IV Forum Energia del Lazio
IV Forum Energia del Lazio

Sostenibilità o non sostenibilità?

Dopo tanto tempo sono tornata ad un incontro sull’energia, e precisamente al IV Forum Energia del Lazio organizzato da Legambiente giusto al centro di Roma. E già questo valeva il viaggio.

Mi aveva avvisata Francesca Brunetti, che avevo conosciuto da giovane ricercatrice e oggi è professoressa e intraprendente direttrice del laboratorio CHOSE - Centre for Hybrid and Organic Solar Energy dell’Università di Tor Vergata.

Due cose mi hanno colpito: la prima che grazie ad una associazione si parla di energia in termini operativo-tecnologici e non finanziari, come invece si affronta questo tema nei posti decisionali. La seconda è la mole incredibile di leggi che nei titoli favoriscono l’energia distribuita e l’autoproduzione ma nei fatti sono solo un elenco sterminato di procedure ed obblighi in grado di far naufragare anche i più esperti.

L’esperienza accumulata negli anni, e il distacco temporale che mi separa da questi incontri, mi permette di avere una visione globale e di percepire i reali cambiamenti. E devo dire che non vedo molti cambiamenti oltre il fatto che la parola sostenibilità ha perso di efficacia e si è allontanata dal suo significato originale.

Quando insegnavo all’università la sostenibilità la rappresentavo sempre con un triangolo ai cui vertici si trovavano gli aspetti economici, sociali ed ambientali. L’equilibrio di questi era la prova della reale sostenibilità di una soluzione e la sua praticabilità immediata.

A distanza di 10 anni la parte economica è diventata finanziaria e ha preso il sopravvento sulle altre due, gli squilibri sociali si sono ampliati e il clima di tensione internazionale ha riportato la concentrazione su tecnologie del passato. Numerose piccole industrie hanno chiuso lasciando il posto a gigafactory (e già il nome americano è un programma) che mi ricordano i No-Luogo di Marc Augè.

Non c’è da stupirsi se il sentiment generale nel web sulla parola sostenibilità sia sempre più negativo e se le persone inizino ad associale questa parola a nuovi disequilibri che colpiscono il loro portafogli drenando ricchezza verso il capitale finanziario.

Eppure, le piccole tecnologie sostenibili hanno invaso le nostre vite: pannelli solari ormai economici sono disponibili nei centri commerciali e la piccola produzione distribuita è una realtà inarrestabile. Luci da giardino, pompe di campagna e perfino i balconi di molte case in città sono puntinati da pannelli solari ai quali però viene associata la parola convenienza e non sostenibilità.

Vengono fatte scelte di energia distribuita solo per motivi pratici e convenienti da un punto di vista economico perdendo la poesia della sostenibilità ambientale.

Penso sia tempo di analizzare meglio il significato della parola sostenibilità perché se la vita delle singole persone è diventata più ‘sostenibile’ (raccolta differenziata, energie rinnovabili, avvicinamento alla natura, ecc.), il sistema in generale è diventato meno sostenibile.

È ora di studiare una nuova semantica che possa differenziare le scelte individuali realmente sostenibili da un rapace greenwashing asfissiante.

 

Roma Lega Ambiente

Scritto da
Claudia Bettiol

Ingegnere, futurista e fondatrice di Discoverplaces. Consulente per lo Sviluppo Turistico dei Territori, specializzato nella sostenibilità e nella promozione culturale dei piccoli territori e delle...

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