Il Santissimo Salvatore è il compatrono di Militello in Val di Catania e dal 1788 si celebra il 18 Agosto, ma l’atmosfera di festa risuona nelle strade già nei dici giorni precedenti.
La festa del patrono: il SS. Salvatore
La festa del SS. Salvatore ha inizio 10 giorni prima del 18 Agosto, con la “Cantata” di canti e preghiere, le campane che suonano a festa e i cannoni che sparano a salve.
In serata, per le vie principali si porta in processione una tela, raffigurante il volto di Cristo Salvatore, opera di un ignoto artista degli inizi del 1800.
I fedeli in corteo, passando fra i quartieri e dinanzi a chiese e monasteri della città, intonano un ritornello per annunciare l’approssimarsi della festività.
Essa è preceduta da numerosi eventi ricreativi e dalle celebrazioni del “Novenario”, i 9 giorni seguenti, fino al giorno 17, “Vigilia” della festa, nella quale si svolgono alcuni riti tradizionali.
La mattina, il corpo bandistico locale gira per la città per la tradizionale questua; la sera, il Sindaco e le Autorità religiose e civili, scortati dalla delegazione del Comitato per i festeggiamenti, si recano alla Chiesa Madre.
Ognuno reca con sé la propria chiave in argento con cui aprire la porta in bronzo del sacello (il Sindaco la chiave “Vrbis Praefe - Patrono Svo”, il Presidente dei festeggiamenti la “Vniversitas Militelli - Patrono Svo”, il Parroco la “Archipresbyter - Patrono Svo”).
All’offerta del cero votivo e fiori al patrono segue lo svelamento della tela con l’effigie del Santissimo Salvatore.
La mattina del 18, centouno colpi di cannone e le campane annunciano il giorno della festa.
Il solenne Pontificale della mattina apre le celebrazioni pomeridiane, con l’uscita del fercolo dalla Chiesa Madre.
In occasione della processione, i genitori affidano i figli ancora neonati al Patrono, vestiti solo del tradizionale abitino rosso, simbolo di fede e devozione per Cristo.
La processione si conclude, fra variopinti fuochi d’artificio, con la salita verso il Monte Calvario.
I festeggiamenti si concludono con la “Veglia di preghiera” del 24 e un’ultima breve processione sino ai “quattro canti” il 25.
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