Limina


Stemma di Limina

Il suggestivo borgo siciliano di Limina si trova ai piedi del Monte Kalfa o Galfa su una altura dei Monti Peloritani che domina la Valle d’Agro a poca distanza dal Mar Jonio e dalla splendida Taormina.

Un territorio magnifico, attraversato dal Cammino di San Filippo, e con alcune particolarità geologiche uniche come le bellissime Gole della Ranciara che attraggono appassionati della natura e del rafting. Le gole devono il loro nome agli alberi di arancio e lungo il suo percorso regalano il meglio della Sicilia.

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La storia di Limina e della parte orientale della Sicilia è molto antica ed inizia con i Greci che la chiamarono Magna Grecia, i Cartaginesi ed infine con i Romani che trasformarono l’isola nel loro granaio. E proprio qui, nel 260 a.C. è stata combattuta una grande battaglia tra Romani e Cartaginesi durante la Prima Guerra Punica.

Sembra che il nome Limina derivi proprio dal latino ‘confine’, ed infatti questo territorio si trovava proprio a confine tra la Comarca di Messina e quella di Taormina di cui faceva parte.

Del periodo romano non si hanno molte storie a parte il passaggio di San Filippo d’Agira a Passo Murazzo intorno al 66 d.C.

San Filippo è stato un monaco ed esorcista nato ad Agira in Siria da famiglia romana nel 40 d.C. e arrivato in Sicilia per convertire l’isola. In prossimità dell’attuale Santuario a Passo Murazzo si trovano i resti di un edificio di origine romana, poi utilizzato dai bizantini fino al V secolo, mentre il nome Passo Murazzo deriverebbe da ‘passo del grande Moro’ e si riferisce al successivo periodo di dominazione araba.

Il borgo attuale si forma però intorno al 1000 quando le popolazioni cercarono rifugio in fortezze su alture al tempo dei Normanni. L’originario castello e nucleo abitativo sono andati distrutti per calamità naturali durante il corso dei secoli ,ma probabilmente ai Normanni si deve nel medioevo la ripartizione del territorio fra feudatari e l’istituzione della Baronia di Limina.

Limina era un comune aperto e già nell’XI secolo ospitava una comunità ebraica sfuggita alle persecuzioni del Califfo Omar che, rifugiatasi nel ghetto chiamato Judeca, iniziò attività nella produzione e nel commercio della seta.

Durante il periodo di dominazione Aragonese venne costruita la bellissima Chiesa della Madonna delle Preghiere proprio sui resti della antica sinagoga. A quel tempo la chiesa era collegata ad un frantoio e coltivava un ampio territorio.

Le prime notizie ufficiali di Limina risalgono al 1500 quando in Sicilia regnavano gli spagnoli di Carlo V, e precisamente al 1516 con le rivolte popolari durante il regno della baronessa Francesca Porcu.

Nel 1583 il Viceré spagnolo Marcantonio Colonna divise il territorio siciliano in unità amministrative e Limina entrò a far parte della Comarca di Taormina.

Ma il vero punto di svolta nella storia di Limina si ebbe con l’elevazione di Limina in Marchesato ad opera del potente Pietro Balsamo. A lui si deve anche la fondazione del vicino comune di Roccafiorita, quando nel 1610 ricevette il Privilegio di Abitare o Licentia Populandi dal Cardinale Giannetto Doria, Arcivescovo di Palermo e luogotenente del Re.

In questo periodo il territorio era ricco ed irrigato dalle acque e si produceva olio, vino, seta, biade e si allevavano animali.

Pietro Balsamo era diventato barone molto presto e dopo aver sposato la figlia dei principi di Castelvetrano, nel 1599 era stato nominato Marchese da Filippo III re di Spagna. Entrò poi a far parte della Deputazione del Regno, che si occupava di eseguire le delibere del Parlamento Siciliano.

Dopo aver ricevuto il titolo di Principe di Roccafiorita, divenne poi deputato dal 1621 al 1626 e fu presidente della Pia Istituzione dei Cattivi che si occupava dei prigionieri siciliani in mano agli islamici. Morì poi nel 1646 senza eredi e lasciò tutto a suo nipote Giacomo Bonanno.

Dopo la rivolta di Messina contro li spagnoli, nel 1676 il comune di Limina fu assoggettato all’autorità militare del vicino comune di Savoca, anche se mantenne sempre una certa autonomia amministrativa. 

Durante il Settecento, Limina era famosa per le sue miniere di piombo, argento, carbon fossile e aveva una piccola fonderia ad un fuoco, una delle due presenti nei Monti Peloritani. Le sue miniere sono raccontate nel manuale di Mineralogia del 1798 di Pietro Gambadauro. In questo periodo venne anche autorizzata la professione di un notaio che doveva servire i comuni di Limina e Roccafiorita.

Quando, dopo il passaggio di Napoleone, il feudalesimo venne abolito, nel 1821 venne istituito il comune di Limina. L’ultimo feudatario è stato il marchese Giovanni Colonna Branciforte.

Come in molti comuni siciliani, anche a Limina ci furono sommosse in occasione dei moti unitari del 1848 e molti liminesi si arruolarono tra i garibaldini a favore dell’Unità di Italia.
Ma a parte le Società Operaia di Mutuo Soccorso e la Società Agricola di Mutuo Soccorso, l’unità d’Italia non portò i benefici sperati dalla popolazione e molti liminesi dovettero abbandonare il proprio paese in cerca di fortuna soprattutto negli Stati Uniti.

Nel 1908 Limina subì le conseguenze del terribile terremoto della vicina Messina del 1908.

Dopo il secondo dopoguerra si sono verificate altre ondate migratorie verso gli USA, il Venezuela, l’Australia e l’Argentina.

Fra le feste si celebra quella del patrono san Sebastiano Martire il 20 gennaio e quella della compatrona Madonna delle Preghiere il 15 agosto. Ma le più sentite sono quella di San Filippo d’Agira l’11 maggio, seguita dall'Ottava, e il 16 agosto dedicata agli emigrati. Fino a poco tempo fa anche a New York e Caracas si celebrava la festa di San Filippo d’Agira.






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