BCC of Bellegra cooperative for local development
BCC of Bellegra cooperative for local development

Banca di Credito Cooperativo di Bellegra, per lo sviluppo locale

Un efficiente sistema bancario è uno dei requisiti per avere ripresa e sviluppo economico e questo è quello che è accaduto a Bellegra nel dopoguerra con la Banca di Credito Cooperativa che allora si chiamava Cassa Rurale ed Artigiana.

Bellegra occupa un intero cocuzzolo di una montagna tanto da avere a distanza la forma di una mammella dei Monti Ruffi. E’ un meraviglioso posto per i panorami ma non l’ideale per pensare di sviluppare una società industriale.

Eppure proprio da qui, nel 1959, è partita una delle banche più attive nel territorio che ha supportato lo sviluppo di una vasta area fra l’alta Valle del Sacco, la Valle del Giovenzano e i Monti Simbruini e Prenestini.

L’idea di associarsi per creare una propria banca nasce da 32 soci fondatori coordinati da Amedeo Patrizi e all’inizio aveva un interesse soprattutto nel mondo dell’agricoltura. Oggi i soci sono oltre 1586 e continuano a crescere grazie ad un sistema di accorpamento con le banche di credito cooperativo vicine nel territorio.

La piccola banca era amministrata con saggezza e lungimiranza e presto apre le prime nuove filiali ad Olevano Romano, San Vito Romano, Gerano, e Genazzano diventando un vero punto di riferimento per migliaia di piccoli imprenditori e risparmiatori.

Grazie a questo sistema di assistenza mutualistica ha potuto portare benessere ad un vasto territorio sia supportando nuove iniziative imprenditoriali che ridistribuendo gli utili a vantaggio della popolazione locale in iniziative di sviluppo e promozione del territorio.

Ma come nascono queste banche che sembrano così diverse da quei colossi che fagocitano l’economia locale? Questo sistema cooperativo di supporto allo sviluppo locale è un fenomeno molto conosciuto in Italia e si può dire che è nato intorno al 1800 in Germania da Raiffeisen.

In Italia la prima banca viene costruita a Loreggia nel 1883 e nel 1890 nasce la prima Cassa Rurale cattolica.

Un grande supporto alla sua diffusione è stata l’enciclica Rerum Novarum di papa Leone XII, un papa con origini ‘campagnole’ nativo della vicina Carpineto Romano che per primo ha affrontato il problema dell’assetto sociale che deve accompagnare lo sviluppo economico con l’enciclica “Rerum Novarum”.

Poi arriva il fascismo e le Casse Rurali compiono un balzo in avanti e diventano cooperative particolari con molti aspetti in comune con il sistema bancario tradizionale ma con una loro spiccata autonomia locale. Nascono anche le prime federazioni e confederazioni che riuniscono banche che operano in modo simile a livello nazionale.

La guerra porta diversi sconvolgimenti e la necessità di ricostruire una società distrutta da anni di sofferenze e da pesanti bombardamenti che, soprattutto a Bellegra, avevano compromesso la struttura sociale preesistente.  Nel 1950 rinasce la Federazione Italiana delle Casse Rurali e artigiane e poco dopo nasce la Cassa Rurale di Bellegra.

Nel corso di questi anni si sono avvicendati presidenti e direttori, ma lo spirito non è cambiato e per capire il forte legame fra la banca e i cittadini è sufficiente partecipare ad una delle loro assemblee o leggere la lista delle attività della banca sul territorio. Iniziano con il concerto di inizio anno a San Vito Romano e terminano con il supporto ai bisognosi a Natale.

Nel 2016 la BCC di Bellegra ha compiuto un importante passo di cambiamento con le nuove strutture europee ma sempre in linea con lo spirito mutualistico della banca e con la figura del socio come protagonista delle decisioni importanti della banca e, quindi, della comunità.


Scritto da
Claudia Bettiol

Ingegnere, futurista e fondatrice di Discoverplaces. Consulente per lo Sviluppo Turistico dei Territori, specializzato nella sostenibilità e nella promozione culturale dei piccoli territori e delle...

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