ìNon solo bello ma anche buono. Con la sua geometria frattale, il broccolo romanesco è un indiscusso signore dell’autunno. Da il massimo alle prime nebbie e le campagne intorno al lago di Bracciano sono il suo areale migliore.
Conosciuto fin dall’antichità, il broccolo, il cui nome deriva da “brocco” ovvero il germoglio, è originario dell’Asia Minore. Questo ortaggio era considerato sacro dai Greci, i Romani lo utilizzavano per curare le più svariate malattie e lo mangiavano crudo prima dei banchetti per aiutare l’organismo ad assorbire meglio l’alcool, mentre pestavano le foglie per medicare ulcere e ferite.
Oggi è un antitumorale naturale ed è ricco di potassio e vitamina C.
Oggi il Broccolo Romanesco è inserito nell'Elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali Italiani. Questa pianta che cresce tutto l’inverno è stata una vera fonte di nutrimento nel corso dei secoli e protagonista assoluta di trattati di cucina a partire da quelli romani di Plinio e di Columella. Per gli appassionati matematici rappresenta la spirale di Fibonacci in natura.
Nel 1834, il broccolo diventa il protagonista di un sonetto di Giuseppe Giacchino Belli in cui il protagonista è Torzetto, ossia ‘torso di broccolo’, il coltivatore di broccoli.
Er testamento der Pasqualino
“Torzetto l’ortolano a li Serpenti
prometteva oggni sempre arzu’ curato
c’a la su’ morte j’averia lassato
cinquanta scudi e ccert’antri ingredienti.”
(Gioacchino Belli)
In cucina il broccolo si presta a tantissime ricette ed è presente in moltissimi piatti, dalle zuppe alle frittelle. Ci si fa un po’ tutto ma la minestra con i broccoli è un must. Un po’ diversa nella forma e nella sostanza ho preparato un primo piatto facile veloce
Ricetta degli Spaghettoni al broccolo romanesco con acciuga
Per prima cosa procuriamoci un broccolo fresco di Anguillara Sabazia che lesseremo e scoleremo senza buttare via l’acqua. Infatti in questa acqua ricca di vitamine e di sapori cuoceremo la pasta e abbiamo scelto uno spaghettone quadrato.
Ripassiamo i broccoli in padella con aglio, olio e una punta di peperoncino, meglio se fresco.
Poi mettiamo i broccoli ancora bollenti nel frullatore insieme al canestrato romano, un formaggio pecorino che deve il suo nome alla cesta (canestro) in cui viene messo a stagionare. E’ un pecorino a pasta semidura meno incisivo del classico romano, il migliore è quello degli ultimi caseifici di Roma nord.
Quando la pasta è cotta e scolata, si mette in padella per la mantecatura assieme alla crema di broccoli con formaggio. Si serve in tavola con una alice dissalata sopra la pasta. Anche l’alice è una protagonista della cucina romana e laziale, ma preferisco quelle di Sciacca che dissalo sotto un filo di acqua corrente.
Da gustare con un buon vino come un Bellone dell’Agro Pontino.
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