Nicola Cortina
Nicola Cortina

Nicola Cortina, per tutti Michelangelo a Quebec City dal 1973

Questa è la storia di un uomo solare e del legame con la sua terra attraverso una serie di vicissitudini affrontate con il sorriso.

Se chiedete a Nicola Cortina quale è il suo paese risponderebbe immediatamente Ripi, che per lui è il centro del mondo e qui si sta costruendo una casa. Ma se gli chiedeste se volesse lasciare il Canada e Quebec City la risposta sarebbe inequivocabilmente ‘mai’.

E come è possibile conciliare queste due frasi apparentemente contrastanti?

Partiamo dall’inizio, da Ripi che è un borgo della Ciociaria non lontano da Frosinone in una valle le cui colline ricordano la Toscana. Ogni collina ha il suo castello e l’aria profuma di pane appena sfornato.

Nicola ha 20 e 7 mesi quando lascia l’Italia per il Canada, lo convince un suo cugino che era tornato per una visita dal Canada e gli aveva chiesto di fargli da autista. Nicola ascolta le storie di questo paese lontano, si esalta per le opportunità e senza conoscere la lingua, senza avere un vero mestiere e senza avere altri parenti in Canada oltre a questo cugino, parte.

Dopo un periodo iniziale di orientamento, arriva a Quebec City e come molti italiani comincia dalle cucine dei ristoranti.

La famiglia in Canada è molto particolare, ed è formata da sua moglie Assunta anche lei italiana di Ceprano, un paese vicino a Ripi, e dai clienti dei ristoranti. Nicola ama i suoi clienti proprio come se fossero parte della sua vita e questo sentimento viene ricambiato.

Per questo nel 1973, grazie anche alle ricette della moglie, i coniugi Cortina aprono il loro ristorante, il Michelangelo. Un nome che certamente non può passare inosservato visto che questo artista è uno dei simboli dell’Italia.

Il Michelangelo diventa presto un punto di riferimento per i canadesi ma anche un ritrovo internazionale per tutti gli appassionati di vino, la sua cantina è tra le migliori al mondo.

E il piacere e il desiderio di far crescere la cantina porta Nicola in giro a scoprire non solo l’Italia ma le migliori cantine di Francia, California e Cile. Se avete l’occasione di parlare con lui vi sorprenderà con la conoscenza dettagliata di un incredibile numero di luoghi dove si produce buon vino. E dove c’è buon vino c’è anche buona vita

La famiglia cresce con 3 figli Monia, Rocco (come il nonno) e Melissa e quando possono tornano a Ripi (e a Ceprano) in vacanza. I figli trascorrono le estati con i cugini e si imbevono della cultura italiana e delle storie di paese. Come quella del fratello ritrovato di Nicola.

Sua madre aveva un figlio che le era stato tolto e che una volta cresciuto era andato in cerca della sua famiglia di origine. Era andato all’anagrafe e in parrocchia ma nessuno aveva saputo collegarlo alla famiglia Cortina, fino a quando un funzionario del comune ha pronunciato il soprannome della famiglia: ‘mezzett’.

Ed allora grande festa e Nicola si ritrova una famiglia allargata e un soprannome che lo inseguiva da secoli. Ma il suo soprannome in Canada è ‘matto’, perché ha vissuto con allegria surfando sulla normalità ed andando in cerca della sorpresa. E suo figlio Rocco che ha la passione della ristorazione nel sangue, ha aperto una catena di ristoranti chiamati ‘il matto’ in onore di suo padre Nicola.

Un ‘matto’ che durante il COVID ha celebrato il matrimonio di sua figlia Melissa (apparentemente in Canada una persona può ottenere l’autorizzazione a celebrare fino a 5 matrimoni durante la sua vita) ed è riuscito a trovare del bene anche nei periodi tristi.

Non ci dilungheremo sulla storia della casa di Ripi perché sarebbe troppo lunga: per 20 anni ha cercato di comprare la casa d’origine della famiglia e con rocamboleschi cambi di scena oggi ha coronato il sogno della antica proprietà. Oggi sta ristrutturando l’antica casa e ha impiantato un vigneto per ricreare un punto fermo in Italia, per lui ma soprattutto per i figli e i nipoti.

Avrebbe potuto comprare tante case, ma per chi lascia la sua terra da giovane ne esiste solo una: quella della famiglia. Questa dona la certezza che le radici sono a Ripi in Ciociaria anche per le nuove generazioni.

E come si chiama il vino che produce? Mezzett, e non poteva essere altrimenti. Ora tutti gli amici lo riconoscano immediatamente.

E se passate a Ripi potete riconoscere il vigneto dai pali colorati e se andate al bar in piazza vi diranno subito se Nicola è in città.

 

 


Scritto da
Claudia Bettiol

Ingegnere, futurista e fondatrice di Discoverplaces. Consulente per lo Sviluppo Turistico dei Territori, specializzato nella sostenibilità e nella promozione culturale dei piccoli territori e delle...

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