Mia nonna, come tutte le nonne, è una cuoca eccezionale ma di dolci se ne intende poco, preferisce mangiarli, un po' come me.
Fortunatamente, però, mio nonno ha costruito casa nostra esattamente a metà tra due forni, Egle e Buglia. E così la mattina presto oppure a tarda notte, da bambina ed ancora oggi, ovunque mi affaccio, sento l'odore del pane.
Nel periodo pasquale in particolar modo i forni lavorano parecchio e come dimenticare le corse al forno per comprare la pizza sbattuta ... o cresciuta? Davanti a quel bancone iniziava ad assalirmi un dubbio esistenziale che ha segnato la mia infanzia:
-Dimme Fiamé
-Una pizza... di pasqua
-Cresciuta o sbattuta?
-Eh.. Quella che compra nonna
-Io nonnota la conoscio ma che ne saccio io quale se magna.
-E nonna si mangia quella più buona
-Tòcca sarà quella sbattuta, se non va bé reportamela subito
Suspance…
Era quella sbattuta. Rabbia.
La cosa che più amiamo della Pasqua è sicuramente la colazione, alquanto atipica, un momento sacro per tutte le famiglie, soprattutto la mia.
Ricordo vagamente che una mattina di Pasqua non ero presente, non so bene perché, non me lo ricordo. Ancora me lo rinfacciano. Questo per farvi capire l'importanza della condivisione di certi momenti.
Natale con i tuoi e Pasqua... Sempre con i tuoi.
Ed è proprio durante la colazione che mia nonna, dopo aver preparato tutto ciò che rientra nella colazione, tra cui la fatidica Coratella, mi domanda:
'ce la si portata la pizza alla suocera tea?'
Non capivo il perché, poi ho scoperto che nel passato c'era questa tradizione inviolabile che se per qualche motivo veniva trasgredita metteva a repentaglio il futuro matrimonio dei promessi sposi. E così ho compreso la ragionevole preoccupazione di nonna.
Tutto questo per dirvi che:
1) A volte un sapore o un profumo può far riaffiorare in noi degli splendidi ricordi rinchiusi in un cassetto.
2) La tradizione e la sua conservazione va portata avanti perché ci rende unici nel nostro genere.
3) La pizza sbattuta è più buona di quella cresciuta.
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