Cotta della birra da Donna Vittori
Cotta della birra da Donna Vittori

La cotta della birra, un’esperienza da condividere

Cotta della  Birra Donna Vittori
Se siete attratti dalle birre artigianali è giunto il momento di raccontare meglio che cosa è realmente una birra artigianale. Qualcuno pensa che comincerò dagli aspetti tecnici, invece per me la birra artigianale è un fatto sociale. Solo in questo modo si può spiegare come con solo il 3 % del consumo di birra in Italia, il mondo che ruota attorno alla birra artigianale abbia fatto nascere una piccola rivoluzione culturale dai numeri incredibili.
È stato appena pubblicato da Unionbirrai il Report 2022 “Birra artigianale, filiera e mercati” che illustra alcuni numeri di questa rivoluzione.
Alla fine del 2022 in Italia si contano 1.326 birrifici (con oltre 9.500 addetti) con un trend in continua crescita. Oggi il nostro paese è arrivato ad essere al 6° posto in Europa per numero di birrifici e al 9° per volumi produttivi, e la crescita maggiore è avvenuta al centro sud con il Lazio che si è distinto positivamente.
Tutto è partito da una legge del 2010 sui birrifici agricoli che ha considerato la produzione della birra come una delle attività ammesse per le imprese agricole. Oggi i birrifici agricoli rappresentano il 22 % del totale dei birrifici artigianali in Italia e hanno dato vita al turismo brassicolo o turismo dei microbirrifici.

Perché la birra artigianale è una esperienza sociale

Lo scorso inverno ci siamo iscritte ad un corso di UDB – Unione Italiana Degustatori Birre (https://www.udbirre.it) per conoscere meglio questo mondo e valutare opportunità per la nostra azienda agricola Donna Vittori (www.donnavittori.com). Insieme a mia figlia ci siamo così ritrovate per 13 serate in un pub dove ogni mercoledì alcuni relatori illustravano il mondo delle birre artigianali guardandolo da diverse prospettive.
Quello che è emerso è non solo una varietà di esperienze degustative, ma un gruppo di persone che volevano condividere la loro passione con gioia, una sorta di buon umore professionale.
Felici di provare a fare la birra in casa, felici di assaggiare nuovi profumi, felici di ritrovarsi con gli amici al pub o in giro per i numerosi festival estivi. La chat del gruppo è ancora viva e ognuno posta nuove birre o nuovi eventi a cui poter partecipare.
Dopo aver seguito anche un corso di sommelier del vino, posso dire che certamente l’ambiente della birra dimostra una insolita attitudine alla felicità.
Ed è così che abbiamo (veramente hanno) organizzato una ‘cotta’ pubblica della birra nei nostri spazi di Donna Vittori (www.donnavittori.com) e ci siamo ritrovati tutti una domenica davanti a luppoli e malto d’orzo. Tutto il gruppo che aveva seguito il corso, oltre qualche altro amico musicista.
 
Cotta della birra da Donna Vittori
Cotta della birra da Donna Vittori
Cotta della birra da Donna Vittori

Cosa è la cotta della birra?

Un po’ come il vino, la birra è un prodotto della fermentazione di zuccheri che si trasformano in alcol ma, a differenza del vino, ci sono 4 ingredienti che devono combinarsi: cereali maltati, luppolo, acqua e lieviti.
E non pensate che l’acqua sia un fattore irrilevante! Molte famose birre sono nate per la particolarità delle sorgenti del luogo. Ad esempio: la Pale Ale è nata attorno alle acque ricche di minerali di Burton-on-Trent mentre la Pilsen è nata attorno alle acque dolci di questo paese della Repubblica Ceca. Le acque di Dublino, invece, rendono la birra scura irlandese particolarmente morbida.
Ma la patria della birra è il Belgio: non lo avrei mai detto!
Torniamo alla birra artigianale: la prima fase di assemblamento dei 4 ingredienti è chiamata ‘cotta’ e porta alla creazione del mosto della birra. La cotta si divide in 8 processi distinti ognuno dei quali aggiunge un tono particolare alla birra e contribuisce a determinare il suo stile finale. Perché le diverse varietà di birra si distinguono in stili, che sono originati in qualche paese e poi oggi si fanno ovunque seguendo l’ispirazione e la ricetta del singolo mastro birraio.
La birra si fa in questo modo da secoli: sono solo cambiati solo i tipi dei contenitori, il controllo dei parametri esterni, la varietà delle materie prime e dei lieviti. Ma attenzione che non tutte le birre fermentano grazie ai lieviti e in alcune parti del mondo (soprattutto in Belgio) si fanno ancora molte birre con lievitazioni spontanee.
La giornata della cotta è iniziata con la macinazione del malto d’orzo, eseguita con un mulino manuale, ed è terminata con l’inserimento dei lieviti. Ora il mosto è a fermentare a casa di Matteo e saremo pronti per assaggiare la birra fra un mese e mezzo, magari con un’altra festa.
A questo punto direi che ogni persona curiosa dovrebbe iscriversi ad un corso di degustazione di birra. Un’esperienza da condividere!

Scritto da
Claudia Bettiol

Ingegnere, futurista e fondatrice di Discoverplaces. Consulente per lo Sviluppo Turistico dei Territori, specializzato nella sostenibilità e nella promozione culturale dei piccoli territori e delle...

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