Albert Santoni riceve il Premio Town Ambassador per Sassoferrato

Albert Santoni riceve il Premio Town Ambassador per Sassoferrato

Un’andata di amore unisce Marche e Michigan in un abbraccio ideale grazie ad Albert Santoni. Un legame riscoperto dopo un viaggio nelle radici della propria famiglia che lo porta ad innamorarsi di nuovo del paese da dove erano partiti suo nonno e sua nonna.

Ma andiamo per ordine e lasciamoci guidare dalla storia della famiglia Santoni sin dal suo arrivo in America.

Tutto inizia nel 1905 quando il nonno di Albert va in America e si stabilisce ad Iron Mountain nel Michigan, un centro minerario a confine con il Wisconsin in grande sviluppo grazie alla crescita economica americana.

Il suo nome di ‘Montagna di Ferro’ fa riferimento ad una vicina montagna dove si trovavano vene pure di ferro utili allo sviluppo del sistema ferroviario americano.

Durante il suo soggiorno, per questioni di salute arriva nel Wisconsin, precisamente a Green Bay sulle sponde del Lago Michigan, per una operazione di appendicite. Un viaggio che gli allarga gli orizzonti del sogno americano.

Nel 1910 torna in Italia per sposarsi con Lucia, una giovane di Sassoferrato che apparteneva alla ‘classe nobile’ del bellissimo borgo italiano. Per sposarsi, Lucia aveva addirittura contrastato la famiglia che non appoggiava la sua scelta.

Ma i due innamorati superano ogni pregiudizio e insieme tornano in America.

Per coincidenza, Sassoferrato è stato un importante centro minerario in Italia e oggi tutte e due le cittadine, americana e italiana, hanno creato un museo e un parco geologico attorno alle antiche miniere.

Anche l’etimologia dei loro nomi praticamente coincide: Iron Mountain e Sassoferrato.

Sassoferrato si trova sugli Appennini Marchigiani, la catena montuosa che corre lungo la penisola italiana, proprio vicino le Gole della Rossa create dal fiume Genga e le stupefacenti Grotte di Frasassi.

La bellezza artistica dei borghi marchigiani, la cultura enogastronomica e la rigogliosità della natura rendono questa parte italiana veramente magica con una ‘bellezza naturalmente storica’.

Ma torniamo agli inizi del ‘900. Molti emigrati italiani già a quel tempo avevano raggiunto Iron Mountain e avevano creato un loro ‘distretto italiano’ dove si potevano trovare negozi italiani, una chiesa e qualche ricordo dello stile di vita del loro paese d’origine.

E così che spesso anche la seconda generazione di italiani ha trovato il coniuge all’interno della comunità italiana e anche la mamma della moglie di Albert è originaria italiana. Precisamente di Capestrano in Abruzzo.

La seconda generazione è già nata in America, la loro lingua madre è l’inglese e sono cresciuti totalmente immersi nella cultura americana. Anche se sono orgogliosi delle loro radici italiane, non tornano spesso in Italia.

Ed infatti i genitori di Albert non sono tornati in Italia. Ma le tradizioni della cena della domenica in famiglia dalla nonna e della cucina a base di pasta, ravioli e polenta ricordavano sempre le loro radici.

Il papà di Albert aveva frequentato la scuola militare e aveva combattuto nella II Guerra Mondiale, in Belgio e Francia, dove si era distinto per meriti vincendo diverse medaglie al valore.

Finita la guerra era tornato in America facendo vari lavori fino a quando nel 1960 comprò un centro per la lavorazione del legno da una vicina area boschiva e nel 1970 inizià un’attività che ancora oggi i suoi discendenti continuano: la Dickinson Homes (www.dickinsonhomes.com).

Nel frattempo si erano chiuse le miniere di Sassoferrato ed era partita una nuova ondata di emigrazione.

Un attacco di cuore cambia i destini e Albert e i fratelli devono subentrare nella conduzione dell’azienda. Una scomparsa che fa nascere il desiderio di conoscere sempre di più le proprie radici. Magari andando a vivere in Italia i racconti che sin da piccolo aveva sentito dal nonno.

La scoperta inizia con la ricostruzione dell’albero genealogico della famiglia e nel 2004 il primo viaggio in Italia: 4 giorni a Roma e poi una macchina per raggiungere Sassoferrato e la frazione di Monterosso. Quella nella cui piazza viveva la famiglia, in una casa proprio vicina la chiesa.

Riescono a trovare un cugino del nonno e incontrano altri lontani parenti: tutti Santoni come loro. Nelle trattorie del posto assaggiano i passatelli e i cappelletti e per loro è come tornare indietro nel tempo ai sapori della loro infanzia.

A quel primo viaggio ne sono seguiti altri 9 in cui li hanno seguiti anche i figli Anthony e Mario. E un desiderio sempre crescente di trasmettere anche ai loro nipoti un pizzico di italianità e in particolare della vita del borgo di Sassoferrato.

Oggi è nato un gemellaggio tra Sassoferrato e Iron Mountain e sono state pianificate molte attività che coinvolgono le nuove generazioni.

Per questa attività e per il loro amore, Albert Santoni ha ricevuto il Premio Town Ambassador da Discoverplaces e dal sindaco Maurizio Greci di Sassoferrato.


Scritto da
Claudia Bettiol

Ingegnere, futurista e fondatrice di Discoverplaces. Consulente per lo Sviluppo Turistico dei Territori, specializzato nella sostenibilità e nella promozione culturale dei piccoli territori e delle...

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