

Rosello è un piccolo, caratteristico borgo abruzzese di montagna, in provincia di Chieti. Arroccato su una rupe a quasi mille metri d’altezza, è circondato da fitti boschi e dal paese si domina la splendida valle del fiume Sangro. Nel suo territorio è compresa la Riserva Regionale Abetina di Rosello, uno degli ultimi nuclei forestali di abeti degli Appennini dove si trovano anche le cascate naturali più alte d’Italia.
Il territorio fu abitato sin dai tempi antichi dai Sanniti, un popolo fiero e bellicoso che combatte contro i Romani e fu sconfitto solo dopo tre guerre intorno al 350 a.C. La conquista romana portò la creazione di colonie e tutta l’area venne compresa nella Regio IV Samnium.
Alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, tutto il territorio subì le invasioni dei barbari e soprattutto dei Longobardi, che con il loro re Alboino invasero l’Italia nel 568 d.C. e rimasero in Abruzzo per quasi 5 secoli.
Per difendersi dalle continue scorrerie dei barbari, le popolazioni locali lasciarono le pianure e si trasferirono a vivere in collina in paesi fortificati, vere e proprie fortezze, dando vita a quel fenomeno conosciuto come “incastellamento”.
Sopra il paese, si possono osservare dei ruderi di una torre cilindrica, chiamata Torre Circolare e l’antico recinto di una roccaforte di cui restano poche tracce, e che sarebbe ancora da esplorate.
La parte più antica del borgo ha ancora le case in pietra irregolare di montagna, addossate le une alle altre, da cui spuntano le rocce dell'altura di montagna sopra cui fu costruito il paese.
Durante il dominio dei Longobardi, tutto il territorio abruzzese entrò a far parte del Ducato di Spoleto, mentre alcune aree furono possesso dei monaci di grandi abbazie sviluppatesi nel 9° secolo
Rosello, in questo periodo, fu colonizzato dai monaci benedettini dell'abbazia di San Giovanni in Verde, il cui nome deriva probabilmente dal vicino Rio Verde.
Il paese viene nominato per la prima volta in un documento solo nel 12° secolo.
Nel 15° secolo fu feudo della famiglia Caldora, una nobile famiglia di cavalieri originaria della Francia che si trasferì in Italia al seguito del re Carlo I d’Angiò, con cui erano imparentati, per prendere parte alla conquista del Regno delle Due Sicilie.
Fu poi feudo dei Del Gesso e dei Bernardo, una nobile famiglia che sembra sia originaria della Repubblica di Venezia.
Verso la fine del 1600, Rosello divenne di proprietà dei Caracciolo, una tra le più antiche e potenti famiglie napoletane che possedeva centinaia di feudi, a volte veri e propri Stati. Inoltre aveva numerosi rami e tra questi c’era quello di Ferrante che aveva ottenuto il principato di Villa Santa Maria in Abruzzo e che divenne proprietario di Rosello.
L’economia locale è sempre stata quella agricoltura e pastorale ma la vita locale è stata segnata da diverse tragedie nel corso dei secoli: prima un’epidemia di peste nel 1656, poi una frana e una gelata nel ‘700 che causarono l’emigrazione della maggior parte degli abitanti.
Il paese subì poi due terribili terremoti, nel 1703 e nel 1705, che lo distrussero quasi completamente.
Una figura importante della famiglia Caracciolo è stata San Francesco Caracciolo, fondatore dei chierici regolari e figlio proprio del primo barone Ferrante, che fu canonizzato da Pio VII nel 1807.
Nella seconda metà del 1600, Giulio Caracciolo, fratello del santo, fece costruire la piccola frazione di Giuliopoli, a cui diede il nome.
Con l’arrivo dei francesi di Napoleone, nel 1806 venne abolito il feudalesimo e riorganizzata tutta l’amministrazione dei territori, così Giuliopoli perse l'autonomia amministrativa e divenne una frazione di Rosello.
Dopo l’Unità d’Italia nel 1861, iniziò il fenomeno dell'emigrazione in cerca di fortuna che fece ridurre drasticamente la popolazione di Rosello.
Rosello si anima ogni 8 settembre per la festa della “Madonna di casa in casa”, e migliaia di persone tornano a Rosello da ogni parte del mondo per tenere per un giorno la Madonna.
In quel giorno, un antico dipinto del 1500-1600, raffigurante la Madonna del Purgatorio viene portata in processione per tutte le strade del paese, senza tralasciare nessun vicolo e nessuna casa, con peripezie per far passare la tela nei punti più stretti.
L’evento è particolare per la staffetta con cui tutti gli abitanti a turno portano la tela, e finisce al tramonto quando l’immagine torna alla sua dimora abituale salutata dai fuochi di artificio e dalla banda musicale.
Foto di copertina da Wikipedia
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