Per noi Italiani Gallipoli è una splendida località balneare della Puglia, per gli Australiani è una penisola in Turchia, un simbolo e una ferita ancora profonda da oltre un secolo e la fondazione dell’ANZAC (Armata Australiana e Neo Zelandese).
Forse per questo motivo la IX Rassegna di Cinema Australiano ha aperto a Roma con un toccante film di Russell Crowe, ‘The Water Diviner’, che racconta la storia della battaglia fra Turchi e ANZAC da una prospettiva inusuale.
Non solo uno dei migliori film che ho visto, ma un film che lascia capire lo spirito Australiano. Con immagini e prospettive sceniche che danno uno spaccato del modo di sentire Australiano: intrepido, senza paura ma guidato da un senso del dovere e dal vero senso del termine australiano mateship (cameratismo, amicizia). Si deve fare quello che si deve fare. Non si deve titubare, la vita non lascia scampo: nella tempesta di polvere della natura come nella tempesta di proiettili degli uomini.
La storia è un intreccio di amore fra due grandi e orgogliosi paesi: Australia e Turchia. Amore declinato in tutti i modi: verso il coniuge, i figli, la patria, Dio e l’amico. E alla fine è l’amore per la vita che trionfa.
Un padre aveva tutto quello che si può desiderare, una bella moglie, tre figli maschi e una fattoria in uno dei luoghi più magici del mondo, l’entroterra Australiano. Una natura attraentemente aspra, un cielo stellato e tempeste di polvere.
Per una logica che non si riesce a capire, e che durante tutto il film viene ricercata sia dal padre Australiano che dai soldati, uomini, donne e bambini Turchi, che lo aiuterà, Russell Crowe perde tre figli in una battaglia di Gallipoli in Turchia e resta con una splendida moglie in Australia che non regge al dolore e si suicida.
Non gli resta nulla, non ha nulla da perdere e decide di ricomporre la sua famiglia andando a riprendersi i corpi dei suoi tre in Turchia figli per seppellirli in Australia vicino alla madre.
Ma che cosa è Gallipoli in Turchia? Una penisola in cui si sono morti quasi 10.000 soldati dell’ANZAC e 60.000 soldati turchi. Il primo sbarco con mezzi anfibi in una spiaggia. Una delle battaglie più cruenti della Prima Guerra Mondiale. E’ una domanda inevasa alle ragioni per cui l’uomo si comporta come ‘Homo homini lupus’ (un uomo è il lupo per un altro uomo). Per quei soldati era solo senso del dovere.
Russell Crowe va in Turchia e da questo momento il film diventa poesia assoluta.
Il presente piano piano prende il sopravvento sul passato e, mentre riesce a trovare uno dei suoi figli ancora vivo in un piccolo monastero dell’Anatolia, un nuovo amore può sbocciare e da due famiglie troncate dalla guerra ne può nascere una nuova.
Immagini di natura sensoriale che rendono possibile la ricerca si intrecciano lungo il film: il rabdomante, il sognatore, la lettura dei fondi del caffè. Dietro la fine poetica c’è la realtà di quanto le comunità australiane e turche siano venute vicino grazie alla poesia di Ataturk e il matship (cameratismo) degli Australiani.
Quando il film è finito avrei voluto rivederlo di nuovo. Ma la serata si è conclusa in bellezza con chiacchiere fra amici all’Isola Tiberina, uno dei luoghi più belli di Roma. Un ringraziamento all’Ambasciata Australiana che con questi eventi fa conoscere questo grandissimo paese da insolite angolazioni e ci delizia serate interculturali.
Si ringrazia l’Ambasciata Australiana per contribuire alla promozione dell’Australia e del suo spirito
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