
Ci sono scoperte di gusto che meritano un viaggio e in Alta Ciociaria ce ne è almeno una da non perdere: il Cesanese del Piglio DOCG. Ma non solo, abbiamo già visto quanto è buono con il panpepato al mosto di Anagni .
Con queste premesse, Anagni ha organizzato 3 giorni di degustazioni e di incontri sul tema degli antichi sapori e delle tradizioni per diventare sempre di più una meta imperdibile del centro Italia.
Noi siamo stati presenti in 2 modi: il sabato con il banchetto di degustazione dei vini di Donna Vittori Borgo Agricolo (www.donnavittori.com) e la domenica come relatore ad un interessantissimo convegno sul cibo come fattore identitario di un territorio, ma anche come un legame fra le diverse generazioni.
Il banchetto del sabato ci ha permesso di scambiare chiacchiere con i numerosi turisti che sono venuti, a parte i viaggiatori del pullman da Treviso che mi ha riportato alle mie radici. Ho incontrato persone da ogni parte del mondo e tutte erano curiose di sperimentare cibi nuovi: il Cesanese ha avuto il posto d’onore che merita e ha sorpreso anche i raffinati veneti.
Augusto Terilli presidente pro loco anagni


La domenica la sala del convegno è stata gremita e le persone sono rimaste fino alla fine, segnale che il tema era sentito da tutti gli operatori del territorio. L’apertura del convegno è stata del presidente Augusto Terilli della Pro Loco,organizzatore instancabile della vita culturale anagnina, del vicesindaco Riccardo Ambrosetti e del consigliere regionale Daniele Maura.
Il senso del convegno è stato mangiare bene fa bene alla nostra salute ma anche alle nostre tasche e dobbiamo sempre più promuovere insieme i prodotti e i vini del territorio.
Basta pensare che le motivazioni ad un viaggio sono essenzialmente la scoperta di qualcosa che non si conosce, e tra queste il cibo gioca un ruolo fondamentale. Tanto che l’80 % della scelta di una destinazione dipende dall’esperienza enogastronomica che si vuole avere.
D’altra parte, pensiamo che servono 15 minuti per visitare la cattedrale di Anagni contro i 60-90 minuti spesi in un ristorante e sui social si postano più volentieri piatti di cibo che di monumenti.
Quindi una destinazione deve essere caratterizzata anche con le esperienze di cibo che si possono fare. E in questo i piatti tradizionali o DOP o IGP giocano un ruolo fondamentale così come i piatti DECO hanno una loro identità a patto che questa sia riconoscibile in una visita turistica
Da un punto di vista di marketing, un piatto per diventare identitario ha bisogno di 2 cose: che sia disponibile per un turista o un escursionista in tutti i locali e che sia fatta una notevole pubblicità in modo da creare l’aspettativa.
Ancora nel territorio del Cesanese DOCG e DOC, le persone residenti non conoscono il loro vino. Come pensiamo che il Cesanese possa diventare un prodotto identitario (e quindi avere anche un riconoscimento nel suo prezzo di vendita? Dobbiamo fare cultura fra i residenti, come questo evento e convegno promosso dalla Pro Loco in cui abbiamo visto la partecipazione anche di tanti residenti.
Vicesindaco Riccardo Ambrosetti e Claudia Bettiol




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