

L’incantevole piccolo borgo medievale di Casaprota su un poggio ai piedi dei Monti Sabini lungo la Via Salaria, la via che portava il sale nella Sabina, a nord est di Roma.
Non si hanno molte notizie della sua storia ma per certo la valle era utilizzata dai romani per l’agricoltura e sparse nel territorio si trovano presenze di antiche ville romane di campagna.
Con la caduta dell’Impero Romano, le ville vengono abbandonate e le persone cercano riparo in fortezze su alture. Intorno al mille questa fortezza era inizialmente controllata dalla potente vicina Abbazia di Farfa.
Il nome è un composto della parola “casa” e presumibilmente di un nome di persona, la cui origine non è chiara.
Con il declino del potere dell’abbazia che si era trovata al centro della lotta fra papato e impero, Intorno al XII secolo, il castello di Casaprota faceva parte dei possedimenti della famiglia De Romania che allora controllava quasi tutta la Sabina.
Il borgo con la chiesa di San Domenico si è formato attorno al castello che nel XVI secolo viene trasformato in palazzo gentilizio con l’apertura di finestre e ampliamenti per la zona di rappresentanza.
Nel 1500 venne edificata la chiesa di Santa Maria delle Grazie dopo il miracoloso ritrovamento di una immagine sacra della vergine e subito divenne meta di pellegrinaggi.
Nel 1604 il feudo di Casaprota venne incamerato nei possedimenti diretti del governatorato della Sabina della Stato Pontificio.
Fra le delizie di Casaprota bisogna assaggiare il famoso olio extra vergine della Sabina DOP che viene festeggiato ogni anno nella Sagra della bruschetta.
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