Non posso dire molto altro di Edoardo Bernardi (https://www.edoardobernardi.it) per il fatto che lo abbiamo scelto tra mille come l’artista e il designer a cui affidare tutta la nostra immagine di Donna Vittori Borgo Agricolo (www.donnavittori.com). La prima volta che lo abbiamo incontrato siamo state rapite dalla profondità con cui ci faceva domande per conoscerci e capire il nostro spirito, il nostro passato ma anche i nostri sogni.
È sua tutta la grafica che ci rappresenta, quella che appare ancora prima di conoscerci. E, soprattutto, le etichette del vino che sono il motivo per cui abbiamo avviato questa fantastica avventura agricola.
“Mi dai quella del cavallo? A me quella del cane?”, ci dicono. E alcune volte ho l’impressione che scelgano più l’etichetta che il vino.
Chiunque ci è venuto a trovare, dalla Cina come dagli USA, dall’Inghilterra come dalla Germania (e ovviamente tutti gli italiani) si è sentito in dovere di dirci: “ma che bel logo e che belle etichette! Tutto combacia perfettamente con il vostro essere”.
Negli anni siamo diventati amici ed Edoardo è l’amico con cui fare lunghe chiacchierate, sempre pronto a creare connessioni: “Edoardo dovresti farti pagare per tutte le sinergie che crei fra imprenditori. Ci metti in contatto e prima o poi faremo tutti qualcosa insieme grazie a te!”.

Con queste premesse non mi sarei mai persa per niente al mondo la mostra inaugurata domenica 13 ottobre alla Galleria Romberg di Latina curata da Italo Bergantini e Gaia Conti.
La mostra fa parte del ciclo ‘I racconti della domenica’, un progetto curato di Italo Bergantini e Gianluca Marziani, con la curatrice letteraria Rossana Carturan, che messo in ‘cortocircuito’ giovani scrittori con artisti.
Edoardo è stato raccontato da Sara Taffoni con un inedito che veramente descrive la iper-realtà delle sue opere. Una pittura onirica che Sara ha perfettamente raccontato nel sogno del protagonista del suo racconto.

In alcuni tratti mi ricordava l’inizio dei Fiori Blu di Raymond Queneau con la storia cinese riassunta nella frase: ‘Ma è Chang Tsu che sogna di essere una farfalla o la farfalla che sogna di essere Chang Tsu?”.
Non so esattamente chi sono, ma sono sicura che senza i sogni non possiamo costruire una realtà degna di essere vissuta. Una realtà dove possiamo dare un significato all’essere che vada oltre le apparenze che tanto ci ingabbiano.
Ma poi cosa è la realtà se non la percezione che abbiamo di lei. E da amante della filosofia della scienza mi sono sempre dibattuta sul fatto che non esiste una sola realtà ma mille, perché ognuna è mediata dall’effettiva potenza dei nostri sensi (le lunghezze d’onda che ognuno di noi riesce a processare) e poi dal nostro substrato del vissuto personale che trasforma in un intricato gomitolo anche le linee più dritte.
Ed in questa follia interpretativa in molti si affannano a ricercare l’assoluto che non esiste, a dare ragione alla libertà delle opere in mostra ci ha dato una mano il sole. Quale paradosso: sono arrivata nel pomeriggio e la galleria aveva le vetrate ad est per cui avrebbe dovuto essere in ombra. Ma un caldo sole di ottobre si rifletteva su un grattacielo vicino e la galleria era inondata dal sole per cui aveva bisogno delle veneziane abbassate!
Quindi, in questa confusione apparente della realtà scomposta e onirica di Edoardo Bernardi, sono saltate anche le poche certezze di orientamento geografico sulla posizione del sole e ci siamo ritrovati in una dimensione improbabile con le bussole che sono impazzite.
Per questo mi piace quando, guardando i quadri di Edoardo, si avverte un senso di ‘potenza’ espressa dai segni come dai colori. Una urgenza di una investigazione della realtà che porta su strati diversi di quelli dove si svolgono le operazioni abitudinarie della vita alle quali non possiamo (e non dobbiamo) mai rassegnarci.
Alcune tele sono state tagliate e ricucite proprio come la vita fa con le nostre ferite. E ogni ferita ci rende più bella non nella immagine esterna visibile ma in quella percepita dove la vita va in scena ogni giorno per chi vuole viverla.
Ed ora, caro Edoardo Bernardi, ricordati che fra poco è pronto il vino Rosè e che questa tua follia che condividiamo la dobbiamo trasformare in un elemento che trasmetta gioia insieme al nostro nettare di passione!

La mostra sarà aperta a Latina fino all’ 8 novembre 2024, non perdetela. E seguite Edoardo sui social dove lo potete vedere all’opera!
ROMBERG Arte Contemporanea, Viale Le Corbusier 39 (Torre Baccari - piano terra), 04100 Latina
Orari di Galleria: martedì - sabato 16 - 19:30 - lunedì e mattine su appuntamento
T +39 0773 604788 - M +39 334 710 5049

Seguici sui social