Fiorella Lepre e Claudia Bettiol

Salone di Palazzo Pecci

Secondo il sindaco Stefano Cacciotti ci sono più carpinetani fuori Carpineto Romano che a Carpineto, e questo per la lunga storia di emigrazione iniziata agli inizi del Novecento.
Così la giornata dedicata ai Carpinetani nel mondo assume ogni anno un significato nuovo di orgoglio paesano ma anche di amore per le proprie radici.
L’amministrazione aveva organizzato una celebrazione in comune con la consegna del Premio Town Ambassador a Fiorella Lepre, una visita guidata a Palazzo Pecci con uno dei discendenti di papa Leone XIII, e un pranzo alla fraschetta del Rione Sant’Agostino a base di polenta.
Dopo la parte ufficiale mi sono immersa nello spirito della giornata cercando di scambiare qualche parola con alcuni dei ‘figli di Carpineto nel mondo’, e ognuno di loro mi ha regalato storie incredibili.
Il primo con cui ho parlato è stato Angelo Gavillucci a cui mancava una gamba e si muoveva con le stampelle. “Ma non ha mai smesso di girare per i vicoli di Carpineto e di salire e scendere le innumerevoli scale del centro storico”, mi dicevano i suoi amici. Angelo è vissuto fra Melbourne e Ottawa e nel tempo libero era un portiere di hockey sul ghiaccio. Uno sport che ha continuato anche quando è rimasto con una gamba sola. Ad un certo punto era entrato in contatto con la squadra italiana che aveva bisogno di rafforzare le difese e il suo sogno era quello di partecipare alle paraolimpiadi per la squadra italiana. Era pure arrivato in Italia ma alla fine questo sogno non si è potuto avverare: per fortuna il sogno di Carpineto è sempre stato accogliente.
Angelo Gavillucci e Claudia Bettiol

Cappella priavta di papa Leone XIII a Palazzo Pecci

Fiorella Lepre con Fraoncoise e Sandra

Entriamo a Palazzo Pecci e mentre siamo in attesa di riunire tutto il gruppo, ogni persona indicava la piccola casetta di fronte l’entrata del grande palazzo monumentale e poi parlava con i suoi vicini.
Ho chiesto spiegazioni alla mia anfitrione Fiorella Lepre, che conosce letteralmente tutti: “la casa appartiene alla famiglia Campagna e quando è morta la signora Giuseppina Cavone (che aveva sposato Pietro Giovanni Campagna) ha lasciato scritto nel testamento che non doveva essere venduta ma lasciata a disposizione di tutti i suoi figli e i loro discendenti per mantenere vive le radici con Carpineto.”
La signora aveva 10 figli, 4 sono andati in Australia, 4 in Canada e solo 2 figlie erano tornate a vivere a Carpineto. Il suo dolore di aver perso tanti figli doveva essere stato immenso, solo colmato dalla gioia di avere una famiglia piena di amore e di rispetto per la loro famiglia.
In questi giorni nella casetta di fronte risiede Romano Campagna (detto Tortoriglio) che è venuto in Italia per festeggiare il suo 90 compleanno. Riccardo vive ad Ottawa quansi per caso, a 18 anni fa aveva fatto la domanda per andare in Australia dai suoi fratelli ma in quel tempo il paese aveva chiuso le immigrazioni e allora va in Canada su invito di sua sorella.
Quando i suoi fratelli hanno saputo che veniva a Carpineto a festeggiare il suo 90 compleanno hanno cominciato a comprare biglietti aerei ed ora gli invitati dal mondo alla festa di Riccardo hanno superato le 80 persone.
Certo la casetta non regge il confronto con il palazzo, ma entro a Palazzo Pecci piena dell’amore che emanano quelle piccole mura e resto sopraffatta da tanta bellezza.
Interno Palazzo Pecci

Palazzo Pecci a Carpineto Romano

Dipinto di un corteo di papa Leone XIII a Palazzo Pecci

dipinto di Papa Leone XIII

Uccelli australiani a Palazzo Pecci

scarpe di Papa Leone XIII

Palazzo Pecci è rimasto praticamente congelato dal tempo in cui era una delle dimore di papa Leone XIII, quello della Rerum Novarum ma anche il primo papa tecnologico. A lui si deve l’introduzione della fotografia e anche il primo filmato nella storia del Vaticano. Secondo Gianni Piacitelli, discendente del papa e nostra guida all’interno del palazzo, il filmato del papa è stato fatto da americani prima ancora dei fratelli Lumiere. Il quadro del giubileo e del corteo nella Cappella Sistina è fatto grazie ad una fotografia e i volti delle persone sono così realistici che un visitatore ha potuto riconoscere un suo avo in quei volti.
Dopo la sala dei ritratti di famiglia, siamo entrati in una saletta laterale dove sono esposti alcuni dei regali del papa (come una teca con particolari uccelli australiani imbalsamati dono di un ambasciatore durante il giubileo) e una entrata alla cappella privata del papa. Siamo poi usciti dalla sua camera da letto, abbiamo attraversato due sale con vestiti d’epoca e infine ci siamo ritrovati nel cortile privato per un aperitivo con brindisi con una vista sui bellissimi Monti Lepini.
Ora di pranzo: tutti alla fraschetta del Rione Sant’Agostino a mangiare la polenta, uno dei piatti della tradizione nel cuore dei carpinetani, e mi sono trovata al tavolo con Sandra, una neozelandese che è venuta a stare un mese a Carpineto Romano.
Sandra era stata a Carpineto 30 anni fa, quando ancora c’erano pochi bagni e la doccia si faceva con gli innaffiatori. Ne era rimasta incantata ed è tornata per vedere come era cambiato il paese e tutto il pranzo si è intrattenuta con una signora australiana di Sydney a raccontare come era dura ma vera la vita di paese del passato.
Un forte acquazzone estivo ha rinfrescato l’aria e ha fatto spostare tutte le persone dai tavoli laterali così ho conosciuto il sorriso di Romano Campagna e suo figlio Marco.
Auguri Romano!!!
pranzo dei Carpinetani nel Mondo 2024

Mucche di Carpineto

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