Il palazzo dei Priori ospita la sede del comune di Viterbo e fu costruito a partire dal 1264 su quello che un tempo era il terreno di pertinenza della vicina Chiesa di Sant’Angelo Spatha.
Il suo stile attuale è frutto di un riammodernamento rinascimentale del a metà del Quattrocento in cui l’edificio venne alzato di un piano e collegato al vicino Palazzo del Podestà. Oggi in questo collegamento si trova la Pinacoteca di Viterbo. In questo periodo il palazzo doveva ospitare il Governatore del Patrimonio di San Pietro.
La facciata attuale è caratterizzata da un lungo porticato di archi a tutto sesto posto davanti all’edificio. In corrispondenza degli archi (ma non in modo simmetrico) ci sono due file di aperture, più grandi al piano di rappresentanza con la forma della ‘croce guelfa’ e ad arco più piccole al piano soprastante della servitù. Nel mezzo della facciata si distingue lo stemma di papa Sisto IV Della Rovere (1481) a cui si deve il finanziamento dei lavori.
Dalle finestre del Palazzo dei Priori si gode una perfetta visione del passaggio della Macchina di Santa Rosa il 3 settembre e per questo nella piazza vengono allestite delle tribune mentre una delle finestre è dedicata solo agli ospiti più illustri.
Da una porta sotto il porticato rinascimentale, si accede al cortile interno del palazzo e al giardino che arriva verso porta Faul. Sul terrazzo che domina la valle si trova una elegante fontana del 1626 mentre uno scalone porta al primo piano.
Tutto il primo piano è occupato da 4 saloni affrescati: uno dedicato ai miracoli della Madonna della Quercia, una detta Sala Erculea affrescata da Baldassarre Croce con immagini della Tuscia, una che ospita il Consiglio della Città e l’ultima sala, detta delle bandiere, affrescata con i paesaggi della Tuscia.
La sala del Consiglio ha tutti gli scranni in cui da secoli si siedono le persone che governano la città ed è stata affrescata nel 1558 dal maestro Teodoro. Le immagini rappresentano scene mitologiche in cui racconta la storia di Viterbo e gli stemmi di papi Borghese e Chigi che erano residenti a Viterbo.
Secondo una leggenda Viterbo sarebbe stata nata dall’unione di 4 castelli fondati da Noè.
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