Un invito molto gradito e così abbiamo partecipato alla degustazione di vini e all’incontro con i produttori organizzato dalla sezione AIS- Associazione Italiana Sommelier di Segni.
Devo ammettere che in genere queste manifestazioni si organizzano in territori a vocazione vitivinicola per cui siamo andate con un poco di perplessità che però si è disciolta come neve al sole sin dal nostro arrivo all’Hotel La Pace di Segni, il luogo della manifestazione.
La giornata perfetta, la temperatura ideale, il giardino accogliente e un banchetto già allestito ci ha subito bendisposto ma la vera sorpresa è stato il calore dell’accoglienza e la gentilezza di tutti i sommelier AIS dei Castelli Romani e della Ciociaria, nonché di quelli che avevano terminato il corso che si era svolto proprio a La Pace.
E se pensavamo che non ci sarebbe stata affluenza ci siamo dovuti ricredere. Sin dall’inizio la manifestazione ha visto la partecipazione di numerosi visitatori provenienti da un vasto territorio che hanno fatto domande interessanti e tutti desiderosi di conoscere il Cesanese.
Infatti, non è stata una manifestazione per bere ma per degustare e i visitatori erano desiderosi di assaggiare più tipi di vino e di scoprire di più sulle tecniche utilizzate in vigna e in cantina.


Noi siamo stati presenti come Donna Vittori presentando le nostre confezioni regalo Una Domenica Italiana con le esperienze di grano e con i nostri rossi Clea (sangiovese in purezza) e Lettera (Cesanese del Piglio DOCG in purezza).
Devo ammettere di essere molto orgogliosa per i complimenti ricevuti per il vino (grazie al nostro enologo) ma anche per lo Za’tar che, come diciamo per sorridere, è così buono che ‘crea dipendenza’.
Dobbiamo ringraziare gli organizzatori sommelier dell’AIS dei Castelli Romani con il delegato Fabrizio Gulini (da cui dipende Segni) che è anche il responsabile della didattica AIS Lazio e in particolare la gentilezza di Rinaldo Colabucci, Marco Bordon, Fabio Fiorletta e Dario Carnesecchi.
Una vera gioia è stata incontrare Francesco Centi con la sua numerosa famiglia, figlio del mio caro amico Vincenzo e che è il ritratto del padre (anche grazie alla luce dei suoi occhi), e il sindaco Silvano Moffa al quale forse si deve questo risveglio culturale di Segni. Tra l’altro avevo letto proprio al mattino del finanziamento del Ministero della Cultura per far tornare Segni al suo giusto ruolo di museo a cielo aperto.
Prosit e alla prossima. Penso che torneremo presto a Segni!

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