
Il punto fra Gaeta e Vasto è il più stretto della penisola italiana e forse per questo era stato individuato come la linea Gustav di difesa tedesca durante la Seconda guerra mondiale, e questo anno ricorrono gli 80 anni dal bombardamento di Montecassino (che ha raso al suolo la città di Cassino) e quindi della linea Gustav.
Sono tantissime le manifestazioni in corso di organizzazione per celebrare questo evento, funesto nella sua essenza ma per fortuna relegato alla storia e diventato un momento di riflessione sul senso della vita.
Al castello di Gaeta si sono incontrati i GAL e la DMO del basso Lazio per una giornata di riflessioni su come prendere spunto dalla linea Gustav e iniziare a promuove insieme ciclovie ed ippovie che colleghino i due mari in un turismo slow che attraversa alcune fra le zone più autentiche italiane.
Un percorso che parta dall’alba sull’Adriatico fino al tramonto sul Tirreno passando per alcune fra le più alte montagne italiane. Giuro che mi viene già voglia di farlo.
Tutto è partito dal racconto di Carlo Ricci, presidente del GAL Costa dei Trabucchi: “abbiamo iniziato con il recupero di una linea ferroviaria che correva nei pressi della costa e che collegava Pescara con il confine del Molise. La ciclabile Adriatica ha avuto un grandissimo successo di pubblico e di turisti che ci ha spinti a creare percorsi nuovi nei paesaggi interni come un anello che abbiamo chiamato Gustav con percorsi che possono essere fatti da 1 a 3 giorni. Ci siamo ispirati a quanto hanno fatto in Veneto con i percorsi della Grande Guerra”.
Per chi non fosse una conoscitrice del mondo delle biciclette devo fare la premessa che gli scenari sono cambiati con l’arrivo delle biciclette elettriche che hanno aperto questo diverso modo di fruire dei paesaggi anche alle persone ‘meno atletiche’.

I viaggi in bicicletta possono essere ‘a margherita’, ossia con un soggiorno in un'unica struttura e gite giornaliere ad anello, oppure con un tragitto ispirazionale, come quello dall’alba al tramonto fra Adriatico e Tirreno. L’introduzione delle batterie ha allungato i percorsi, che sono passati dai 30 km giornalieri agli 80 km giornalieri, e ha aumentato il numero di viaggiatori, e quindi la richiesta di nuove esperienze da fare.
Infatti, il vantaggio di questi viaggi in bicicletta (o a cavallo) è che sono fatti su strade minori se non addirittura su strade di campagna che passano vicino a tantissime piccole aziende agricole. Queste possono diventare punti di sosta per il ristoro ma anche per vivere qualche esperienza agricola, se queste vogliono diversificare la loro attività creando anche intrattenimento turistico.
A proposito di cavalli, da Salvatore Summa di GEAN (Guardie Equestri Ambientali Nazionali) abbiamo saputo che stanno realizzando un grande centro nazionale a Patrica che può diventare un importante snodo per il lancio del turismo equestre nella zona a cavallo delle province di Frosinone e Latina.
Il networking fra GAL e DMO è stato molto proficuo sotto la guida di Matteo Salvadori, il creativo direttore del GAL Terre di Argil, e i professori Carlo Russo e Marcello Sansone dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale.
A proposito, arrivando presto al castello, insieme al prof Carlo Russo abbiamo avuto la piacevole sorpresa di fare una visita guidata del castello, dalle terrazze sul golfo da cui si vede il Vesuvio fino alle celle di Kappler e Redler e a quelle dei renitenti alla leva del periodo della leva obbligatoria. Dalla terrazza i due castelli Angioino e Aragonese appaiono in tutto il loro splendore e Gaeta ai nostri piedi è veramente una perla di rara bellezza.
Ed ora la prossima volta arriverò a Gaeta in bicicletta!


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