Romeo Castellucci e i suoi fratelli hanno lasciato il piccolo borgo di Montelanico quando aveva 17 anni, ma non è mai riuscito a tagliare il cordone ombelicale che ancora nutre il suo cuore.
Così anche quando gioca la sua partita settimanale con gli amici, in una delle città periferiche di Chicago dove vive, fa gareggiare la squadra con la maglia della ‘sagra della castagna’ di Montelanico.
“Per me Montelanico è il mio piccolo paradiso. Conosco dei dettagli che chi la vive quotidianamente neanche nota. Quando torno almeno per qualche settimana ogni anno faccio anche decine di giretti per il suo centro scrutando ogni minimo dettaglio che mi poteva essere sfuggito”.
Questa sembra una dichiarazione d’amore che ognuno vorrebbe sentirsi dire dal proprio partner, un sentimento così delicato che sconfina nella poesia.


Montelanico è un paese che quasi non si vede, nato su un colle lungo un canalone della strada che collega la Valle del Sacco con i Monti Lepini e poi il mare, sulla Colleferro – Carpineto Romano.
Quando era partito aveva frequentato tutte le scuole tra Montelanico e Colleferro e quindi aveva già la sua compagnia di amici del cuore. Poi allora tutti abitavano nel centro storico e la vita sociale si svolgeva nelle piazze e nelle vie del centro che erano sempre vivaci di vita e affollate.
“Una mia nipote ha fatto una ricerca e ha scoperto che sono nato a casa di una mia zia che abitava nella casa vicino al palazzo del comune, di fronte al bar principale. Sono nato nella zona chiamata Jo Burgo e, quindi, il mio destino era quello di essere legato indissolubilmente a Montelanico”.
Oggi Romeo ha la sua famiglia in Illinois, con la moglie Rosa Maria nata nella bellissima San Vito Lo Capo in Sicilia e trasferita in USA quando aveva solo 2 anni. Insieme hanno tre figli e cinque nipotini ai quali Romeo racconta sempre le storie di Montelanico come quella del lupo mannaro del borgo.
Anche i suoi nipotini conoscono il borgo meglio di molti che vi risiedono!
Quando il sindaco Sandro Onorati ha pensato ai tre fratelli Castellucci per il progetto di Town Ambassador dell’Area Metropolitana di Roma, non poteva fare scelta migliore. L’intervista a Romeo mi ha regalato una insolita pace e poesia: forse domani faccio un giro a Montelanico a cercare anche io la mia pace.

Romeo non ha i social, quindi lavorerà nella promozione del suo paese e di tutti quelli vicini in collaborazione con i suoi fratelli Saverio e Angelo. Fra l’altro Angelo è andato a vivere nella casa accanto a quella di Romeo e insieme hanno ricreato la loro comunità familiare little Montelanico.
“Quando in America mi chiedono perché ogni anno vado in Italia, io spiego che per me è come la valvola della Bialetti. Montelanico mi salva la vita. Io mi sento bene e mi ricarico. Già quando atterro a Fiumicino, una grande pace entra dentro di me. La tragedia è la partenza”.
Per questa sua sensibilità, Romeo ha più volte intervistato persone che avevano lasciato l’Italia e mi ha raccontato tante storie e mi ha anche spiegato la grande differenza fra chi aveva raggiunto l’America in nave e chi in aereo come lui. Sentirlo è un vero bagno di poesia e credo che dovremo dedicargli una serata quando torna in Italia questa estate.
Montelanico non è il paese più bello d’Italia, non ha monumenti storici famosi o monumenti naturali, ma per Romeo è tutto. Mi ha fatto venire in mente che ognuna di noi è speciale per qualcuno. Non occorre essere alte e giovani per essere attraenti. L’amore arriva più in profondità e coglie quello che gli altri non vedono.
‘L’essenziale è invisibile agli occhi!’

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