Erano capitati in quel luogo per caso e, coinvolti da ciò che li circondava, si erano abbandonati al profumo dei pini e del mare affidandosi ad una natura sovrana fino all'inizio di un tramonto che li aveva avvolti nell'eterna bellezza.
Come per incanto, li aveva fatti sentire parte di quel tutto.
Eraclea Minoa in Sicilia.
Un nome difficile da imparare, non c'era un paese ma solo qualche villetta separata dal mare dal boschetto di eucalipti e un paio di chioschi dove trovare qualcosa da mangiare e bere. Quella era una località esclusivamente naturale e antichissima.
Una pineta direttamente sulla spiaggia, sfiorava la costa per chilometri parallela alla battigia.
E poi una scogliera, una sorpresa che si rivelava solo alla fine, ai piedi di Capo Bianco.
Can abbracciò sua moglie e si tuffarono nel mare per rinfrescarsi. Si diressero verso l'unico chioschetto per mangiare qualcosa e riposarsi dopo la lunga camminata.
Il cibo casereccio e gustoso li fece sentire ancora meglio. Si complimentarono con il padrone per l'ottima parmigiana di melanzane e per la freschissima frittura di paranza. Una signora matura in quel momento salutò con un "Buongiorno", ordinò un caffè freddo e si accomodò all'unico tavolo traballante libero e si accese una sigaretta. Can le chiese che sigarette fumasse e la signora gliele mostrò, offrendogliene.
Lui accettò ringraziandola e le chiese l'accendino. Si presentarono e conversarono del più e del meno. Ognuno di loro si raccontò un po' senza filtri né bugie. Una simpatia naturale li avvolse immediatamente, tanto che la signora invitò il padrone del chiosco a fare assaggiare alla coppia i suoi cannoli di ricotta cosparsi di pistacchio, accompagnati da un buon caffè, per concludere il pranzo.
Natalia e Can gustarono e apprezzarono molto quelle prelibatezze siciliane. Le narrarono tutta la loro storia, chi fosse lui e che Natalia era Italiana di Roma. Dialogarono con una tale naturalezza che sembrava si conoscessero da sempre.
Anche la signora si presentò:
- Io sono Milena Argento – disse - Sono un'insegnante e mi diletto a scrivere. Ho già pubblicato due libri e un terzo lo sto completando.
- Davvero? Anche mia madre è un'insegnante. Abita qui?", rispose Can.
- Non proprio, ma dietro la pineta ho una casa e ci vengo di tanto in tanto, a parte l'estate, quando ho bisogno di stare un po' da sola. Anzi, se volete venire a fare una doccia, per rinfrescarvi dalla salsedine.... mi farebbe piacere.
Si guardarono e accettarono quell'invito fatto col cuore, spontaneo e cordiale. La signora non permise che pagassero il conto, volle a tutti i costi offrire lei il pasto che avevano consumato. La generosità e l'ospitalità siciliana non è una diceria, ma una verità. Si alzarono insieme e si diressero verso la villetta della signora. Preferirono le docce esterne e vi si diressero.
Milena li pregò di fare con comodo tranquillamente e porse loro degli accappatoi, asciugamani, bagnoschiuma e shampoo. Fecero la doccia insieme, continuando a baciarsi e a coccolarsi. Si asciugarono e si rivestirono, freschi e innamorati come sempre.
Ringraziarono la signora dell'ospitalità e le dissero che sarebbero tornati a trovarla, ma anche che avrebbero avuto il piacere di ospitarla ad Istanbul, città bellissima.
Le lasciarono i loro contatti e la salutarono con la promessa che avrebbe scritto di loro e che se la creatura che stavano cercando di concepire fosse stata una femmina, l'avrebbero chiamata Eraclea.
Seguici sui social