Civitella Alfedena


Stemma di Civitella Alfedena

Civitella Alfedena è un suggestivo borgo medievale, incantevole e circondato da una natura rigogliosa e preponderante immerso nel cuore del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.

Il borgo ha circa 300 anime e si trova ai piedi del Monte Sterpi d'Alto (1.966 metri) in mezzo al gruppo montuoso dei Monti Marsicani e sopra il lago di Barrea.
Questo territorio dell'Alto Sangro, il principale fiume, ha un antico retaggio e fu abitato fin dal Paleolitico superiore come attestano i rilevamenti archeologici nella grotta Achille Graziani.

“Sebbene io sia piccolo paese, ho un passato illustre. Aufidena mi fu cara madre. Un tempo risplendetti mentre essa fioriva. Ora mi rimane un nome glorioso”.

Questo è il testo di una singolare iscrizione andata perduta mentre molteplici altri reperti rinvenuti nel suo territorio confermerebbero l'antichità e la dignità del piccolo borgo di Civitella Alfedena tanto che molti storici lo considerano il centro più vetusto fra quelli che si specchiano nel lago di Barrea.

Abitato da antiche comunità di lingua “Osca” o Sannite che hanno creato l'insieme dei tratti specifici della cultura locale e che sono state unificate dall'impronta di Roma dopo le Guerre Sannitiche.

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Una delle ipotesi più affascinanti e misteriose delle sue origini è che nasca sulle macerie di Fresilia, antica città conquistata da Roma nel 450 AC dal console Valerio Massimo, di cui rimase unicamente il santuario maggiore.

Durante l'impero di Augusto, Civitella fu riordinata secondo la ripartizione regionale che la comprese nella IV regione (Samnium o Sabina).

Dopo la caduta dell’impero romano, i Civitellesi a causa delle incursioni barbariche e delle successive scorribande saracene furono costretti a rifugiarsi nella “Rocca de Entramonte”, una piccola fortezza eretta nel 1060 in Camosciara ad opera dei benedettini del Cenobio di Sant'Angelo in Barreggio.

La Rocca era territorio della Contea di Valva che in seguito diventò la Contea di Sangro.

Nel 1400 per le contese tra i suoi feudatari Antonio e Simone Di Sangro e i conti Cantelmo Di Popoli, il fortilizio si spopolò, finché, verso il 1450-80 durante le successive guerre e devastazioni, Rocca Intramonti fu definitivamente abbandonata.

Il suo antico mulino però restò attivo fino ai primi del 1900 e l'abitato non rimase desertico.

Il nome attuale compare per la prima volta come “Civitellam” solo nel 1272 e sembra attestare, insieme alla mappa ovoidale dell'insediamento più antico, un'antica funzione di centro fortificato.

Il borgo mantenne per tempo la sua forma quasi rotonda che si interseca con più strade in pendenza e nel 1742 gli fu assegnato il nome di “Civitella vicino Alfedena” mentre nel 1774-77 venne aggiunta una corona con la scritta “Civitella d'Alfedena” all'animale rampante raffigurato nel sigillo ovale.

Civitella ha fatto parte del Regno Borbonico sino all’Unità d’Italia del 1870 dopo la quale ha iniziato a spopolarsi e molti suoi cittadini sono andati in varie parti d’America. Una seconda ondata di emigrati è avvenuta dopo la seconda guerra mondiale quando era attraversato dalla linea difensiva tedesca chiamata Linea Gustav.

Oggi è uno dei centri più suggestivi del parco e comprende due riserve naturali e un museo dedicato al Lupo.






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