La clausura forzata mi porta a riconsiderare l’arte del riciclo, in cucina non si butta nulla, in questo la cultura contadina è maestra.
E la cucina toscana è un’arte dell’economia domestica.
A Firenze, culla dell’Umanesimo e del Rinascimento, c’è un piatto che secondo me racchiude perfettamente tutta la toscanità: quell’essere istrione e strafottente ma, al tempo stesso, delicato come la seta:
La pappa col pomodoro!
Un sapiente uso degli avanzi casalinghi lo hanno fatto diventare una leccornia immancabile nelle merende estive.
Il pane raffermo, meglio se quasi secco, il brodo vegetale, i pomodori: materie prime semplicissime e sempre presenti in ogni casa. La composizione non ammette fretta, è il piatto del giorno dopo.
Ricetta della pappa col pomodoro
Tagliamo il pane a dadini e ammolliamolo con del brodo vegetale freddo. Non avete il brodo? E chi non ha in frigo una carota una cipolla un pezzo di sedano?
Per favore, non usiamo il granulare già pronto, Puzza! Lasciamolo riposare un paio di ore, tanto è per domani.
In un tegame mettiamo a scaldare l’olio con qualche spicchio di aglio. Ma non devono friggere e subito spegniamo il gas ed aggiungiamo i pomodori. Quelli belli rossi, maturi, tagliati e spellati finemente, e lasciamoli stare lo stesso tempo del pane.
A questo punto, strizziamo il pane fino a far perdere tutto il brodo, e con una forchetta riduciamolo in poltiglia. Tolto l’aglio, aggiungiamo i pomodori e continuiamo quel lavoro di forchetta.
Regoliamo di sale e serviamolo cosi com’è o nelle forme che più vi piacciono. Si abbina benissimo a svariati crudi di pesce o carne.
Ho scelto il salmone crudo tagliato a fettine leggere e qualche zeste di arancia.
Nel bicchiere? Un Felcebianco, un triple A di Ortonovo.
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