Chiunque voglia conoscere un po’ meglio la Cina si è imbattuto in Pai Liu, un cinese riccioluto che racconta aneddoti di vita quotidiana in un perfetto italiano (anzi con una leggera cadenza romana).
Pai ha uno sguardo che comunica allegria e un tono di voce che cattura. Ha scelto un nome molto originale per la sua attività di promozione: Studio Tiramisù. Un nome che è un omaggio ad un dolce che gli piace molto e che ormai è abbastanza diffuso nelle grandi città come Pechino o Shanghai. Un nome che evoca immediatamente le dolcezze dell’Italia assieme alle bancarelle del gelato.

Dopo molto tempo che lo seguivamo, abbiamo avuto il piacere di poterlo intervistare e di conoscere qualcosa di più sulla sua particolare figura.
Pai è un Pechinese DOC, uno la cui famiglia da generazioni vive a Pechino ed è orgogliosa della sua città. Ed allora abbiamo capito che anche in Cina c’è quella sottile distinzione elitaria di chi ha profonde radici nel posto in cui vive. Un po’ come qui a Roma quando diciamo che si può chiamare romano Doc solo chi vive a Roma da almeno 7 generazioni.
Eppure i suoi strani capelli ricci molto insoliti per un Cinese lo avevano sempre distinto e sin dalle scuole elementari i suoi amichetti pensavano che fosse uno straniero.
Personalmente era la prima volta che incontravo un asiatico con i capelli talmente ricci da formare dei boccoli naturali. E forse anche per questo non si può dimenticare dopo averlo incontrato anche solo nel web.
La sua conoscenza perfetta della nostra lingua sorprende ed allora era naturale cercare di capire la sua relazione con l’Italia.


‘Mi sono avvicinato all’Italia grazie al calcio della serie A. Era il 2013 ed allora potevo vedere 2 partite gratuite in televisione. Il mio idolo era Roberto Baggio (e quindi l’Inter) e cercavo di capire tutto quello che diceva così al secondo anno di liceo ho scelto di studiare la lingua italiana’.
Nel 2015 ha addirittura intervistato Marcello Lippi che per ha vinto per 5 campionati consecutivi la serie A Cinese e la Champions League asiatica. Per chi non lo sapesse, per due anni Lippi è stato il Commissario Tecnico della nazionale cinese di calcio.
Poi grazie ad amici romani ha conosciuto anche Graziano Pellè e Stefano El Shaarawy, entrambi giocatori della F.C. Roma. E forse è proprio per questo che il suo accento ha delle inflessioni romane. Diciamo che Pai è un uomo che ama le capitali: Pechino e la Roma.
Secondo lui le due città hanno molto in comune e gli abitanti di entrambe sono conosciuti perché ‘si mangiano le parole’. E sono anche un po’ cinici, un carattere che forse nasce con la vicinanza ai luoghi del potere amministrativo, dove risiede il governo del paese.
E mentre stiamo chiacchierando amabilmente, un gatto attraversa la camera e si avvicina a Pai facendo le fusa. Un bellissimo gatto che ha reso Pai ancora più simpatico e ci ha avvicinato alla quotidianità di un cinese di Pechino che sembra sempre più ‘italiano’.
Questa pandemia ancora divide fisicamente Cina ed Italia, ma se oggi Pai potesse venire a Roma la prima cosa che farebbe sarebbe quella di mangiare una ‘carbonara’ a Trastevere ed una ‘matriciana’ a Testaccio.
Uno sprazzo di normalità a cui tutti sogniamo di tornare e nel frattempo continueremo a seguire Pai sui canali social e ad avvicinarci alla vita quotidiana in Cina.
Non gli ho chiesto quale è la sua squadra cinese di calcio e chi è il migliore calciatore del campionato cinese… alla prossima! A Roma!
Nel frattempo godiamoci i suoi commenti dei Giochi Olimpici invernali di Pechino (link1,link2), anche se ha scelto di praticare uno sport non molto stressante … il curling. Noi lo aspetteremo su un campo di calcetto a Roma.

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