di pane poco conosciuto che si sta facendo strada da anni per diventare uno dei pani più apprezzati del Lazio: parliamo del Pamparito. 

Da dove nasce il Pamparito?

Questo pane nasce in provincia di Viterbo, ed è un prodotto fortemente legato alle tradizioni gastronomiche della Tuscia. Tanto che ancora oggi è un prodotto che viene preparato dalle mani di nonne e mamme che lo producono ancora seguendo le antiche ricette tramandate da famiglia in famiglia, e ad oggi nei borghi dove è più diffuso Vallerano e Vignanello in quest’ultimo sono solamente due i produttori che lo realizzano seguendo il disciplinare di produzione, stabilito a seguito del riconoscimento ottenuto nel 2016 della certificazione De.C.O. (Denominazione Comunale di Origine) da parte del Comune di Vignanello.

Il Pamparito di Vignanello: Come è fatto?

Come abbiamo già accennato, il pamparito è un pane molto particolare.

La sua deifinizione e usi sono descritti così dalla Proloco di Vignanello, “Ha la forma di un maritozzo ma non è un dolce bensì un pane che si mangia tutto l’anno anche se la tradizione lo vuole in tavola soprattutto a Pasqua, servito tiepido a fettine per accompagnare salumi, uova sode e caciotte”, ente locale che ha fatto della promozione dei suoi prodotti tipici una delle priorità anche per l’attrazione turistica. 

Il Pamparito inoltre è Presidio Slow Food dal 2016, un grande traguardo per un pane locale.

Gli ingredienti principali del Pamparito, il cui nome deriverebbe da ‘pane del rito’ ma anche da ‘pane per il marito’, sono farina, acqua tiepida, sale, lievito di birra, olio extravergine d’oliva di Vignanello e semi d’anice rinvenuti in mezzo bicchiere di vino. Un impasto elaborato e saporito, che lo rende un pane protagonista da abbinare a vini, formaggi e composte di un certo spessore.

Il Pamparito diventa Pampaburger

Dove le tradizioni si cerca sempre la strada per l’innovazione, per permettere a tutti di poter godere. E’ da questo desiderio che nasce dal Pamparito il Pamoaburger. Come dice il nome, il Pampaburger è un panino gourmet composto da due fette di pamparito farcito all’interno con prodotti e carni locali, anche in versione vegetariana con falafel o “hamburger di patate” o dolce, con crema di nocciole e ricotta. Una creazione esclusiva che unisce tradizione e innovazione, anche perché, al contrario del pane, si può gustare solamente in alcuni periodi dell’anno, durante manifestazioni e feste locali. Ho avuto il piacere di provarlo durante la Festa del Vino di Vignanello, una delle più sentite e storiche del paese che ormai ha superato i 50 anni di attività, e vi devo dire che è uno di quei piatti per chi ama i prodotti tipici (e si sente anche un po’ gastronauta) che fanno muovere pancia e cuore, per cui aspetti quel momento dell’anno con gioia e tantissima acquolina in bocca.

Un’altra occasione in cui è possibile assaggiare il pamparito è la Festa dell’olio e del vino novello, che si svolge durante il secondo e terzo weekend di Novembre e coinvolge tutta l’area del cento storico di Vignanello. Una manifestazione che da 23 anni, celebra i sapori e i profumi autunnali che vedono come protagonisti principali l’olio nuovo ed il vino prodotto dall’ultima vendemmia. Immersi in un’atmosfera cinquecentesca è possibile assistere a cortei in costume e rievocazioni storiche mentre nelle botteghe degli artigiani, distribuite tra i vicoli del centro storico, riprendono vita gli antichi mestieri perduti.

Presso gli stand gastronomici e le taverne allestite in antiche cantine si possono gustare i prodotti tipici locali tra cui il pamparito.

Insomma, Vignanello e il Pamparito sono due esperienze da non perdere, per iniziare il proprio viaggio nella Tuscia.

 


 


Scritto da
Benedicta Lee

Nata a Roma da madre Italiana e padre Americano, lavora come libero professionista nell'ambito della comunicazione turistica, per cui attualmente frequenta l'Università di Scienze del Turismo. Ama...

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