

Sante Marie è un piccolo borgo abruzzese, un gioiello su un colle a 850 metri di quota circondato dai i Monti Carseolani. Un territorio ricco di acque sotterranee e di grotte, con monti aspri e selvaggi, conosciuti come le Dolomiti d’Abruzzo, che hanno temprato il carattere degli abruzzesi che ci vivono.
Il comune fa parte della Riserva Naturale Regionale Grotte di Luppa (dal nome di un incredibile inghiottitoio lungo 1180 metri) e qui si imbottiglia l’acqua Fonte della Rocca da una sorgente a 1100 metri di quota. Grazie ai suoi boschi, Sante Marie fa pare della Associazione Nazionale Città del Castagno.
La sua storia è antichissima ed inizia quando questo territorio era conteso fra gli Equi e i Marsi, si trovano tracce di antiche mura a secco di borghi fortificati.
I Romani arrivarono nel 303 a.C. conquistando la vicina Alba Fucens, creando la Regio IV Sabinum et Sannium e dando alla regione un preciso assetto amministrativo. Restano i resti di un insediamento romano nella zona di Colle Nerino.
Con la caduta dell’impero romano, arrivarono i barbari e la popolazione si rifugiò su una altura in una fortezza. Venne scelto il colle di Sante Marie perché dominava due valli, e quindi due possibili accessi da dove potevano arrivare gli attacchi dei nemici.
Tutta questa area entrò poi sotto il controllo dei Longobardi e precisamente del Ducato di Spoleto che riportarono ordine bonificando e costruendo strade. In questo periodo fu costruita una prima torre.
Contemporaneamente l’azione della chiesa si manifesta nella organizzazione territoriale delle diocesi vescovili e nella creazione di piccoli monasteri. I Benedettini sono stati i primi ad arrivare dando origine ad un cenobio che poi diventò la Badia di Santo Stephani in Caprili.
In seguito, lentamente si formò il primo nucleo dell’attuale borgo e il suo nome deriva da quello di una chiesetta all’interno di una fortezza, il Castrum Sanctae Mariae.
Fra i primi documenti scritti, vi è una bolla papale di Papa Clemente III del 1188 che riporta la presenza di 7 chiese nel territorio.
Con l’arrivo dei Franchi e la nascita del feudalesimo, Sante Marie rientrò nella signoria di Tagliacozzo retta da Oderisio de Pontibus. Seguirono altre dominazioni fino all’arrivo dell’imperatore Federico II di Svevia che dominò tutta la scena italiana entrando in forte contesto con il papato.
I papi favorirono allora l’arrivo degli Angioini di Francia e Carlo I d’Angiò sbaragliò tutti gli eredi di Federico II nella grande battaglia che si è combattuta proprio nella vicina Tagliacozzo.
Con gli angioini il territorio di Sante Maria fece parte della Contea di Albe e venne assegnato al cavaliere francese Oddo di Toucy, Oddone de Tuziaco.
Dal 1294, l’area venne poi assegnata alla famiglia Orsini e quando sul trono di Napoli arrivarono gli Aragonesi di Spagna, nel 1497 il re assegnò l’area alla famiglia Colonna.
La vita del paese è stata segnata da due eventi calamitosi: una carestia nel 1764 e da una siccità nel 1779.
Lungo il territorio di Sante Marie passava il confine tra lo Stato Pontificio e il Regno Borbonico e nel 1846 lungo tutta la linea vennero posizionati dei Cippi di Confine che ancora oggi sono sentinelle mute della storia.
Come lungo tutte le linee di separazione fra stati, anche a Sante Marie si verificavano diversi fenomeni di brigantaggio e di contrabbando e ci sono molte leggende su misteriosi tesori nascosti.
I Colonna tennero il feudo fino al 1806, quando i francesi di Napoleone arrivarono al sud e abolirono le leggi feudali.
Con la restaurazione dei Borbone sul trono di Napoli, Sante Marie divenne comune e fece parte del distretto di Avezzano. Nel 1861 entrò nel Regno d’Italia dopo uno degli episodi più significativi del contrasto tra l’arrivo dei Sabaudi e il tentativo di resistenza Borbonico.
Nel Museo del Brigantaggio a Palazzo Colelli si racconta la storia del leggendario generale catalano Josè Borjes venuto nel Sud Italia nel tentativo di organizzare la riconquista da parte dei Borbone.
Il generale venne catturato l’8 dicembre del 1861 proprio a Sante Marie ed in sua memoria è stato posto un cippo a Casali di Luppa.
Nel 1915, il paese venne colpito dal disastroso terremoto del 1915 di Avezzano e della Marsica che spinse ancora una volta le persone ad emigrare. Nel 1920 è stata completata la scoperta dell’Inghiottitoio della Luppa che si rivelò uno dei più lunghi d’Europa.
La storia dei briganti è il filo conduttore del paese e ha ispirato il Cammino dei Briganti, un percorso ad anello di circa 100 km fra le quote di 800 e 1300 metri e che ripercorre i sentieri dove un tempo si aggiravano i briganti.
Foto di copertina di Marica Massaro
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