Il Castello rappresenta il cuore del borgo fortificato di Fumone.
Un luogo importante, un tempo sede dei feudatari di Fumone, carcere dello Stato Pontificio riservata a prigionieri politici e osservatorio straordinario su valli, città e importanti assi viari che conducevano verso il Sud.
Da fortezza militare e prigione pontificia è poi stato trasformato in residenza privata solo nel 1588 quando fu venduto ai marchesi Longhi De Paolis che è ancora la proprietaria.
Come ogni castello che si rispetti, anche quello di Fumone ospita fantasmi dal passato.
Si dice che di notte si senta il rumore delle ferraglie delle armature che si spostano velocemente tra le stanze dell’antico maniero, come pure l’inquieto vagare della duchessa Emilia Caietani alla ricerca del figlioletto Francesco, avvelenato dalle sorelle per questioni di eredità nella seconda metà del 1800.
Si favoleggia anche che, specialmente nel Medioevo, nel Castello fosse in vigore lo “Ius primae noctis” ossia il diritto del feudatario di concedere matrimonio ai suoi amministrati arrogandosi la possibilità di consumare la prima notte di nozze con la futura sposa.
Un pozzo all’interno del museo sembrerebbe collegato a questo diritto.
Il castello è aperto al pubblico e il percorso di visita si sviluppa attraverso le sale del piano nobile, il Santuario di papa Celestino V, i giardini pensili e la galleria d’arte contemporanea.
(Elisa Potenziani)
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