Albano Carrisi e la sua riscoperta di Cellino San Marco

Albano Carrisi e la sua riscoperta di Cellino San Marco

Vorrei fare una scommessa e chiedere quanti di voi conoscono Cellino San Marco? Probabilmente tutti ad esclusione dei teen agers.

E come è possibile tanta notorietà per un piccolo comune del nord Salento tra Brindisi e Lecce? un paese non toccato dal mare e senza episodi clamorosi nella sua storia?

La risposta è semplice: l’amore.

Un amore per la terra collegato ad una grande storia d’amore, quella fra Albano Carrisi e Romina Power.

Tutto nasce quando i due si conoscono e scoppia la scintilla fra la ragazza americana di buona famiglia, con famosi genitori attori di Hollywood, e un giovane del sud dalla voce incredibile che si era spostato a Milano per fare fortuna.

E Al Bano (nome d’arte di Albano Carrisi perché nessuno sa mai come si scrive e ha paura di sbagliare) amava molto Milano che allora era così diversa dal suo piccolo Cellino San Marco. Negli anni ’60 la Puglia non era ancora un brand, le masserie erano fattorie e non posti turistici, la pizzica la suonavano i nostalgici e la vacanza la facevano in pochi.

Allora la Puglia era sudore della fronte per una terra da domare, vino forte che veniva venduto in Francia per tagliare i loro vini e oliveti altissimi. Non c’erano molte opportunità e chi voleva avere successo nel mondo dello spettacolo doveva lasciare la propria terra.

Una volta andati via, il rapporto con il paese d’origine era dato dai legami familiari ma non da una attrazione fisica verso i luoghi natali, verso un paesaggio che ricordava sofferenza più che sogni.

Quando Albano porta Romina a Cellino San Marco, gli occhi di questa giovanissima ragazza americana vedono altro. Vedono quello che Albano non riusciva ancora a vedere perché aveva delle lenti di rassegnazione.

Romina si innamora dei paesaggi con gli olivi e i vigneti, della terra piatta che profuma di mare, della cucina che cambia di famiglia in famiglia ancora prima che di paese in paese. Si innamora della genuinità delle persone, che sono l’opposto dell’ipocrisia dei parvenue (e ne doveva aver conosciuti tanti nei suoi anni americani).

E subito gli chiede di comprare il Bosco di Curtipetrizzi, l’ultimo lembo di terra con l’originale macchia mediterranea che ricopriva la Puglia prima di lasciare il posto ai vigneti e agli oliveti. Un bosco mantenuto da un folle barone che lo aveva recintato con un muro, probabilmente anche lui doveva essere stato un uomo pieno d’amore.

È Romina che accompagna Albano alla riscoperta del suo paese, di Cellino San Marco, e lo spinge a recuperare le sue radici pugliesi dando loro una nuova dimensione affettiva.

Il linguaggio della pietra, il linguaggio della natura.

Cellino è molto di più del paese natale. È l’amicizia che non si interrompe con le persone della propria età con cui si è andati a scuola e si sono trascorsi assolati pomeriggi al bar. È il profumo dei piatti di mamma Jolanda che vengono tramandati da generazioni. È la casa dove tornare e dove far crescere i propri figli. 

E dopo il bosco arriva il borgo, dove si trova la loro casa attorno alla quale è nata la cantina, l’albergo, il ristorante, la piscina, la sauna e anche la chiesa. Un piccolo villaggio dove ogni pietra è messa in un certo modo seguendo un ricordo, un sogno, un’idea, un decoro.

Albano dice di essere un ‘architetto mancato’ ma in realtà è più di un architetto. Ma lo è per il suo villaggio dove ogni angolo ha un suo segno diverso e una sua storia. 

Ancora una volta è amore. Questa volta quello per le radici ritrovate che sono arrivate ancora più in profondità e dovevano essere mostrate a tutti nei segni del borgo. Una vita pubblica intensa, una vita privata spesso resa pubblica, nel bene e nel male, ha tanti segni da mostrare.

Intanto Cellino San Marco è cresciuta e non è più il borgo degli anni ’60 da cui Albano era partito. Eppure come in uno scherzo del destino, oggi i giovani sono tornati a lasciare il paese, soprattutto i laureati continuano, come una emorragia, a cercare fortuna fuori.

Allora serve una Romina Power per tutti che riesca a far vedere quali opportunità si possono realizzare nel proprio borgo natale. Anche perché la tecnologia e i trasporti creano altre vicinanze. Si parte ma si può tornare più facilmente, se si ha un motivo per tornare. 

Quando si parte ci si arricchisce sempre: le contaminazioni creano ricchezza e in fondo anche Romina è stata una contaminazione per Cellino San Marco. Ma la sfida ora sono i figli di Albano e tutti i giovani di Cellino. 

Torneranno? Oppure troveranno il modo di mettere la loro energia e creatività per far prosperare Cellino San Marco (che stiamo ora usando come metafora di tanti paesi del sud Italia e oggi anche di parte del nord)?

Quanto questi ragazzi conoscono il loro paese e quanto riescono a vederlo con gli occhi di uno straniero che si innamora del profumo, del paesaggio, dei sapori e delle tradizioni? Quanti riescono a vedere opportunità per creare una propria impresa o attività che possa trarre vantaggio dalla notorietà di Cellino San Marco e del Salento? 

Albano è stato un visionario, è andato contro corrente tornando a vivere nel borgo natio e ha dimostrato di aver vinto. Ha aiutato il suo comune promuovendolo in tutti i modi. Ha fatto interviste a Cellino San Marco con televisioni da tutto il mondo. E ha fatto conoscere la Puglia da 50 anni.

È stato un visionario e ha iniziato a lavorare con i bambini delle scuole tanti anni fa, troppo in anticipo sui tempi per essere compreso. Ma se sapremo guidare i giovani come Romina ha guidato Albano, allora il futuro sarà splendido e i giovani doneranno le loro energie per continuare a far crescere la comunità. Anche se in un modo diverso rispetto ai modi del passato.

E noi saremo felici.


Scritto da
Claudia Bettiol

Ingegnere, futurista e fondatrice di Discoverplaces. Consulente per lo Sviluppo Turistico dei Territori, specializzato nella sostenibilità e nella promozione culturale dei piccoli territori e delle...

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