Per quei pochi che ancora non mi conoscono, io e mia madre amiamo i cavalli e sono stati importanti per superare le difficoltà della vita. Per questo abbiamo creato la Fondazione Horse Museum e siamo andate in Cina.
Con la battaglia che sta combattendo la Cina contro il virus, abbiamo deciso di dedicarle uno spazio e di raccontare la storia della relazione tra la Cina e il cavallo. Perché la storia del cavallo nasce in Asia, dove si addomesticano, si creano i finimenti, si gioca a polo da millenni e al cavallo è dedicato un segno zodiacale.
E idealmente vorremo che in questo momento un cavallo potesse aiutare i nostri amici cinesi come ha aiutato noi nei momenti difficili.
Il Cavallo nella cultura cinese antica
La prima evidenza storica del suo addomesticamento risale a più di 5.000 anni fa, quando gli allevatori di stirpe mongola cominciarono ad addestrare i cavalli Tarpan.
Nella Cina antica la storia dei cavalli si intreccia con la leggenda e la loro importanza è stata talmente profonda da modificare irreversibilmente la storia della Cina e dell'Asia centrale. È importante ricordare, infatti, che il fondamento e il successo dell’Impero Cinese è dovuto proprio all’adozione della cavalleria.
“I cavalli sono il fondamento della potenza militare, la grande risorsa dello Stato”
Questa frase del generale Ma Yuan (14 a.C. - 49 d.C.), famoso conoscitore di cavalli, riassume brillantemente l'importanza vitale e la stima con cui venivano trattati i cavalli nella Cina della dinastia Han (206 a.C. - 220 d.C.).
Il rifornimento di buoni stalloni da guerra, infatti, era considerato fondamentale per combattere le popolazioni nomadi Xiongnu, situate nell’odierna Mongolia. Questi nomadi erano considerati così pericolosi e distruttivi che già la dinastia Qin (221 a.C. - 206 a.C.) aveva iniziato la costruzione della Grande Muraglia per proteggere la Cina dai loro attacchi.
Le relazioni fra le prime dinastie cinesi e gli Xiongnu erano complesse, con ripetuti periodi di confronti militari e intrighi alternati a scambi di tributi, commercio e matrimoni combinati a scopo politico.
Un’altra importante testimonianza della tecnologia, della vita militare e della cultura all'epoca dell'Impero Qin (221-206 a.C.) è il famosissimo Esercito di Terracotta, parte del complesso tombale antico più grande al mondo: il mausoleo di Qin Shi Huang, il Primo Imperatore della Cina.
Gli scavi archeologici di questo sito, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1987 e considerato l’Ottava Meraviglia del Mondo, hanno portato finora alla luce le statue di più di 8.000 soldati, 130 carri e ben 670 cavalli.
I cavalli e il commercio
Durante la sua lunga storia la Cina ha spesso dovuto affrontare dei periodi in cui nel suo vasto territorio il numero dei cavalli era scarso o non di grande qualità. Per sopperire a questa mancanza i Cinesi hanno spesso usato i loro fiorenti mercati e le loro merci più pregiate come fonte di scambio, barattandole con cavalli.
Uno dei motivi principali dell’apertura della cosiddetta “Via della Seta”, sotto la dinastia Han (206 a.C. - 220 d.C.), era proprio la ricerca nelle regioni occidentali di cavalli più grandi e più potenti. Durante questo periodo perfino la preziosissima Giada, di cui parleremo in uno dei nostri prossimi articoli, fu usata per acquisire cavalli di migliore qualità.
Anche il tè fu usato come merce di scambio, sin dall’inizio della dinastia Tang (618 - 907 d.C.). E’ molto famosa la storia dei mercati del "tè per cavalli” e ne abbiamo anche parlato recentemente in uno dei nostri articoli sulla Via del Te e dei Cavalli. I tibetani avevano bisogno di te per bruciare i grassi della loro ricca dieta e i cinesi avevano bisogno dei loro cavalli per combattere i mongoli.
I cavalli, tuttavia, non erano solo considerati una ricchezza, ma anche un forte status symbol sociale per l’élite cinese e uno dei soggetti più rappresentati nell’arte della Cina imperiale.
La leggenda dei Cavalli Celesti
Emblemi di nobiltà, eleganza, velocità e potenza, i cavalli si sono arricchiti nel corso del tempo di valenze soprannaturali ammantate di resoconti leggendari.
Tra i più famosi miti troviamo quello dei “Cavalli Celesti”, straordinari destrieri capaci di trasportare chi li cavalcava nelle terre degli immortali. La leggenda, nata nella Cina dei primi secoli, intorno al 120 a.C., parlava di una razza di cavalli magici, slanciati ed imponenti, che correvano veloci più del vento, erano invincibili in guerra e provenivano direttamente dal paradiso.
Il loro segno distintivo: minuscole gocce di sangue sul manto al posto del sudore a testimoniarne la divinità.
