Secondo molte filosofie orientali la nostra storia è già scritta nel nostro nome e questo è quello che è accaduto a Cesidio Di Ciacca, uno scozzese dalle origini di Picinisco (bassa Ciociaria o Alta Terra di Lavoro, sono la stessa terra).
Cesidio era figlio di una famiglia che da un paio di generazioni si divide fra Scozia e Picinisco e era uno di 8 figli. Tutti i figli avevano un nome inglese che sottolineava il loro legame con la nuova patria che li aveva accolti ma quando la mamma doveva scegliere il nome di Cesidio decise di infrangere la regola che si era data e di chiamarlo con il nome del nonno.
Per anni è stato l’unico “Cesidio” in Scozia e ogni giorno doveva spiegare più di qualche volta come si scriveva. Ciacca, invece, è il nome di un piccolissimo villaggio vicino il piccolo borgo di Picinisco da cui proveniva la sua famiglia di origine italiana.
Cesidio Di Ciacca è il suo destino!
Il suo rapporto con l’Italia, anzi con Picinisco, un particolare centro al termine della Valle di Comino inserito nel Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, veniva rinfrescato da un viaggio ogni 8 anni. Infatti la nonna portava con sé un nipote alla volta ed erano 8 nipoti. Suo padre non poteva accompagnarlo perché vendeva gelati e l’estate era il periodo di massimo lavoro.
Cesidio è un raffinatissimo avvocato di affari scozzese, con un bellissimo accento ‘british’ molto musicale e una mente curiosa che ricerca e riannoda fili del passato. Se si fanno domande sulla situazione dell’emigrazione in questa zona d’Italia, Cesidio va al cuore del problema, al suo inizio con l’arrivo di Napoleone, il re Murat di Napoli e la modifica di un assetto sociale che si era perpetrato per anni.
Picinisco faceva parte del Regno Borbonico delle Due Sicilie e con Napoleone venne abolita la ‘primogenitura’ che permetteva di mantenere le proprietà di una certa dimensione e i doveri di supporto del primogenito alla conservazione del nucleo familiare. Poi con l’Unità d’Italia e la leva obbligatoria la disgregazione sociale è arrivata al punto di spingere migliaia (milioni) di persone a lasciare il proprio paese.
Chi è stato fortunato a rimanere in Europa come la famiglia di Cesidio, anche se parte si trova in America e in tutto il mondo, ha potuto mantenere un legame più viscerale con i propri luoghi d’origine.
‘I legami fra Scozia e Picinisco sono molto antichi, forse risalgono ai benedettini, e documentati in diversi modi. Pensa che Picinisco è inserita in una delle guide dell’ottocento più famose nel mondo anglosassone: ‘Handbook for Travellers in Southern Italy. Guide for the Continental Portion of the Kingdom of The Two Sicilies’ scritta da John Murray di Londra’’.
Come molti emigrati italiani, il padre lo spinge a studiare perché ‘l’educazione (formazione nel senso anglosassone) è l’unica cosa che posso darvi’, diceva il padre, e Cesidio diventa un avvocato. Nel 2007 conclude un suo percorso professionale con una vendita di una impresa in Australia e per un matrimonio torna con sua moglie e i suoi due figli a visitare Picinisco.
Anche sua moglie Selina ha i nonni italiani, di Parma, e suo padre è stato il primo della sua generazione a laurearsi all’Università in Scozia per poi tornare a lavorare a Milano dove Selina ha compiuto i suoi primi 12 anni studiando nelle scuole in Italia.
Dall’albergo diffuso al vigneto
Torniamo a Picinisco e al 2007. Allora il paese appariva meno curato di ora e per scherzo comprano una casa al centro storico, proprio poco dopo l’arco di ingresso. Pensavano di aver comprato un piccolo nucleo e si sono invece ritrovati un intero palazzo di 4 piani in condizioni non certo perfette.
Questo è il primo passo. Il resto lo possiamo vivere tutti noi.
Il palazzo si trasforma in un albergo di lusso fatto di suites con una concierge sotto l’arco del paese e ospita visitatori da ogni parte del mondo. Sin dal primo anno del 2012 l’”Albergo Diffuso Sotto le stelle” è stato ‘premio d’oro’ dal Touring Club Italia Stanze d’Italia. Ormai è partito il ‘passa parola’ sul web e le recensioni positive portano sempre più viaggiatori fra Roma e Napoli a fermarsi una notte a Picinisco in Val di Comino.
Ma il secondo passo è ancora più intrigante e riguarda il recupero del borgo i Ciacca a, dove la famiglia ha risieduto sin dal 1500, e la ri-piantumazione di un vigneto di circa 30 ettari coltivato con sole uve locali, il Maturano. Un vino che sorprende per il suo profumo e una storia particolare sul suo recupero.
Per creare una azienda ha dovuto comprare 220 particelle da 140 proprietari diversi. E una aveva 102 anni, altrimenti i proprietari sarebbero aumentati di qualche decina. Questo era il senso della parcellizzazione della terra dovuta alla fine della legge sulla primogenitura!
Con il suo spirito da ricercatore sofisticato, nel senso più bello del termine, Cesidio e Selina hanno recuperato gli antichi vitigni di Maturano da due zone vicine, due colline a poca distanza, e li hanno fatti riprodurre. Quando hanno poi trapiantato la vigna si sono accorti che i grappoli avevano due forme diverse e hanno pensato di aver sbagliato tutto.
Hanno fatto analizzare il grappolo con chicchi piccoli e quello con chicchi grandi ad un laboratorio genetico italiano che ha certificato che il DNA era lo stesso. Non soddisfatti sono andati da un secondo laboratorio francese e questo ha certificato ancora una volta che il DNA era lo stesso ma una pianta era maschio e una era femmina.
Soddisfatti del loro lavoro si sono rivolti ad uno dei migliori enologi del mondo, il toscano Alberto Antonini, per realizzare i loro tre tipi di vino in purezza: Nostalgia, Sotto le Stelle (vino ambrato) e Matrimonio, un blend fra i primi due al 50 %. Vanno provati, nessun altro suggerimento.
Dal vigneto all’Accademia enogastronomica
Se l’assaggio del vino vi ha soddisfatto, aspettate l’apertura dell’accademia con un master in eno-gastronomia nato fra l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale (Unicas) e una università in Scozia.
I locali sono pronti e un nuovo cammino inizierà a breve. E sarà ancora una volta un cammino che legherà sempre di più Picinisco, l’Alta Terra di Lavoro e la Scozia.
La conclusione della storia non c’è ma sicuramente la famiglia ha due cuori, uno in Scozia ed uno in Italia e quello pragmatico anglosassone sta facendo rifiorire quello italiano e con lui tutto il borgo di Ciacca e quello di Picinisco.
Queste sono le storie di emigrazione che vorremo poter sentire sempre. La costruzione di ponti fra culture dove continuano a passare idee, merci e amori. Dove le radici del passato servono a costruire le piante che danno frutti oggi ma anche domani e dopo-domani.
Ci vediamo all’inaugurazione dell’accademia!
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