Patrizio Oliva e la sua biografia
Patrizio Oliva e la sua biografia

Patrizio Oliva, la storia di un uomo dal ring al palcoscenico

Patrizio Oliva intervistato da Claudia Bettiol

Che differenza c’è tra un ring ed un palcoscenico? A giudicare dalle emozioni trasmesse dallo spettacolo di Patrizio Oliva sembrerebbe che quasi sia naturale passare da uno all’altro.

In fondo abbiamo uno spazio piccolo, limitato da corde e messo ben in vista, e tante persone che ti guardano e ti scrutano con avidità. Eppure non deve essere così facile.

Non sono mai stata ad uno spettacolo di box, mio padre era un appassionato e da giovane la aveva praticata, ma a parte alcune nottate a vedere Nino Benvenuti non ricordo più nulla perché ci ha lasciati molto presto.

Ma il nome Patrizio Oliva lo conoscevo, le sue vittorie sono state anche le nostre vittorie di una piccola Italia che sconfigge i grandi campioni. Ha rappresentato il nostro Davide contro i Golia delle scuole americane e russe.

E quando ho visto che il suo spettacolo Patrizio Vs Oliva andava in scena a Colleferro ho sperato di poterlo intervistare e sono stata esaudita.

Lo spettacolo racconta la sua storia, ma in modo teatrale. Pensavo di trovare lo stile tipico del teatro di cronaca ed invece ho assistito ad uno spettacolo studiato con classe in ogni suo dettaglio.

Non è una biografia recitata ma è la recita teatrale di una biografia. Bellissimo.

Due attori, Patrizio e la ‘madre’ (una bravissima Rossella Pugliese che recitava con l’accento calabrese della mamma di Polistena) con una scenografia studiata in modo da cambiare con piccoli movimenti degli attori e trasmettere sensazioni completamente diverse, e una grande regia di Alfonso Postiglione.

Patrizio Oliva è un attore, non uno sportivo che recita un copione, ma un attore che interpreta il ruolo di un campione. Le sue mosse sul palco, la sua voce sono naturali e ti coinvolgono nella storia della vita di un ragazzo che viene dalla strada, che vive nella miseria e nel dolore della morte di un fratello e di un padre violento e che cerca la sua strada.

La storia di una passione sportiva e della fame di riscatto che ti fanno accettare tutti i sacrifici che bisogna fare per assaporare il gusto della vittoria.

“E anche quando si vincono le prime medaglie non si finisce di combattere. Perché a quel punto non si combatte più contro l’avversario ma contro sé stessi, contro le lusinghe della vita che potrebbero portarti a scegliere le comodità e a perdere la concentrazione sportiva. Si combatte contro sé stessi e si devono affrontare i propri mostri”.

Patrizio ha superato tutto questo e il dolore lo ha trasformato in forza. Ha fatto continuare a vivere il fratello Ciro, che sembrava predestinato ad una vita di successo nel Napoli calcio, dentro di sé e lo ha portato sulla vetta del mondo conquistando la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca del 1980.

E quando ha avuto problemi ad una mano ha imparato a combattere usando solo un braccio.

Ha riunito i dolori della famiglia portandoli ad essere tutti campioni e deve aver trasmesso rispetto e amore se l’autore della sua biografia è Fabio Rocco Oliva figlio di un altro dei suoi fratelli. Dal suo sguardo e dal modo in cui è padrone dello spazio del camerino gli chiedo come ha fatto a passare dal ring al palcoscenico:

“È stato merito del regista Luciano Capponi che una volta mi vide e di getto mi disse che sarei stato un grande attore. Ero un po’ perplesso ma ho accettato di recitare il ruolo di Pulcinella in uno spettacolo che abbiamo portato in tutta Italia. E poi si è aperto un nuovo mondo che mi piace tantissimo”.

Patrizio Oliva racconta la sua biografia a Colleferro

Lo spettacolo finisce dove inizia la vita di Patrizio Oliva come uomo. Oggi è un professionista di successo che non ha mai dimenticato le difficoltà degli inizi e le opportunità che lo sport può dare a tanti giovani che devono affrontare situazioni difficili.

Patrizio fa l’imprenditore, il motivatore e gestisce una palestra in cui i ragazzi di famiglie in difficoltà possono andare gratuitamente. Ma devono impegnarsi. Perché è la disciplina sportiva che trasmette i valori della vita.

Valori che ha trasmesso anche ai suoi 4 figli che oggi sono tutte persone di successo ognuna seguendo la propria strada e le proprie passioni, sua figlia Alessandra sarà il prossimo console aggiunto a New York.

È quando lo sport diventa disciplina che si impara ad affrontare sé stessi e si può diventare campioni. A quel punto non importa se si è campioni sul ring o sul palcoscenico perché qualsiasi sia la scelta si hanno le carte giuste per giocare e diventare veri professionisti.

E questo è anche il messaggio dello spettacolo e sono dopo averlo visto sono sicura che tornerò a vedere Patrizio Oliva sulle scene.

 

Patrizio Oliva racconta la sua biografia a Colleferro

Scritto da
Claudia Bettiol

Ingegnere, futurista e fondatrice di Discoverplaces. Consulente per lo Sviluppo Turistico dei Territori, specializzato nella sostenibilità e nella promozione culturale dei piccoli territori e delle...

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