Civitavecchia. Chiesa dei Santissimi Martiri Giapponesi

La Chiesa dei Santissimi Martiri Giapponesi ha un suo sobrio stile neoclassico con la facciata che ricorda un tempio greco ma al suo interno nasconde un sorprendente stile unico nel suo genere che rappresenta una confluenza fra oriente e occidente.
La chiesa prende il nome da San Pierbattista e dai suoi 25 compagni martirizzati a Nagasaki nel 1597 mentre cercavano di evangelizzare il Giappone. La loro storia era iniziata nel 1549 con tre gesuiti partiti dalla Spagna per il Giappone dove incontrarono il daimyo di Kagoshima. Dopo un primo appoggio alla creazione di una missione, sotto la pressione dei monaci buddisti, il daymo ritirò il suo consenso.
Tutto questo processo va inquadrato nella espansione coloniale in Asia di Spagna e Portogallo e nel desiderio dei governanti giapponesi (Shogun e imperatore) di limitare il potere dei monaci buddisti.
In questa lotta di potere, il 5 febbraio 1597 a Nagasaki vennero martirizzati tramite crocifissione 26 missionari cattolici: 3 gesuiti giapponesi, 6 francescani europei e 17 terziari francescani giapponesi. 
Nonostante il mancato appoggio governativo, la missione ebbe comunque un certo risultato convertendo 300.000 cristiani ma nel 1630 la religione cattolica venne bandita dal governo e i pochi fedeli furono costretti a rimanere nell’ombra.
La chiesa è stata compromessa dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e dopo la sua ristrutturazione è stata affrescata dall’artista giapponese Luca Ryuzo Hasegawa. Luca è il suo nome dopo il battesimo cattolico in onore di San Luca patrono dei pittori.
E’ il pioniere della tecnica degli affreschi in Giappone ed è il fondatore della Associazione degli Artisti Cattolici Giapponesi.
Tra il 1951 e il 1957 ha decorato la chiesa di Civitavecchia con una serie di affreschi che raccontano la storia dei martiri e la loro crocifissione e una splendida Madonna con il Bambino che ha tratti del viso orientali e indossa un Kimono del XVI secolo.

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DiscoverPlaces

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