Silvia De Rubeis Town Ambassador di Roiate
Silvia De Rubeis Town Ambassador  di Roiate

Roiate – New York in un battito d’ali, ed è subito festa

Ho raccontato la storia di tante persone e quello che mi colpisce di più è la serenità e l’umiltà di chi ha raggiunto importanti traguardi. Così quando il sindaco Antonio Proietti di Roiate mi aveva indicato la professoressa Silvia De Rubeis come Town Ambassador mi ero sentita un po’ intimorita.

Silvia è una genetista e neuroscienziata, si è formata in Italia, Belgio e Stati Uniti, ed ora è professore associato presso il Dipartimento di Psichiatria ed il Seaver Autism Center for Research and Treatment alla Icahn School of Medicine at Mount Sinai a New York (https://labs.icahn.mssm.edu/derubeislab/). Nel suo laboratorio di ricerca, Silvia ed il suo team si occupano di comprendere i meccanismi alla base dei disturbi del neurosviluppo, tra cui autismo e sindrome DDX3X (una malattia genetica rara che colpisce soprattutto le bambine e le donne (https://www.youtube.com/watch?v=3abqKXQqGIQ) .

La avevo conosciuta solo per telefono e, come è normale, era rimasta un po’ sorpresa dalla proposta e mi era apparsa prudente.

Poi nel corso delle settimane mi è sembrata sempre più rilassata, ma quando ci siamo finalmente incontrate di persona ho trovato una persona solare.

Così sono andata a Roiate per intervistarla nel suo borgo, dove si trova la sua famiglia di origine e dove la sua storia è iniziata.

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Roiate è un piccolissimo borgo di montagna che si affaccia sulla Valle del Sacco, ma che rappresenta anche l’inizio della Valle dell’Aniene, e sin da quando ero piccola mi ricorda un presepe napoletano, quelli che sono veri capolavori artistici. Ci andavo per la sagra dell’abbacchio o per comprare olio di oliva rosciola e poi piano piano si è lascito scoprire come un posto di artisti Roiate Open to Meraviglia 

Vivere in un paesino come Roiate è una scelta di vita, si paga lo scotto di collegamenti poco frequenti principalmente con l’autobus Cotral (la linea di trasporto della regione Lazio) ma si gode di una alta qualità di vita in termini di aria, silenzio e cibo genuino.

“A volte l’autobus non saliva fino a Roiate, lasciandoci a piedi al bivio oppure non venendo a prenderci. Ho fatto il liceo e anche l’università (ndr, Universita’ degli Studi di Roma “Tor Vergata”) viaggiando. Sin da bambina mi piaceva osservare il mondo animale, in particolare gli insetti sociali, e coltivavo il desiderio di diventare una scienziata”.

Queste parole di Silvia mi sono sembrate come un messaggio a tanti giovani di oggi: se si hanno sogni nel cassetto ogni ostacolo diventa una opportunità. Ogni sacrificio è un passo in più verso la meta.

E così con questo stato d’animo ci siamo sedute a sorseggiare una bevanda rinfrescante e ho ascoltato la storia di una bellissima donna.

“Mi ha sempre affascinato capire i meccanismi molecolari alla base dello sviluppo del cervello, e mi occupo sin dai miei primi studi di disturbi del neurosviluppo. Dopo la laurea, ho iniziato il dottorato in Biologia Cellulare e Molecolare a Tor Vergata. Durante il corso del dottorato, la mia relatrice di tesi si spostò in Belgio ed io decisi di seguirla. Così per 5 anni ho vissuto a Leuven, nella parte fiamminga del Belgio”.

 

 

Premiazione a Roma per Silvia De Rubeis

Nel 2013 ha risposto ad una posizione di post-dottorato della Icahn School of Medicine at Mount Sinai. Da questo momento è iniziata l’avventura americana a New York, dove si concentra sulla genetica dell’autismo, pubblicando come prima firmataria uno studio che ha portato alla scoperta di decine di nuovi geni di rischio per questa malattia. Nel 2017 fonda il suo laboratorio, dove lei ed il suo team utilizzano approcci di genetica e neuroscienze per comprendere la sindrome DDX3X e mettere appunto nuove terapie. Silvia ha ricevuto numerosi premi per i suoi studi, tra cui il Friedman Brain Institute Scholar Award nel 2020, il Distinguished Scholar Award della Icahn School of Medicine at Mount Sinai ed un prestigioso premio internazionale dalla Alexander von Humboldt Foundation in Germania nel 2021.

“Uno degli aspetti del mio lavoro che più mi gratifica è servire da mentore per studenti e giovani ricercatori, specialmente donne e persone che hanno avuto poche opportunità. Spero di poter essere un modello ed una risorsa per i ragazzi di questo territorio, cui vorrei trasmetter l’idea che con la passione, la curiosità, e la determinazione tutto è possibile.”.

Prima si salutarci le chiedo qualcosa di Roiate e di Bellegra, il paese vicino da cui viene suo marito con cui si è spostata prima in Belgio e poi negli Stati Uniti:

Da neuroscienziata, mi viene da dire che Roiate rappresenta per me il luogo del cuore, ma anche del cervello, perché qui le esperienze della prima infanzia mi hanno formata. Ho avuto le mie prime esperienze alla scoperta della vita e amo vedere le mie figlie giocare in piazza con questo senso di libertà che solo i piccoli comuni possono dare”.

Silvia ha sempre voluto mantenere rapporti attivi con l’Italia, a partire dal coinvolgimento di gruppi di ricerca italiani negli studi di genetica dell’autismo. Ora che si occupa di sindrome DDX3X, Silvia è in stretto contatto con le famiglie italiane, che incontra almeno una volta l’anno per informarle dei progressi delle ricerche in corso.

“E le mie bambine crescono con una doppia cultura. Alcune volte mi fanno sorridere perché usano un linguaggio creativo in cui uniscono italiano e inglese in una lingua nuova. Come quella volta che le ho sentite dire: I will ‘acciach ‘you! Ossia: ti schiaccio!”

Grazie Silvia per essere il Town Ambassador di Roiate e per aver colto lo spirito di questo riconoscimento. Ci vediamo sui social!


Scritto da
Claudia Bettiol

Ingegnere, futurista e fondatrice di Discoverplaces. Consulente per lo Sviluppo Turistico dei Territori, specializzato nella sostenibilità e nella promozione culturale dei piccoli territori e delle...

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