

Faleria è un borgo della Tuscia su una rupe di tufo a circa 40 km da Roma nella Valle del Tevere e all’interno del Parco Regionale del fiume Treja che lo attraversa. Il parco e i boschi sono attraversati da sentieri per trekking, MTB e cavallo.
Le origini di Faleria iniziano con insediamenti dei Falisci all'età del bronzo mentre i Romani arrivano intorno al 300 AC con la costruzione della Via Flaminia e l’importante stazione di posta da cui deriva Stabbia, che era l'antico nome del paese.
I primi documenti storici risalgono al mille che la assegnano come feudo al monastero dei Santi Andrea e Gregorio al Celio. Accanto al cimitero di Faleria si trovano i resti di Castel Paterno dove morì l’imperatore di Germania Ottone III nel 1002. Antiche leggende narrano di un tesoro dell'Imperatore che comprendeva una chioccia con sette pulcini d'oro.
Nel Trecento Faleria è stata feudo della famiglia Anguillara che costruì il castello Anguillara che ancora oggi è al centro del borgo e confina con la parte nord dell’abitato dove si trovano le antiche rovine di Faleria Vecchia. Questa è una delle città fantasma tra le più conosciute e suggestive del Lazio ed era stata abbandonata negli anni ’50 per il rischio di crollo della rupe.
Nel Rinascimento il castello fu ampliato e trasformato in un elegante palazzo e nelle mura difensive furono realizzate finestre e tre eleganti logge in peperino si affacciano sulla piazza della chiesa.
Fra le storie curiose c’è quella di Girolama Farnese, moglie di Giuliano Anguillara, che nel 1504 fu assassinata dal figliastro perché sospettata di aver tentato di avvelenare il figlio Giuliano con i suoi amanti.
Nel 1563 un decreto di Everso Anguillara stabiliva pene severe per chi tagliava “cerque”, perché “in breve tempo si resterebbe senza selve”. Questo spirito di rispetto per la natura rende Faleria ancora un borgo immerso nel verde con un bosco comunale di oltre 700 ettari.
Nel 1660 Stabia passò al principe Borghese che la acquistò per 110 mila scudi.
Le porte e la cinta muraria vennero abbattute nel 1900 per le nuove esigenze urbanistiche e nel 1942 venne colpita da un violento terremoto e l’insediamento originario cominciò ad essere abbandonato.
Fra le feste più sentite quella del patrono San Giuliano che si celebra il 13 gennaio con una festa religiosa e la terza domenica di maggio con grandi eventi. La festa è molto sentita e la statua di San Giuliano viene passata tra le famiglie dei Faleriani e scambiata ogni 6 mesi. Per il pranzo tradizionale le famiglie imbandiscono la tavola con il famoso timballo e l’arrosto di agnello.
Un altro evento da non perdere è la processione del Cristo Morto durante il Venerdì Santo di Pasqua.
Da assaggiare il Vino Colli Etruschi Viterbesi o Tuscia Doc e il famoso Olio di Oliva Canino DOP.
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