Ogni casa rispecchia le gioie e le attese dei suoi abitanti. Le pareti e le superfici sono decorate e adornate con sculture e ornamenti che eccitano o danno pace a coloro le vivono.
Giuseppe Facchinello crea opere con splendidi colori e design inspirati alle creazioni dei grandi artisti come Matisse, Van Gogh e Picasso, unendo queste diverse tecniche e approcci nell’uso del colore e della forma, fino a raggiungere nei suoi lavori un personale tocco espressionista. Quello che è unico e stimolante nelle opere di Giuseppe è il materiale con cui lavora, non utilizza la tela o il foglio di carta, ma le sue opere sono modellate e plasmate dall’ argilla: la ceramica.
E' su questo mezzo che deve creare i suoi disegni e generare i suoi vivaci colori espressionisti o le tenui tonalità impressioniste. A Nove, non lontano da Venezia, Giuseppe ha avuto degli ottimi insegnanti, al pari dei suoi genitori e degli amici della locale comunità ceramista. Dalla madre ha imparato il mestiere di dipingere le ceramiche appena “sfornate” la prima volta e ancora porose. Con il tempo ha gradualmente capito, attraverso lezioni e pratica, che i colori opachi e tenui sull’argilla sarebbero ‘riemersi’ lucenti e brillanti una volta averli messi con sapienza nel forno a 1000 °C.
Ma le immagini provengano dall’anima di Giuseppe e dal suo piacere della natura. Ci sono due creazioni che sono parte integrante delle opere di Giuseppe: le Farfalle e i Pesci. I colori richiamano i tropici, dove la fauna selvatica è luminosa e gioiosa, mentre i disegni provengono dalla sua formazione artistica e dalla sua comprensione della natura. Le creazioni nascono da colori apparentemente contraddittori che poi invece si fondono in una intima armonia.
Accanto a queste opere, Giuseppe ci mostra la sua collezione di piatti cubisti "Stile Picasso", opere che hanno portato uno dei suoi insegnanti a pronunciare: "Li prendo io!".
Non ci sono limiti alla creatività di Giuseppe, nonostante la sua giovane età. Per poter vedere l’apice dei suoi lavori bisogna andare a visitare la sua galleria d'arte, nella piazza di Nove, e poi chiedere di essere invitati a guardare l'artista al lavoro, ma senza disturbarlo con inutili chiacchiere.
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