Lucca Sicula è uno splendido borgo Siciliano tra Agrigento e Palermo adagiato su una collina che separa la Valle del fiume Verdura da quella del Gebbia.
La vallata era già abitata al tempo dei Sicani e poi ha visto un succedersi di dominazioni. Si sono trovate tracce di un insediamento agricolo del periodo romano quando la Sicilia era il granaio dell’impero.
Sempre in questa area, intorno al 1100 i Normanni edificarono la città di Villanova che però venne distrutta e mai più ricostruita.
Non si hanno altre informazioni fino al 1622, anno di fondazione del borgo attuale.
Prima di allora, questa zona chiamata Culla e apparteneva ad un feudo della famiglia Perollo. L’ultima sua discendente di questa famiglia era la nobile Francesca che lo portò in dote al marito Francesco Lucchesi Palli, principe di Campofiorito.
Per aiutare il marito, Francesca ottenne dal re la “Licentia Populandi”, fece bonificare l’area e iniziò la costruzione di un primo insediamento. Per popolare questo insediamento diede i terreni in enfiteusi ai contadini e ogni famiglia poteva coltivare un proprio appezzamento se si stabiliva per almeno 12 anni consecutivi nel borgo.
Il nuovo centro venne chiamato Lucca in onore della città d’origine del marito. Grazie a questo insediamento, il marito ottenne il titolo di Marchese con un privilegio del re di Spagna Filippo IV d’Asburgo, noto anche come Filippo II Il Grande.
Intorno al Seicento in Sicilia vennero fondati diversi centri abitati perché i nobili che avevano un loro feudo popolato potevano reclamare un seggio al Parlamento Siciliano.
La prima chiesa di Lucca risale al 1645 sempre ad opera di Francesca perché la Licenza Populandi imponeva anche la costruzione di un edificio religioso.
La coppia non ebbe figli e il feudo passò prima al collegio dei Gesuiti di Palermo e poi nel 1760 a Geronimo Filangeri la cui famiglia lo governò a lungo.
Le vere costruzioni e la forma attuale del centro storico iniziarono nell’Ottocento con la costruzione di Palazzo Lo Cascio, della chiesa del Santissimo Rosario e di quella di Santa Maria Santissima Immacolata.
La differenza fra proprietari terrieri e contadini era comunque molto forte e i cittadini di Lucca si impegnano nei moti rivoluzionari del 1848 e poi a supporto dell’avanzata di Garibaldi. Un sostegno di breve durata e la delusione dei sogni garibaldini fece nascere il fenomeno del brigantaggio antiunitario.
Il nome definitivo di Lucca Sicula le venne dato dopo l’Unità d’Italia, nel 1863, per distinguerlo dalla città toscana.
Nel 1892 la rivolta dei contadini dei Fasci Siciliani portò alla parziale ridistribuzione delle terre e alla proprietà diffusa. Ma la povertà della condizione dei contadini era ancora forte e dal primo Novecento molti cittadini di Lucca Sicula emigrarono in America in cerca di fortuna.
Le rimesse di questi emigranti per un certo periodo hanno contribuito a migliorare le condizioni dei residenti di Lucca Sicula.
L’agricoltura è la principale risorsa e l’olio extravergine da olive Biancolilla e Nocellara del Belice è l’oro verde di Lucca Sicula. Questo olio viene celebrato con una festa ogni anno.
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