
Se si fanno le cose con amore si è felici, ma se si fanno anche bene si può arrivare lontano.
Ed è così che da quando abbiamo iniziato a coltivare terre abbandonate fra Paliano e Gavignano seminando dei grani antichi siamo state felici.
Ma quando abbiamo assaggiato la trasformazione di questi semi di felicità in grani (e quindi pasta) siamo rimaste colpite dal loro profumo, tanto che abbiamo lanciato il concetto di pasta di grano novello e di terroir del grano.
Allora abbiamo deciso che dovevamo condividere non solo la pasta, ma l’esperienza di questi grani con altri e per un anno abbiamo lavorato sul progetto che abbiamo chiamato ‘Una Domenica Italiana’, perché la pasta rappresenta l’Italia!
E pensando a tutti i campi abbandonati attorno a noi, alle fatiche dei contadini che seminano i grani antichi nelle aree impervie (quantomeno quelle più scomode), e che competono con i cinghiali che mangiano la metà del raccolto, non potevamo restare a gustare solo la nostra pasta.
Alcuni progetti di collaborazione con altri piccoli produttori li racconterò in un altro articolo, intanto permettetemi di essere orgogliosa perché la nostra pasta è stata scelta nella serata di gala organizzata dalla Regione Lazio per promuovere la candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

L’evento si è tenuto in uno dei luoghi magici di Roma: Castel Sant’Angelo. Una visita al castello ci ha introdotto alla conferenza stampa dove ci aspettavano il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e l’assessore all’agricoltura della Regione Lazio Giancarlo Righini.
Una delle conferenze più partecipate degli ultimi anni perché il tema della cucina italiana ci tocca da vicino, così come tocca da vicino i 250.000 ristoranti italiani all’estero e i 120 milioni (anche 150 milioni se si considerano le IV e V generazioni) di discendenti italiani all’estero.
Se la parte del leone la ha fatta Francesco Lollobrigida, che è un vero mattatore e ha fatto innamorare tutti i giornalisti con il suo racconto delle sfumature emozionali della cucina italiana e del ruolo degli italiani all’estero nella loro promozione, un grande applauso lo ha avuto Gennaro Sangiuliano quando ha annunciato che il Canto Lirico italiano era appena stato riconosciuto patrimonio dell’UNESCO per acclamazione.

Il presidente Francesco Rocca ha invece spostato la sua attenzione sul Lazio anche se il racconto più divertente è stato quando ha raccontato un piccolo ma significativo incidente diplomatico che ha coinvolto la cucina italiana. Quando era presidente della Croce Rossa sono intervenuti ad Haiti dopo il terremoto allestendo una mensa da campo per tutti i soccorritori proprio accanto alla mensa della Danimarca. I primi giorni i soccorritori si dividevano fra le due mense, poi tutti volevano andare in quella italiana mentre quella danese era deserta.
Diciamo che la cucina italiana è già un patrimonio dell’umanità riconosciuto da tutto il mondo e il migliore ambasciatore del nostro paese. Infatti, nel film Love, Eat and Pray con Giulia Roberts la sezione dedicata al cibo è stata girata in Italia.
Ha chiuso gli interventi l’assessore Giancarlo Righini dandoci la notizia che la regione aveva fatto una legge per supportare la candidatura italiana e per promuovere il ruolo delle nostre imprese. Tra l’altro, e non lo sapevo neanche io, il Lazio ha istituito il primo GAL che riguarda il mare e la nostra regione ha il 14 % delle aziende che lavorano in regime biologico (tra cui la nostra di Donna Vittori).

Al termine della conferenza stampa, ci ha raggiunto il presidente del Senato Ignazio La Russa per le premiazioni a persone emerite della regione. Fra i premiati Enrico Colavita, cavaliere del lavoro e membro della direzione della NIAF (suo nipote), che poi ho avuto il piacere di avere accanto durante la cena.
Un molisano di una energia strabordante che è stato uno degli artefici della trasformazione culturale della pasta negli USA. Grazie al suo lavoro la pasta è diventata un piatto gourmet e gli italiani ‘mangiatori di pasta’ sono diventati ‘gli italiani intenditori di pasta’.

La serata è stato un vero successo e si è chiusa con qualche selfie ricordo con amici come quello con Luca Sbardella e la sua adorabile moglie (Luca è un produttore di vino Cesanese ed è impegnato sia nella Strada del Vino che nel Consorzio e la Cantina Sociale) e con Annibale Conti che ormai è stato adottato da Paliano.
Un brindisi sulla terrazza (famosa per l’opera Tosca), che domina San Pietro e si affaccia su tutta Roma, con l’ottimo Kius di Marco Carpineti (immancabile sulla tavola di tutte le mie feste) e le preparazioni degli chef Marco Bottega, Sandro Serva e Alessandro Circiello saranno per sempre nei miei ricordi.


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