Viene a prendermi ad Acicastello.
Non lo vedo dall’8 marzo. Mi chiede dove voglio andare.
Penso ad un luogo non troppo lontano da casa. Il mio pensiero va subito a Taormina.
Ma non è possibile! Allora propongo Acireale e il centro storico barocco, il borgo di Santa Caterina con la Piazza del Belvedere nascosto da vie strette o Santa Maria La Scala e il porticciolo sotto la Timpa.
Lui non è convinto e rilancia.
[caption id="attachment_121008" align="center-block" width="1024"] Allora io mi faccio coraggio e dico Taormina![/caption]
Non vedeva l’ora che lo dicessi. Imbocca l’autostrada e in un fulmine siamo in galleria.
Usciamo dal buio e difronte si presenta lei. Incastonata sulla collina, illuminata come una collana indossata da una bella donna, da vivere ogni giorno. Sempre perfetta per ogni stagione.
Un gioiello che non stanca mai.
Anzi, vederla adesso è come prendere una boccata di aria fresca. Mi sembra incredibile.
Dopo tanto tempo chiusi. Ho qualche dubbio, ci fermeranno, non abbiamo neppure le mascherine. Ci faranno la multa.
Rischiamo.
Guardinghi iniziamo la nostra passeggiata. Camminiamo giù per la stradina che scende a sinistra verso l’Hotel San Domenico.
All’improvviso vedo una luce.
È la cucina di un ristorante. Chiediamo di poter mangiare. Solo una pizza per oggi.
Ci accontentiamo prendiamo due birre e ci sediamo sugli scalini della porta.
La più buona pizza mai mangiata. Lasciamo dietro di noi gli avventori gentili e attraversiamo corso Umberto arriviamo alla Piazza IX Aprile con il belvedere sul mare.
Continuiamo a camminare ma non incontriamo nessuno. Le vetrine sono spoglie con manichini svestiti e le strisce ad X.
Gli rivolgo una domanda: Ma non ti sei accorto che siamo soli? Strano non c’è proprio nessuno. Nemmeno Polizia e Carabinieri.
Per un giorno Taormina è tutta nostra.
Che regalo unico e irripetibile.
Non succederà mai più!
Seguici sui social