La leggenda narra che un funzionario imperiale disse di aver assistito alla nascita di un cavallo soprannaturale nelle acque di un fiume nel nord della Cina e compose una poesia per celebrare l’evento, in cui il cavallo veniva messo in stretta relazione sia con il Dio del Cielo sia con l'imperatore stesso, a formare un tramite di potere cosmico.
Secondo alcuni studiosi infatti il cavallo assume in questo senso un’importanza religiosa, come un sacro veicolo, che può innalzare colui che lo possiede allo stato di immortale, risiedente in cielo al fianco del Dio.
Inoltre, la credenza popolare considerava il cavallo come un parente stretto del drago, riteneva che entrambi fossero stati originati dall'acqua ed entrambi capaci di raggiungere il mondo soprannaturale degli immortali.
La diffusione del Polo, lo sport dei re
Le ipotesi sulle origini del Polo equestre sono moltissime e molto diverse tra loro, ma tutte portano ad un’unica zona geografica: l’Asia.
Sembra che il Polo sia uno degli sport più antichi del mondo le sue origini siano da ricondursi alla zona fra Cina e Mongolia. Alcune fonti fanno risalire al 600 a.C. la prima partita ufficiale, disputatasi fra persiani e turcomanni.
Secondo questa teoria le movenze e lo stile di gioco deriverebbero direttamente dalle battute di caccia nelle quali i Mongoli inseguivano la preda a cavallo e la colpivano a morte con un bastone.
Sull’origine del nome esistono diverse teorie: la più accreditata fa derivare il termine Polo dalla parola tibetana “pulu”, ossia palla. Un’altra ipotesi invece interpreta pulu, come il nome con cui venivano chiamate le gare a cavallo in Persia. Una terza traduce lo stesso termine con il salice, l’albero con il quale era formata la palla da gioco.
A rafforzare l’idea che il Polo sia lo sport dei re è la leggenda secondo la quale anche il sovrano mongolo Gengis Khan amasse dilettarsi in questo gioco: è probabile, ma non sicuro, che la sua diffusione in Cina sia avvenuta proprio per merito suo a partire dal 1211.
Il Polo in Cina assunse un'importanza tale che per poter accedere alle cariche pubbliche più importanti era necessario essere anche abili giocatori di Polo.
Dalla Cina il Polo si diffuse in India. Anche qui ebbe molto successo, specialmente tra i sovrani indiani, i Maharaja. Proprio grazie ai Maharaja il Polo riuscì ad affermarsi in Europa e da lì in tutto il mondo: nel diciottesimo secolo infatti i soldati britannici arrivati in India grazie alla spinta coloniale conobbero per la prima volta questo singolare sport e ne rimasero affascinati.
Il cavallo nell’oroscopo cinese
Il Cavallo ( 马 ) è anche uno dei dodici segni zodiacali dell'astrologia cinese, il settimo.
Secondo la tradizione, i nati negli anni del Cavallo hanno una spiccata sensibilità estetica, un grande estro e una brillante creatività. Hanno nei confronti dell'arte in generale una profonda passione, e un innato talento, che possono anche trasformarsi in una vera e propria professione, soprattutto nell'ambito della critica letteraria e della fotografia.
Sono molto sicuri di sé, e per questo non solo si trovano a proprio agio in ogni situazione, ma riescono anche ad essere ammirati e apprezzati dalle più svariate persone con cui entrano in contatto.
Sul lavoro, nella vita sociale e in amore ricercano l'eleganza e la raffinatezza, hanno grande charme e fascino: vivono rapporti passionali e imprevedibili, in quanto si divertono a stupire e spiazzare il proprio partner.
Curiosità
Alla Cina vengono attribuite le più importanti innovazioni della storia equestre: l’invenzione del morso, delle briglie e della sella, probabilmente già nel terzo millennio a.C. Anche l’invenzione della staffa è di origine cinese nel II secolo a.C.
La staffa restò un vantaggio importante delle cavallerie asiatiche (e degli arcieri a cavallo in particolare) su quelle Europee fino ad oltre il nono secolo.
Il cognome Ma, cioè «Cavallo» è al 19° posto, come frequenza, tra gli oltre 22.000 cognomi presenti in Cina. Rappresenta quindi un cognome molto diffuso se pensiamo che i primi 20 cognomi sono portato da oltre la metà della popolazione (che si aggira attorno al miliardo e quattrocento milioni di persone!)
Nel simbolismo cinese è molto frequente l’uso del cavallo. Per esempio la scena di una o più scimmia sopra a un cavallo esprimono l'augurio di ottenere un grado elevato "hou" con grande rapidità "ma shang”. Quindi dipinti o statue con questa raffigurazione vengono regalate come augurio di una folgorante carriera.
La storia del cavallo e della Cina non è finita e la continueremo, nel frattempo speriamo che il cavallo possa aiutare tutti noi, amiamo queste figure libere e ammiriamo la loro eleganza.
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