Nella chiesa di San Bartolomeo nella città di Sora, si trova una delle opere di maggior rilievo storico e artistico del territorio: il crocifisso ligneo di Sora.
Il crocifisso di Sora (Guida di Sora) è stato realizzato a Roma e donato dal cardinale Cesare Baronio, originario di Sora, ad una Confraternita del posto nel 1564. Il 1564 è una data tristemente importante per la storia dell’arte mondiale, perché venne a mancare un uomo considerato tra i più grandi artisti di tutti i tempi: Michelangelo Buonarroti.
Il crocifisso di Sora è un’opera fortemente legata all’ambito michelangiolesco, ed è stato realizzata poco prima che Buonarroti morisse probabilmente da uno dei suoi più stretti collaboratori. Tra i vari nomi proposti per l’attribuzione, due in particolare sono stati presi in considerazione dai recenti studi storico artistici: gli allievi Daniele da Volterra e, in minor misura, Tiberio Calcagni.
L’opera raffigura Cristo crocifisso appena morto sulla croce. Il viso chinato sul petto ha perso ogni espressione di dolore umano, il corpo e le braccia tornite formano una “Y” quasi perfetta. La scultura è un’immagine di grande realismo, ha dimensioni pari al vero e sembra essere a tutti gli effetti un corpo di un uomo in carne ed ossa.
L’accurata resa anatomica della muscolatura dell’addome, del torace e delle gambe, associata all’asciuttezza e alla leggera spigolosità, fanno del crocifisso di Sora un’opera di grande valore che il tempo aveva rovinato e che è tornata a vivere nel suo splendore grazie ad un attento intervento di restauro.
La peculiarità di questo restauro, eseguito da Chiara Munzi nel 2009 (www.keorestauro.com ), è quella di aver recuperato i danni eseguiti da un precedente intervento che aveva compromesso l’opera.
Infatti il crocifisso era stato pulito con sverniciatori aggressivi e strumenti abrasivi grossolani che avevano causato la perdita della pellicola pittorica originale di cui rimanevano poche tracce. Uno spesso strato di un materiale plastico ricopriva inoltre ciò che rimaneva dell’incarnato, scurendo la superficie.
Per capire in che modo intervenire, sul crocifisso sono state eseguite delle indagini radiografiche mirate alla comprensione della tecnica esecutiva. Da queste indagini è emerso che la scultura era stata realizzata con un unico tronco di tiglio principale che includeva anche la testa del Cristo realizzata sfruttando una biforcazione del tronco. A questo corpo principale erano poi state aggiunte le parti sporgenti: le braccia, i glutei, i polpacci ed i piedi.
Il lavoro di restauro è consistito nella rimozione dalla superficie del materiale plastico (polibutilmetacrilato) tramite impacchi di miste di solventi a diverse percentuali e trattamento antitarlo.
Contemporaneamente si è agito sul legno consolidandolo, rimuovendo le vecchie stuccature e facendone di nuove con materiali appositamente formulati per il restauro di opere d’arte. Il lavoro si è concluso con una reintegrazione pittorica che ha portato alla valorizzazione dell’originario aspetto del crocifisso di Sora.
Il restauro è stato eseguito anche nella parte non lignea del perizoma del Cristo, che era realizzato in tessuto di lino ingessato e dipinto. Il perizoma è stato smontato e dopo essere stato pulito e consolidato, è stato ricollocato nella posizione corretta, seguendo le immagini d’archivio antecedenti all’intervento sconsiderato del 2007.
Se capitate a Sora non perdete l’occasione di lasciarvi emozionare dall’espressività di questa scultura lignea del Cristo Crocifisso.
Sora, il crocifisso ligneo di San Bartolomeo
- Chiara Munzi
- Categoria: Arte & Architettura
- LAZIO • FROSINONE • Sora
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