Immerso in un'oasi verde, a non più di 60 km da Roma, a 575 metri sul livello del mare, sorge Percile, grazioso borgo dell'Alta Valle dell'Aniene.
Situato sopra una collinetta calcarea, è completamente immerso nel Parco Regionale Naturale dei Monti Lucretili.
Qui, il tempo sembra essersi fermato. Bellezze naturali, i due laghetti calcarei, localmente chiamati “Lagustelli di Percile”, si incorniciano, in armonia con le antiche costruzioni e quelle moderne.
Ma, se la storia più recente del paese, fatta di vittorie e sanguinose sconfitte, dovute alle numerose battaglie combattute per la conquista del territorio, situato in zona strategica tra la Tiburtina Valeria e a ridosso della Sabina, le sue origini sono proprio remote. Infatti sono stati ritrovati importanti reperti archeologici, che hanno favorito la narrazione di numerose leggende sulla storia di questo paese.
Alcuni storici fanno derivare il nome di Percile dalla famiglia romana Porcia. Sono infatti di questo periodo oltre a considerevoli testimonianze, anche alcuni reperti autentici come un ceppo sepolcrale dedicato ad una fanciulla di circa sette anni ed un pregevole sarcofago di terracotta.
In una mappa del 1739 era trascritta una residenza romana ubicata tra Civitella e Percile, i cui ruderi erano ben visibili fino a tempi abbastanza recenti.
Nelle vicinanze della Fonte degli Aliucci, è stato rinvenuto un tratto di pavimentazione in mattoni, che attesta l’uso di questa acqua, rinomata fin dal tempo dei Romani, per le sue prestigiose proprietà terapeutiche. Nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria era possibile, fino a non molti anni fa, ammirare un bellissimo portale, realizzato con alcuni reperti romani.
Dopo il periodo classico si assiste nel territorio ad un nuovo insediamento che via via si radica nei pressi delle chiese rurali e sono proprio i religiosi i primi a tramandare oralmente la storia di questa cittadina. Le prime notizie vengono riportate nella vita di San Silvestro I (Pontefice dal 314 al 335 d. C.); Anastasio il Bibliotecario (antipapa nell’anno 855) nomina il “Fundum Percilianum” in territorio Sabinensi.

L'agglomerato urbano di Percile sorse intorno al IX-X secolo e fu governato prima dall'Abbazia di Farfa (dal 1262) ed in seguito dagli Orsini e dai Borghese (dal 1608). Questi ultimi governarono a Percile nel non facile periodo di transizione tra feudalesimo e libertà. In questi due secoli, numerose furono le dispute nei confronti degli alti ed autorevoli prelati dello Stato Pontificio.
Verso la metà del 1800 alcuni uomini di Percile parteciparono ai moti risorgimentali contro il malgoverno del Papa Re. Ancora oggi la piazza principale del Paese è dedicata a Garibaldi in onore e in ricordo degli sfortunati reduci garibaldini che tornarono a Percile dopo la sconfitta di Mentana. Solo con l’annessione al Regno d’Italia di tutto lo Stato pontificio, si realizzò il sogno della libertà.
All'inizio del XX secolo i richiami di una vita più facile fecero iniziare l’epoca dell’emigrazione. Tanti figli di Percile scelsero così mete lontane. La popolazione, già poco numerosa, diminuì drasticamente. Il resto lo compì la I Guerra Mondiale alla quale Percile immolerà 27 dei suoi migliori giovani ma questo fu nulla al confronto di quello che comportò per tutta la popolazione la II Guerra Mondiale.
A quell’epoca infatti il Paese subì, oltre all’occupazione tedesca, anche un bombardamento e ancora oggi i più anziani ricordano la precipitosa fuga dal paese alla ricerca di una capanna o di una grotta per evitare le rappresaglie degli invasori.
Percile è caduta, si è risollevata e ha iniziato un percorso che gli hanno permesso di riprendere il suo cammino nella modernità, sempre con un occhio di riguardo al passato.
Certamente la sua posizione nella rigogliosa Valle dell’Aniene la rende un piacevole posto per camminate alla scoperta dei Lagustelli.
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