Viterbo. Palazzo Doria Pamphili a San Martino al Cimino

La storia di Palazzo Doria Pamphili segue quella della famosa Abbazia di San Martino al Cimino nel comune di Viterbo, infatti originariamente questa era chiamato il Palazzo dell’Abate e nel Quattrocento i monaci vi si rifugiavano in caso di problemi. Al piano terra si trovava l’antico ospedale dei pellegrini collegato all’abbazia.

Nel 1564 il palazzo divenne di proprietà dei principi di San Martino, il fratello di papa Innocenzo X Pamphili e sua moglie Donna Olimpia Maidalchini. La vita di Donna Olimpia è quella di una donna molto particolare e in un certo senso moderna. Era nata ad Acquapendente nel 1591 ed era destinata al convento ma dichiarò di essere stata importunata dal direttore spirituale e riuscì a sposarsi.

Rimasta vedova dopo tre anni andò a Roma e sposò Pamphilio Pamphilj stringendo un forte legame con suo fratello Giovanni Battista. Si dice che Giovanni sia diventato papa anche grazie al forte influsso di Donna Olimpia nella vita romana al punto che veniva chiamata ‘Papessa’. Dopo essere rimasta vedova per la seconda volta, il papa le donò il complesso dell’abbazia chiusa di San Martino al Cimino, un feudo dell’area circostante e la nominò principessa di San Martino.

Suo figlio Camillo diventerà poi Generale e Comandante della flotta papale e la sua vita sarà fortemente influenzata dallo stile di vita della madre.

Arrivata a San Martino al Cimino, Donna Olimpia trasformo questo palazzo nella sua residenza e incaricò grandi architetti di trasformare il borgo e riammodernare il palazzo medievale. Vi hanno lavorato architetti della scuola di Borromini e nella ristrutturazione di questo palazzo vennero impiegati anche alcuni materiali provenienti dal palazzo di Piazza Navona a Roma.

Il palazzo presenta 5 livelli con un primo piano parzialmente interrato destinato al Cantinone e un piano rialzato con la famosa Sala Aldobrandini.

Ma il vero stupore è al Piano Nobile con una serie di sale affrescate come la sala Donna Olimpia che ha un particolare soffitto a cassettoni che ha ancora funzionante il sistema con cui veniva abbassato per essere sistemato. Abbassare il soffitto, poi, era molto utile in inverno perché riduceva il volume delle stanze e quindi dell’aria che si doveva scaldare per raggiungere un certo benessere.

Le sale del vicino ex monastero cistercense, come la bellissima Sala Monaci, sono state trasformate e impreziosite da affreschi del XV e XVI di pittori manieristi famosi come il Zuccari, che era stato allievo di Raffaello, Romano, Gherardi, Zaga e Tibaldi.


Scritto da
DiscoverPlaces

Discoverplaces.travel promuove i piccoli borghi Italiani e crea ponti con i discendenti italiani all'estero attraverso il Premio Town Ambassador.

Iscriviti alla Newsletter

Scopri un territorio attraverso le emozioni di chi l'ha raccontato in prima persona.