Volete sapere cosa può fare uno spirito creativo italiano in un ambiente pragmatico e attento al merito come quello canadese?
La storia di Carolina (Caroline) Di Cocco può essere considerata l’emblema della sinergia fra i nostri due paesi, Italia e Canada.
Non si capisce come mai, la nostra storia di italiani è veramente molto complessa, ma qui in Italia ci facciamo male da soli e abbiamo lasciato andare via persone meravigliose. E’ come se il detto latino Homo Homini Lupus fosse la nostra maledizione.
Abbiamo incontrato Caroline grazie alla tecnologia digitale e a Diego Collareda che sta svolgendo un incredibile lavoro di ricostruzione di ponti fra le comunità della Valle del Liri e i ‘compaesani’ che hanno dovuto lasciare questi splendidi territori. Con Deborah Bovenga e Valeria Altobelli, sorane DOC, hanno iniziato a valorizzare le storie di chi ha lasciato il cuore a Sora pur essendo partito molti anni fa. Poi la passione li ha spinti oltre i confini del loro paese per comprendere la Valle del Liri e la Val Comino.
E così siamo arrivati a Fontechiari, un bellissimo borgo all’inizio della Val Comino che è tornato famoso per avere uno dei pochi esempi dei primi cimiteri moderni nati dopo una legge Napoleonica.
Siamo nella Val Comino, nel versante laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo, una delle più belle valli italiane dove ogni cucuzzolo ha un suo castello e dove il dopoguerra ha lasciato dolori e povertà. Siamo dietro Montecassino, vicino la linea Gustav, e la famiglia di Caroline emigra a Sarnia in Ontario (Canada) quando lei aveva solo 6 anni.
Un gioiellino da scoprire insieme alla storia di Carolina (Caroline) Di Cocco che nasce nel piccolissimo borgo di Fontechiari nel 1957 e arriva ad essere Ministro della Cultura dell’Ontario. Anche suo marito è originario di Fontechiari ma i due si incontrano in Canada in età adulta, ma questa è un’altra storia.
Caroline è una donna dagli occhi luminosi, dolce ma anche molto determinata che ci racconta il suo mondo italo-canadese come un fiume in piena. Radici italiane ma la casa è in Canada, e i suoi figli si sentono un po’ più canadesi-italiani. Il tempo è volato e abbiamo trascorso momenti veramente piacevoli.
La sua esperienza, e la conoscenza delle storie di molti altri con cui era cresciuta, la hanno portata a volersi occupare di emigrazione.
E dietro questa parola c’è un mondo di sofferenza che molti non vogliono conoscere per non sentirsi in colpa.
Ha studiato pianoforte al conservatorio e antropologia all’università, ed è stata una insegnante di musica, ma il senso di giustizia e la voglia di mettersi al servizio della comunità la hanno naturalmente spinta alla vita politica.
In realtà tutto nasce per combattere una ingiustizia durante il periodo di scuola dei suoi figli e la sua determinazione e professionalità dimostrata negli anni la hanno naturalmente portata a diventare un punto di riferimento della sua comunità.
L’interesse per l’integrazione invece inizia negli anni ’80 con la fondazione di un groppo folk italo-canadese dove si sperimentavano nuovi rapporti fra le due comunità, che agli inizi si trovavano su sponde lontane.
La comprensione delle diverse dinamiche sociale tra italiani e canadesi è stata lenta, i due gruppi erano separati da differenze notevoli e non c’era ancora la televisione o i social network a preparare le persone al multiculturalismo. Entrambi i gruppi hanno dovuto imparare a scoprirsi con gli anni e, per gli italiani, con un duro lavoro.
Gli italiani hanno dovuto dimostrare il loro valore e di essere arrivati in Canada non perché privi di talento ma per mancanza di opportunità in un paese distrutto dalla guerra.
Nel 1985 fa parte dell’advisory board per il multiculturalismo del Ministero della Cultura dell’Ontario e, nel 1987, Caroline fonda l’Italo-Canadian Cultural Club/Laziali di Sarnia (e non parliamo di calcio!).
Tutto questo impegno la porta naturalmente ad essere un punto di riferimento anche dell’integrazione multiculturale e nel 1997 viene eletta al consiglio della città di Sarnia.
L’esperienza locale è il trampolino di lancio per crescere e dal 1999-2007 diventa membro del parlamento dell’Ontario, dove è cresciuta nei ruoli fino a diventare Ministro della Cultura.
Grazie alla politica ha modo di conoscere le persone più influenti del mondo e figure di primo piano della cultura internazionale ma Caroline non ha mai dimenticato le sue radici di Fontechiari.
Torna al suo paese regolarmente e la sua casa diventa un naturale punto di incontro per amici da tutto il mondo. Fontechiari è come il suo ‘salotto’ in cui avvengono scambi creativi fra artisti dai 5 continenti ed in cui si sente al riparo e può ‘ricaricare le sue radici italiane’.
Forse noi che siamo rimasti in Italia diamo per scontato che la bellezza dei nostri territori e la ricchezza della nostra storia, che si espande nei millenni con testimonianze ancora vive, continui ad essere una calamita per chi parte. Ma anche il mondo fuori dai nostri confini ha un fascino particolare.
Sicuramente meno testimonianze storico o artistiche ma le persone hanno la nostra stessa ricchezza interiore. Se solo in questi anni avessimo cercato di ‘scoprire la bellezza nelle scarpe degli altri’ oggi saremo tutti più felici.
Caroline ed i suoi amici che ancora frequentano Fontechiari sono una perla che si aggiunge alle nostre per formare un gioiello unico. Sono le persone che rendono vivi i luoghi, e se le persone sono belle, allora anche i luoghi saranno belli.
E questo è avvenuto in Canada anche grazie al lavoro di Caroline che ha aiutato l’integrazione delle diverse comunità di emigrati che da tutto il mondo avevano scelto di trasferirsi in questo immenso (e freddo) paese.
Non è un caso se la sua associazione Legami Lontani, che cerca di raccogliere e preservare tutto il materiale relativo alla emigrazione italiana, ha sede proprio a Fontechiari mentre in Canada Caroline è nel consiglio di una rete di associazioni che raccoglie le storie delle comunità Italo-Canadesi.
Fra le pubblicazioni a cui ha preso parte, notiamo sempre questo legame locale e globale, la storia della comunità Italiana di Sarnia e poi “Viaggi Verso il nuovo mondo. Giovanni Caboto e l’immigrazione Italiana in Canada” per arrivare alle “Memory and Identity: Italian-Canadian/Laziali Clubs and Association in Ontario/Re-Creating Cultural Identity after Immigration”.
E da italiana ha sempre messo la famiglia in un posto speciale riuscendo a conciliare il ruolo politico con quello privato con 3 figli e 4 nipoti. Caroline è stata nominata Cavaliere della Repubblica Italiana nel 2002.
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