Pedara, ricordi di libertà nelle vacanze in campagna

Pedara, ricordi di libertà nelle vacanze in campagna

Pedara, un paesino alle falde dell’Etna ci vede villeggianti sin dalla fine degli anni ’60.
La mia famiglia trascorreva tutte le estati e le domeniche mattina nella villetta fuori paese a coccolare quelle piante di cui durante la settimana si prendeva cura il giardiniere.
I miei ricordi d’infanzia lasciano spazio nella mente a molti sprazzi come le cene tra parenti, che si alternavano ad amici perché nella villetta si trovava un posto sempre a tutti, pur trattandosi di una piccola casetta.

Gli ospiti li vedevamo arrivare spesso senza essere attesi con la stessa scusa. Eravamo in una vita che ci vedeva sopravvivere senza l’invadenza della comunicazione telefonica, anche perché le case di campagna non avevano telefono.

Ma vivevamo sani e comunque felici, e gli amici avevano la stessa scusa: “siamo venuti a raccoglierci due fichi”!


Benedetto albero ci ha donato i suoi frutti, dolcissimi e grandi, senza mai ricevere in fin dei conti tante cure. Fino ad un paio di anni fa, quando una colonia di forzute formiche decise un bel mattino di abbatterlo… che pena, che dolore e che paura!!!

Ma un ramo sopravvive già innestato per le future generazioni!
Settembre, le ultime due settimane prima dell’inizio della scuola.
Ricordo nitidamente la seconda domenica, quella che coincideva con il Gran Premio di Monza per intenderci. Dopo l’attenzione di tutti alla partenza, alla prima chicane erano tutti già appisolati tra il venticello che soffiava dalla finestra della sala da pranzo.
Dormivano sul divano verde a quadri che ha ospitato tanti, ma tanti amici, finendo i suoi giorni trionfalmente solo qualche anno fa dopo aver conosciuto l’ultima generazione!!
L’aria ormai era quella settembrina, fresca ma non fredda, la mia preferita, che aveva lasciato alle spalle quella afosa e secca del mese di agosto. Mi ricordo che fin all’età di circa 5 anni, cercavo di scappare senza riuscire mai ad arrivare al cancello a piedi, se lungo il viale una lucertola mi passava davanti….
La stessa domenica di settembre coincideva con la festa di Maria SS. Annunziata patrona di Pedara, e la sera precedente andavamo in giro a mescolarci tra i pedaresi che, orgogliosi della loro festa molto sentita, si raccontavano tra bancarelle e concerti della banda.
Intanto, ragazzini gioiosi, saltavamo sulle giostre o degustavamo un semplice zucchero filato, ambito e desiderato da tutti i bimbi alle feste di paese.
Il rientro a casa, a piedi, era faticoso, perché aveva il sapore amaro di qualcosa di concluso. Ma pur sempre avevamo un sereno sentimento di grande libertà che la troppo grande città di Catania non permetteva, se non nel quartiere dove vivevo.

La vacanza si chiudeva con l’immagine del nonno, e poi di papà, che innaffiava le piante tra lo splendido color fucsia, giallo, bianco variopinto della bella di notte che si apriva per lasciarsi ammirare.
Un tramonto con il meraviglioso odore del gelsomino che raccontava la quiete di quegli scorci di fine estate.
 


Scritto da
Paola F. J. Torrisi

Paola è la fondatrice di Take it Slowly. Laureata in Lingue e Letterature straniere, entra nel mondo del turismo interessandosi subito all’incoming della Sicilia, dove ritorna dopo aver concluso i...

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